LA GROTTA DELLA SIGNORA
LA GROTTA DELLA SIGNORA
FIGURE SEGNATE NELLA PARETE ROCCIOSA
SEGNI E LETTERE
A mezza costa, sul fianco sinistro della Cava, a poche centinaia di metri a sud di Baravitalla, si trova questo singolare monumento. Il Minardo che la esplorò nel 1905 (p.25) così scrive: “L’insieme di questa escavazione, che ha seni e svolte le più strane e paurose, offre l’aspetto di un recondito e grandioso ambulacro, costituito di numerose piccole cupolette…”. All’interno di un camerone di m. 15x7 con piccolo corridoio nel lato sinistro, ci sono alcune camerette tombali (diam. 3,50x3 ca di alt.) con false volte a pannocchia (false tholoi), di cui abbiamo altri esempi poco noti nell’architettura funeraria sicula. Simili cupolette, come le chiama il Minardo, c’erano nella Grotta del Murmure ed anche nella Grotta Martello in territorio di Rosolini, recentemente scoperta. In altri siti sono invece scavate sulla roccia sub divo. Bisogna però tener presente che forme simili sono dovute all’azione erosiva fisico-chimica dell’acqua, sia sulla roccia, le cd. vaschette con canaletta di scolo, sia proprio nelle volte di alcune cavità carsiche, per lo scorrimento vorticoso dell’acqua delle falde freatiche che un tempo le riempiva. Altri studiosi (S. Belluardo – G. Ciavorella, Alla ricerca della Grande Dea”, Modica 1999) le chiamano “coppelle” e le considerano simbolo delle mammelle della Grande Dea Madre il cui culto nell’età del bronzo era diffuso nel Mediterraneo. Il toponimo “Signora” potrebbe essere messo in relazione al culto fenicio della Dea Tanit, che significa appunto “Signora”, il quale è legato a quello della Dea Madre. Si tratterebbe perciò di una grotta con funzione di tomba e luogo sacro. Nel 1986 sono stati scoperti da loro alcuni segni incisi nella roccia di incerto significato. Ci sembra però di riconoscere chiaramente una figura maschile, verosimilmente un guerriero, con l’occhio, l’orecchio, il naso, le labbra, il mento aguzzo e la mano destra alzata ben segnati; nel petto pare abbia uno scudo e una lancia appuntita poggia sull’omero sinistro. La lancia, di bronzo o ferro, li farebbe datare all’età dei metalli, con incerta cronoloigia. Accanto forse il busto di una figura femminile nuda; si nota la parte superiore delle gambe col pube e la mammella sinistra ben segnati. Figure simili sono state scoperte dal Di Stefano nella cd. “scuderia” della “Forza di Ispica”. Non comprensibili invece le linee e i segni, alcuni dei quali sembrano però delle lettere. Somiglianze pare ci siano con le figure segnate nella grotta dell’Addaura a Palermo.
La grotta fu comunque riutilizzata in periodo paleocristiano e bizantino come sepolcreto, perché in essa sono state rinvenute delle lapidi di calcare con iscrizioni cristiane.
LA CAVA D’ISPICA
ARCHEOLOGIA STORIA E GUIDA
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