Heritage Sicilia

Il fascino degli ex-voto (La religiosità popolare) Prima parte.

Di Tommaso Aiello

Sicilia: Centro Studi Helios

Uno dei fatti più notevoli in questi ultimi anni è stata la riscoperta della religione popolare che la cultura corrente aveva sempre tenuto in poco conto . Permeata di razionalismo illuminista, di storicismo idealista e di evoluzionismo progressista, essa ha giudicato con disprezzo la religione popolare ritenendola un insieme di superstizioni, quasi una forma inferiore dello spirito. Per questa ragione la cultura ufficiale dominante l’ha considerata la”religione delle plebi”e quindi frutto di ignoranza e di arretratezza spirituale e sociale. Non a caso ancora nel 1925 Benedetto Croce, nella sua Storia del Regno di Napoli, opponeva la religione esteriore e superstiziosa delle plebi meridionali alla religione della ragione . Alla svalutazione della religione popolare ha contribuito anche il rinnovamento biblico e liturgico, soprattutto del periodo conciliare e postconciliare . Ma quando sembrava che la religione popolare fosse entrata in una crisi irreversibile, ci si è trovati di fronte al fenomeno della “persistenza della religione” che ha spinto teologi e non teologi a rivedere le vecchie posizioni e ad avvicinarsi con nuovo interesse alla religione popolare . Non è in questa sede che ci compete approfondire la tematica relativa al rapporto tra religione popolare e religione ufficiale, ci limitiamo ad osservare che ogni classe sociale elabora una “sua” religione che tutto sommato non è in contrasto con la religione ufficiale anche perché la Chiesa ha sempre cercato di frenare e correggere quelle che vengono definite deviazioni . Nella religione popolare occupano un grande posto Maria e i santi e gli atti di culto e di devozione in loro onore : si va in pellegrinaggio ai loro santuari,si onorano le loro immagini e le loro statue,si fanno offerte di denaro e di oggetti preziosi, si accendono candele e luci, si partecipa alle feste  in loro onore e si compiono altri atti di devozione . Ma per la religione popolare chi sono Maria e i santi ? Sono principalmente coloro che fanno le grazie e cioè i benefici temporali: come la guarigione dalle malattie e la protezione contro di esse e contro gli altri mali che possono sopravvenire e non crediate che questa visione della vita sia del tutto scomparsa, nonostante viviamo ormai in una società che guarda più all’apparire che all’essere. Nella religione popolare Maria è vista come mediatrice di grazie, autrice di miracoli, di prodigi, proprio perché le sue sofferenze e i suoi dolori la rendono più sensibile alle miserie dell’uomo . Ciò spiega perché i santuari più celebri e più frequentati sono quelli che hanno fama di miracoli in essi compiuti e di grazie in essi ottenute. Di qui la fame di miracoli e di prodigi; di qui la facilità con cui si crede ai racconti di fatti prodigiosi; di qui l’accorrere  nei luoghi in cui si dice che siano avvenuti fatti miracolosi, come apparizioni della Madonna, sorgenti che sgorgano improvvisamente dal suolo e la cui acqua ha virtù terapeutiche. Infatti,il pellegrinaggio ai santuari della Madonna, che è una delle espressioni più tipiche della religione popolare, è compiuto principalmente ai santuari sorti in seguito ad un’apparizione di Maria, anche se oggi quelli più frequentati sono quelli che ci impongono i tour operator e il turismo religioso . C’è la convinzione, comunque, che in tali luoghi la presenza della Madonna sia più efficace, che cioè nel luogo dove essa è apparsa o si è in qualsiasi modo manifestata,sia più vicina agli uomini e più disposta ad ascoltarne le suppliche ed a venire in loro aiuto. La nostra ricerca si è soffermata sul santuario della Madonna del Ponte che rientra perfettamente in questa tipologia di santuari e i cittadini del comprensorio di Partinico venerano da secoli la sua immagine e a testimonianza delle grazie ricevute hanno offerto gli ex-voto . Un’immensa suggestione è quella che attraversa la visione di queste tavolette, perché la realtà da cui provengono è la vita e la morte, la luce e le tenebre . Attraverso le loro immagini si entra in un mondo diverso; è come avere tante storie davanti, o meglio una sola, quella dell’intervento miracoloso della Madonna del Ponte e i gruppi sono sempre correttamente collegati a questa figura salvifica . Il racconto: in campagna è facile cadere dal carro e finire sotto le sue ruote; ma ci sono anche le malattie dalle quali spesso non è facile guarire e ci sono poi tante altre occasioni di incidenti nella vita quotidiana. E allora l’uomo che si sente impotente,chiede grazia alla Madonna e questa grazia la si deve far dipingere, naturalmente, da un artefice locale, ma non secondo uno schema inventato da lui, ma stabile da tanto tempo . La Madonna sia pure ridotta da un’opera d’arte o da un’immagine nota, è spesso chiara; se si scende al basso delle tavolette (e basso e alto hanno valori simbolici : il cielo e la terra), i particolari degli arredi sono veri, identificabili, sono quelli del vissuto. Nelle tavolette troviamo pertanto nella parte superiore l’immagine aulica (la figura della Madonna), come sospesa in cielo, mentre sotto c’è il danno,il disastro .

 

 

V.P.G.A(Voto per grazia avuta)-1855 -   Foto T.Aiello

La tecnica pittorica è quasi sempre molto semplice, il tratto è ingenuo e talvolta infantile, segno che non si tratta di veri pittori ma di dilettanti locali che eseguono queste opere su commissione .

Manca la tridimensionalità, il soggetto principale è appiattito sullo sfondo di un paesaggio anonimo, di tanto in tanto ravvivato dalla presenza di alberi .

Qualche tavoletta denota invece una maggiore padronanza della tecnica,come nella tavoletta del 1949 in cui, come vedremo , il mare in tempesta è reso con toni cupi dalle onde che si abbattono sul motopeschereccio .

I colori sono sempre vivaci specialmente quando è di scena il carretto siciliano, tanto da presumere che gli autori di queste tavolette siano proprio i pittori di carri che si adattavano a fare questi lavori .

Del resto nelle tavolette degli anni ’60 e ’70 troviamo la firma di un pittore di carri :

Giuseppe Manfrè che lavorò molti anni a Partinico.

 

 

Miracolo fatto il 22-7-1972 a D’Orio Andrea di Partinico e dipinto da Giuseppe Manfrè.(Foto Aiello)

 

Cronologicamente le tavolette vanno dal 1852 (ma è probabile che le più antiche si siano perdute per incuria o siano state acquistate da pseudo studiosi- turisti,ignari del danno fatto alla comunità e alla storia) al 1978 per essere però negli ultimi anni sempre più frequentemente sostituite da cuori d’argento e da modellini in cera delle parti malate del corpo. Qualcosa è cambiato.  La tecnologia ha distrutto non solo la giornata del contadino regolata dal sole, ma anche quella di tanta altra gente; la scienza ha spiegato i fatti, le cause . Tuttavia resta questo ampio affresco di oltre un secolo attraverso il quale è possibile cogliere diverse notazioni sugli usi,sui costumi, persino sull’evoluzione tecnologica della società.

Continua...  

                                           

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