Heritage Sicilia

Via Etnea - Una strada simbolo di una città

Di Tommaso Aiello

Sicilia: Centro Studi Helios

 

Quando ci riferiamo al nostro tema: Sicilia-Terra di culture, non intendiamo ricordare soltanto  coloro che sono stati creatori di queste culture nel corso dei secoli, ma anche le opere che hanno saputo creare e che restano a imperitura testimonianza della grandezza della Sicilia. Lo abbiamo fatto in passato, lo rifaremo anche questa volta parlando di una delle strade più belle e suggestive del mondo: Via Etnea (‘a strata ritta) a Catania. Intanto diciamo subito che Catania è una città aperta, ricettiva al nuovo che avanza e dove trova spazio ogni forma di sperimentazione culturale, musicale e artistica. Musicisti come Vincenzo Bellini, scrittori come Giovanni Verga, Federico De Roberto, Luigi Capuana, Vitaliano Brancati e il fisico Ettore Majorana sono nati qui. Al loro “cigno”catanese, Vincenzo Bellini, che ha scritto le più belle arie femminili, la città amante del melodramma, ha dedicato un Museo nella casa che lo vide nascere, un teatro e perfino, la ricetta della”pasta alla Norma”. Un monumento e i giardini pubblici portano il suo nome. Dal 1434 è città universitaria, Alfonso d’Aragona vi fondò il primo ateneo SYCOLARUM  GYMNASIUM .

 

Città alla moda, ricca di bei negozi, di giovani che affollano gli oltre 100 Pub, le discoteche, i nuovi tipi di locali di tendenza che offrono attrazioni gastronomiche diverse, i venti teatri. All’imbrunire con l’arrivo della brezza marina inizia la “movida”: la città si trasforma in un palcoscenico all’aperto

E’ sacro anche mangiar bene e dalla cucina tradizionale è nata una fantasiosa rivisitazione che offre prelibatezze gastronomiche e gli sguardi si fanno più golosi nella via Etnea, la via dei caffè  e della pasticceria. Catania odierna, barocca e regale, in pietra lavica e calcare bianco, che ricorda la finezza e il gusto borrominiano, di strade larghe, palazzi, conventi e chiese, è il frutto della rinascita che dal 1694 per un decennio, durante il viceregno spagnolo, vide numerosi promotori fra i quali: Giuseppe Lanza duca di Camastra che disegnò la nuova città. Ma torniamo alla Via Etnea: ”Dritta come uno strale /da Porta Uzeda al Tondo/per le pendici del vulcano sale/ una delle più belle vie del mondo”(Leo Mezzadri,giornalista continentale) e certo la “strata ritta” dei catanesi lascia davvero a bocca aperta a rimirarla dalla terrazza di quel Museo Diocesano posto accanto alla porta dedicata al vicerè spagnolo Uzeda: lunghissima. Fu proprio il Duca a disegnare la pianta della città partendo da un’unica strada: la via Uzeda, poi diventata Stesicorea, poi Stesicoro-Etnea e infine Etnea. Nell’ardita concezione del Duca di Camastra, che all’indomani del catastrofico sisma del 1693, si chinò sulle macerie ancora fumanti della città, volle creare una strada per unire il mare alla montagna.

