Chiesa dei Quaranta Martiri alla Guilla |
Situata nell’omonima piazzetta di forma triangolare all’interno del quartiere Capo, la chiesa ha pianta a croce con bracci costituiti da due profonde cappelle rettangolari.
L’edificio fu costruito intorno alla fine del 1608 per volontà della Confraternita della Nazione Pisana. Questi ultimi infatti erani presenti a Palermo già nel XVI secolo poichè emigrati a seguito della disfatta avvenuta ad opera dei fiorentini. L’aspetto semplice della facciata in stile tardo-rinascimentale è costituito da un portale su cui spicca il medaglione con la Croce di Pisa, due finestroni ad edicola ed un piccolo campanile laterale il tutto terminante con un timpano triangolare. Tanto semplice la facciata quanto sfarzosa la decorazione interna opera del noto pittore fiammingo Guglielmo Borremans che vi lavorò tra il 1725 e il 1727.
A sinistra dell’edicio un porticato cinquecentesco, testimonianza dei corpi di fabbrica preesistenti all'edificazione della chiesa, collega il lato occidentale ad un edificio dove ha sede la Confraternita di Maria SS. dei Sette Dolori chiamata così poichè il fercolo della Madonna, portato in processione durante la seconda domenica di settembre, ha il cuore trafitto da sette spade ognuna delle quali rappresenta uno dei dolori vissuti da Maria durante la vita di Gesù. Una scritta in filo d'oro ricamata sopra il mantello della Vergine ricorda che si tratta di un dono, datato 1932, della Regina Elena moglie di Vittorio Emanuele III di Savoia.
Tutta la decorazione interna, che riveste l’intera pianta a croce, fu realizzata a spese della nobiltà palermitana di origine pisana. Questa volle raffigurate nelle pareti e nei tondi scene della vita di San Ranieri, Beati e Sante Vergini, nelle vele scorci di paesaggi pisani mentre nella volta spicca l’affresco raffigurante L’esaltazione della Vergine Assunta. In questo edificio architettura e pittura si mescolano in un perfetto connubio creando anche effetti ottici di notevole rilevanza, come è evidente nell’altare maggiore dove è stata realizzata un’architettura illusoria con coppie di colonne. A rendere ancora più ricca la chiesa sono i preziosi lampadari in cristallo che impreziosiscono l’interno del complesso chiesastico.
Scheda fornita da: Francesca Romano
Fonti: Adriana Chirco, Palermo la città ritrovata, ed. Dario Flaccovio 2005;
www.stilepisano.it
www.palermoweb.com
www.palermoedintorni.blogspot.com;
www.cattedrale.palermo.it/parrocchia/comunita/confr%20sette%20dolori.htm