LE CATACOMBE DI CAVA D'ISPICA

   Il termine “catacomba”. Gli scrittori cristiani dei primi secoli usano i nomi “necropoli” o “cimiteri”. Il nome “catacomba” fu dato in  Roma fin dal IV secolo ad un luogo sotterraneo posto dove oggi c’è la basilica di S. Sebastiano, “ad catacumbas”, nella via Appia. Non è esatta l’etimologia corrente dal greco “catà” (verso) e latino cymba (cavità), perché “cymba” in greco e latino significa “barchetta”, “coppa” e non “cavità”. Ci sembra invece chiara e appropriata questa: “catà” (avv., “a basso”, “sotto”) e “tumbos” greco, “tumba” latino, “tomba, sarcofago”; cioè “sepolcri sotterranei”. Nei secoli seguenti questo nome fu esteso a tutti i cimiteri cristiani. 

    Le catacombe di Cava d’Ispica sono datate al IV secolo sulla base delle iscrizioni ivi rinvenute, della presenza di alcuni monogrammi costantiniani chi-ro e di qualche moneta di Costantino I e dei suoi successori, che sono coeve alle deposizioni. Ma il IV secolo non è certo un termine post quem, né è decisiva la mancanza di testimonianze precedenti (argumentum ex silentio). Invero “nel IV secolo il Cristianesimo è profondamente radicato; “fatto  “impensabile senza un capillare processo di cristianizzazione che si sia sviluppato precedentemente.” (Rizzone, Archivium historicum motycense, 2001, p. 132). Una croce, incisa in un pilastro della Larderia (v. sotto), col monogramma I. C., databile al III sec. farebbe retrodatare il cimitero di un secolo, senza escludere un’età più antica. Dello stesso parere, riguardo alla Catacomba di S. Marco nella testata sud, è anche l’archeologo Giovanni Di Stefano.  Perciò, come per le più antiche catacombe romane e siracusane, si può risalire, nei loro nuclei originari, anche ad età precedente. Infatti in epoca immediatamente successiva ai sepolcri di età romano-imperiale (sec. II d. C.) compaiono a Siracusa le prime catacombe cristiane di S. Lucia, S. Maria di Gesù, Vigna Cassia (Pace, IV, 22 e Garana, 12). Anche per l’autorevole A. Harnack (La missione e la propagazione del Cristianesimo nei primi tre secoli, Torino 1906, p. 312) “non è escluso che queste catacombe cristiane risalgano veramente al II secolo. D’altra parte, dice bene il Pace (IV,33), “non è possibile far coincidere l’apparizione del Cristianesimo con le parti più antiche delle catacombe. Queste rappresentano un momento antichissimo ma non iniziale del rito cristiano. Le tombe dei Cristiani del I sec. debbono ricercarsi in taluni di quei piccoli ipogei a fosse terragne, genericamente indicate di età romano-imperiale, che si trovano disseminati” nel Siracusano, Catanese, Agrigentino, “e in tanti altri centri [e quindi anche a Cava d’Ispica] per i quali non disponiamo di riferimenti cronologici”. E’ poi un dato certo che “in genere i cristiani spessissimo occuparono gli ipogei pagani abbandonati e vi deposero i loro morti”. (Orsi N.S. 1891, p. 395). Ed a conferma, per retrodatare al 1° sec. d.C. le prime testimonianze cristiane nella nostra zona, sono molto importanti la necropoli a fossa ed un piccolo ipogeo cristiani, scoperti nel 1988-92 da G. Di Stefano nella contrada modicana di Treppiedi; i materiali, fra cui un’epigrafe funeraria di una tale Dionysa, probabilmente pagana convertita, sono databili dal I al V sec- d.C. Più preciso è C. Cecchelli (E.I.T., IX, 394) che dice: “ I cimiteri cristiani ebbero origine fin dal 1° secolo, e si scavarono sotto terra in varie località; ma i più importanti furono quelli di Roma. In origine furono tombe di famiglia protette dal diritto privato, perché la legge dichiarava la tomba, a chiunque appartenesse, “locus religiosus”… I cimiteri cristiani, destinati anche alle riunioni liturgiche furono perciò cimiteri privati dove i proprietari permettevano la sepoltura di altri fedeli... Fin dalle origini erano in relazione con le “ecclesiae” all’esterno. A Roma il più antico cimitero fu quello di Priscilla, che ebbe origine fin dall’epoca apostolica. Antichissimi anche quelli di Domitilla e le cripte di Lucina, edificate dai proprietari forse ancora pagani e poi convertiti al cristianesimo…All’interno alcune cappelle più grandi potevano contenere la tomba di un martire ed erano destinate per le celebrazioni liturgiche o per gli anniversari dei defunti. Questi oratori sotterranei hanno le forme più varie: quadrangolari, rettangolari, poligonali, rotondi… Essi furono dei luoghi di riunione anche prima della pace della Chiesa. Ne abbiamo testimonianza negli Atti dei Martiri e da un’antica iscrizione del cimitero di Priscilla: “Vos precor, fratres, orare hic quando venitis”. (Per la “Sepoltura” v. la p. 395).

 

 

 

 

LA CATACOMBA SULLA (Ispica) - SEPOLCRO A BALDACCHINO

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CATACOMBA SULLA – MONOGRAMMA COSTANTINIANO

 

 

LA CAVA D’ISPICA

ARCHEOLOGIA STORIA E GUIDA (di Trigilia Melchiorre)

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