Una via lunghissima sulla quale prospettano ben sette chiese, fra cui la magnifica Collegiata di Stefano Ittar, un tempo riferimento delle famiglie nobili della città: al sommo di una breve scalinata, è un monumento di rara efficacia tardo barocco per la facciata fortemente convessa,le profonde nicchie, le statue aggettanti e la chiaroscurale scansione delle colonne che ne sottolineano la sapiente partizione. Strada di eterno”passio”, fino al tondo Gioeni, misura 2766 metri con un dislivello di circa 90 metri,apparentemente non dissuasivo,ma sufficiente per stancare i meno allenati. Meglio fare come i catanesi che preferiscono”pigghiari ‘a calata” ovvero imboccare la discesa. E partiamo, allora, da Piazza Cavour, tra splendide palme e grandi alberi di Jaracanda, che quando si riempiono di fiori violacei sono uno spettacolo incantevole. Imboccando la discesa si arriva in breve all’Orto Botanico, realizzato nel 1850 su una superficie di 16 mila metri quadrati. Quello della Via Etnea è soltanto un ingresso secondario, ma la bella cancellata non trattiene i profumi, né nasconde fiori variopinti e rare piante esotiche di enormi dimensioni. Altre, come i giganteschi Ficus magnolioides dichiarati monumento nazionale,le troviamo nella Villa Bellini, realizzata dopo il 1856 ampliando il Labirinto dei principi di Paternò, e che Giulio Verne definì uno dei più bei giardini d’Europa. Pochi passi oltre la Villa, ecco il grandioso palazzo delle Poste che sorge, come scriveva il suo progettista, l’architetto Francesco Fichera, nel punto in cui Catania fa maggiore sfoggio di bellezza. In omaggio al gusto eclettico, Fichera vi mescolò bugnati e mascheroni neobarocchi, motivi classici e decò, e lo completò  nel 1929 dopo 10 anni di lavoro spesso interrotti: nel 1924, per esempio gli scavi per le fondamenta portarono alla luce un edificio di età imperiale, una necropoli e altri  reperti. L’esistenza di una Catania romana sotto a Via Etnea -visitabile scendendo nel  sottosuolo quando la “strata ritta” incrocia Piazza Stesicoro- era stata rivelata nel XVIII secolo dal principe archeologo Biscari, che aveva portato alla luce un anfiteatro romano secondo per grandezza solo al Colosseo. Oltre a questo gioiello,la piazza vanta palazzi assai belli: quello detto del Toscano, che Enrico Alvino realizzò nel 1870 sull’impianto di un edificio del grande architetto Vaccarini, e quello fatto realizzare nel 1724 dal medico Tezzano come sede dell’ospedale San Marco. Dopo piazza Stesicoro ci s’immette nel tratto della “strata ritta” che sfoggia le vetrine dei negozi di più antica tradizione. Percorrendo  quelli che qualcuno chiama gli “Champs Elysèes” catanesi,superiamo il palazzo Minoriti, la chiesa omonima e il settecentesco tempio di San Miche Arcangelo- dalla doppia scalinata marmorea che culmina in due splendide acquasantiere barocche- e soffermiamoci sul gigantesco portone di palazzo Caraci, e proprio di fronte, su palazzo Massa di San Demetrio con le sue straordinarie decorazioni. Superati i Quattro Canti- l’incrocio tra la via Etnea e la via di Sangiuliano,i due assi principali voluti dal Camastra-ecco il palazzetto Biscari, sontuoso gioiello del Settecento immortalato nella fiction “Il Bell’Antonio” tratta dal romanzo di Vitaliano Brancati,uno dei principali cantori della Via Etnea e della sua vita. Palazzo Biscari è una delle più fastose residenze nobiliari barocche catanesi,appartenuto al principe Paternò Castelli . La costruzione dell’edificio, fra aggiunte e rifacimenti, è durata un secolo.

 

 

 Catania-Palazzo Massa di San Demetrio       

Catania-Palazzo Biscari: la terrazza

Piazza Duomo

Scenografici sono all’interno il Salone delle Feste tutto specchi,dorature,stucchi e velluti e la Galleria degli Uccelli con il pavimento di maioliche napoletane e finissime porcellane orientali . Dalla terrazza con grandi finestre e decori allegorici si gode la vista del mare.

Poco dopo si arriva nel vero e proprio salotto buono di Catania: la piazza dell’Università e del Duomo,restituite,dopo quasi tre anni di lavoro,ai cittadini e ai turisti,belle come mai erano state.

Dalla prima,dove il prospetto dell’Università e quello di Palazzo San Giuliano si fronteggiano,si gode una straordinaria visione delle cupole delle chiese del centro . La seconda piazza,tra prospetto del Duomo, palazzo Comunale, palazzo dei Chierici, fontana dell’Amenano, porta Uzeda e fontana dell’Elefante, il tutto reso omogeneo e armonico dal genio dell’abate Vaccarini, rappresenta una summa di quel barocco fiorito grazie a cui Catania è stata inserita dall’UNESCO tra i luoghi Patrimonio dell’Umanità.

Piazza Duomo sorge alla confluenza delle principali arterie di Catania,Via Etnea e Via Vittorio Emanuele II. Al suo centro è la fontana dell’Elefante, simbolo della città, realizzata da Giovanni Battista Vaccarini nel 1763. Dal basamento con le allegorie dei fiumi catanesi Simeto e Amenano, s’innalza la scultura di epoca romana,ricavata da un unico blocco di lava, di un elefante, sul cui dorso si erge un obelisco egiziano, a sua volta sormontato da un globo con le insegne di Sant’Agata. E quì ci fermiamo, un po’ stanchi, ma soddisfatti per le bellezze ineguagliabili che abbiamo potuto ammirare.

Se l'argomento è stato di tuo gradimento aiutaci a divulgarlo tramite Facebook, Twitter o altri strumenti di social Network: 

IN PRIMO PIANO:

Invito alla divulgazione del Progetto Heritage Sicilia

 

Heritage Sicilia

Per conoscere e amare la Sicilia

Rivista on line sul Patrimonio Culturale di Sicilia  

 freccia immagine Accedi alla rivista  

 

Rivista on line sul Patrimonio Culturale di Sicilia edita dall'Associazione Culturale Heritage Sicilia in collaborazione con il Centro Studi Helios

E-mail: redazione@heritagesicilia.it

Direttore: Ignazio Caloggero

tel 0932 229065, 3337781708; Fax 0932 4130886

 

Vai alla Home Page di "La Sicilia in Rete"