Chiesa dei Quaranta Martiri al Casalotto |
La chiesa, in piazza dei SS. Quaranta Martiri al Casalotto, ricade nel mandamento Palazzo Reale dove un tempo si era sviluppato il quartiere ebraico della città denominato “Guzzet” o Guzzetta ricco di orti e giardini ed attraversato dal torrente Kemonia. Oggi dell’edificio, danneggiato gravemente dalle bombe del 1943, non rimangono che i resti di una costruzione già esistente nel XII secolo probabilmente edificata durante il periodo normanno. La chiesa fu costruita sopra una grotta utilizzata come luogo di culto dai primi cristiani e del resto questa stessa tipologia costruttiva è presente anche nelle chiese limitrofe del Gesù o Casa Professa e di San Michele Arcangelo che presentano sotto le fondamenta profondi ingrottati. L’edificio è dedicato a quaranta martiri che stando alle notizie giunte fino a noi erano soldati romani di fede cristiana e per questo motivo furono fatti perseguitare dall’imperatore Valerio Licini. Intorno al 320 a.C. infatti, i corpi nudi degli sventurati furono martirizzati su un laghetto ghiacciato. Nel corso del ‘600 la chiesa del SS. Quaranta Martiri al Casalotto ha anche ospitato la Compagnia dei Negri, così chiamata per l’abito indossato dai confrati che avevano il compito di dare giusta sepoltura agli abitanti del quartiere, in seguito la compagnia si trasferì nella chiesa di Sant’Orsola nella vicina via Maqueda.
Nel 1822 la chiesa ha subito un completo rimaneggiamento, l’interno era riccamente affrescato da artisti della bottega di Giuseppe Velesco, mentre sulla facciata è ancor’oggi visibile quel che resta del portale d’ingresso. Sopra quest’ultimo è possibile ammirare un medaglione su cui spicca il simbolo dei martiri ossia una corona con tre rami di palme. Limitrofa alla facciata della chiesa una lapide collocata nel 1890 ricorda l’eccidio avvenuto nel 1832 durante il quale un gruppo di patrioti fu trucidato da soldati del regno borbonico.
Scheda fornita da: Francesca Romano
Fonti: Maria Mimmo Gambino, Dietro le Quinte del Teatro del Sole-Palermo entro le mura, ed. Brotto 1988; Adriana Chirco, Palermo la Città ritrovata, ed. Dario Flaccovio2005