Ci troviamo
al centro del quartiere latino, la Basilica in origine, come narra la
leggenda, era una cappelletta nata sul luogo del ritrovamento di
un'immagine della Vergine.
I lavori di
costruzione della chiesa, furono iniziati nel 1217 ed ultimati nel 1239.
Di stile
Normanno-Svevo e costruita in conci di materiale lavico, la struttura ne
fu alterata in parte alla fine del '500 e successivamente nell’800.
Le tre
Absidi che fanno parte dell’originaria costruzione si presentano a forma
di torrioni merlati. L'Abside centrale, la più alta, è ornata da un giro
d’archetti sostenuti da capitelli e colonnine pensili. Si noti sopra un
caratteristico cordone a scacchi.
A sinistra
dell’Abside centrale nell'angolo del fianco destro della chiesa e
collocato lo scudo con il bassorilievo del Leone rampante,
simbolo della città
Salendo per Via Umberto
I, sul lato sud
della Basilica, uno sguardo va
rivolto alle trifore, bifore e monofore
che si affacciano sul corso, ancora pavimentato
con piastre di pietra lavica
lavorata
artigianalmente, senza trascurare
il portale di Mezzogiorno, opera del
primo quattrocento,
ornato nella lunetta di una bianca
statuetta marmorea della Scuola
Pisana, raffigurante la
Madonna.
Nel periodo tra il 1825
ed il 1863 per
opera dell'architetto Cavallari fu completata la facciata e ricostruito
l’attuale campanile (l’originario
risale al XIII secolo).
Ci troviamo adesso sul
Piazzale che
prende il nome dalla Basilica.
Guardando l’elegante campanile,
maestoso e di grande effetto, non possiamo
non notare i rilievi architettonici
di calcare bian-co
che contrastano
col nero
dei
blocchi di pietra lavica.
Aperto
in basso da
ampie arcate, e
composto nel
secondo e nel
terzo ordine da
monofore accoppiate a
striscie bianche
e nere. La
sommità del campanile
dove
vengono ospitate le grosse
e pesanti campane presenta delle trifore mitrate.
Sul lato nord
della Basilica "Tramontana"
fa riscontro al por tale di
Mezzogiorno un altro portale, non
di eguale pregio artistico ma sempre
artisticamente valido.
Originariamen-te ornava la
facciata della chiesa.
In fondo "La Tribonia"
sorretta dalle arcate di un portico; un tempo
la strada passava di la.
Affacciamoci ora ai
balconi che
sporgono sul fiume e godiamoci la bella vista dell'Alcantara e del Ponte
a Sette Archi.
Ritorniamo
sui nostri passi ed
entriamo all'interno
della Basilica. si presenta ai nostri
occhi a tre navate,
a croce latina con colonne
monolitiche di pietra lavica sormontate
da capitelli di gusto floreale.
Ricco all'interno è il
patrimonio artistico; oltre ai quadri di Velasques,
"IL martirio dei
Santi Filippo e Giacomo",
"Il martirio di S. Andrea", "L'Annunciazione",
"L'incoronazione
di Maria Vergine", "La Sacra
Famiglia"; degni di uno
sguardo particolare sono i due quadri "La salvezza di Randazzo"di
Girolamo Alibrandi, e "La Madonna del Pileri” di cui si sconosce
l’autore.
L'opera del
pittore messinese posta sopra il Portale di Mezzogiorno, ci mostra la
città di Randazzo ai piedi della Madonna che prega Cristo per salvare
la città dalla lava.
La leggenda
narra che la Madonna apparve ad un vecchio contadino promettendogli che
la sua città non sarebbe mai stata coperta
dal
terribile fuoco dell’Etna. Si noti come appariva Randazzo nel XVI
Secolo.
IL secondo
di gusto bizantino sopra il Portale di Tramontana raffigura la
Madonna col Bambino braccio.
Si racconta
che grazie al ritrovamento di questo quadro, appeso ad un pilastro di
una grotta,| da qui Madonna de Pileri", nacque la prima
chiesetta.
Prima di
lasciare la Basilica, soffermiamoci a visionare le opere di Giovanni
Ganiglia,| "La Dormizione", "L'Assunzione" "l’incoronazione di Maria
Vergine.
Il testo è tratto da: (Guida pratica ed artistica alla
Città di Randazzo – Beppe Petrullo). Per gentile concessione dell'autore.
Le foto sono di Ignazio Caloggero
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