Ricostruzione plastica ad opera di Salvatore Rizzuti e degli allievi della Cattedra di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Palermo 1998-2000
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LA RICERCA
L'Accademia di Belle Arti di Palermo, massima Istituzione dello Stato nel campo delle arti visive, è nata nel 1886. All'interno di essa hanno operato, in veste di Direttori o Docenti, artisti come Ernesto Basile, Mario Rutelli, Benedetto Civiletti, Ettore Ximenes, Archimede Campini, solo per citarne alcuni. Tutti personaggi che hanno fortemente contribuito alla crescita culturale e artistica della città di Palermo tra la fine dell'800 e gli inizi del '900. A questa nobile tradizione, ancora oggi, si vuole mantenere fede, impartendo agli allievi non solo la lezione didattica finalizzata alla creatività, ma stimolandoli anche alla ricerca e alla riscoperta degli artisti del passato e delle loro opere. Tra questi, Antonello Gagini e figli, artefici della grandiosa Tribuna, eretta nella Cattedrale di Palermo dal 1510 al 1574, e demolita, disastrosamente, durante la ristrutturazione della Cattedrale avvenuta dal 1781 al 1801. Infatti, negli anni accademici '98-'99 e '99-'00, nell'ambito del programma di ricerca della mia Cattedra, ho svolto, assieme agli allievi di scultura, un'approfondita ricerca finalizzata alla ricostruzione in scala della distrutta Tribuna. La finalità di tale ricerca è stata quella di fare acquisire agli allievi la coscienza della storia, riportando alla luce, anche visivamente, l'ori-ginaria configurazione della Tribuna. Lo studio non era finalizzato, così, solo a un mero esercizio didattico ed estetico, ma assumeva una valenza scientifica. Pur senza affermare di avere affrontato e risolto tutti i problemi inerenti alla Tribuna, abbiamo cercato di risolvere quei problemi, se pur minimi, che abbiamo incontrato, nella maniera più ragionata possibile, relativamente alle nostre competenze di scultori. In ogni caso, la riproduzione in scala 1:10 da noi realizzata potrebbe fornire un piccolo contributo alla ricerca di altri studiosi. E' ovvio, infatti, che la ricostruzione della Tribuna, soprattutto in mancanza di alcuni dati tecnici precisi, può non risultare del tutto veritiera, ma la puntigliosa descrizione dei cronisti del tempo ci ha aiutato sicuramente nell'approssimazione più attendibile. Ciò che importa è che il fruitore comune possa essere portato a conoscenza di ciò che avevamo, e che non abbiamo più a causa dell'inco-scienza di chi ha saputo distruggere in un attimo ciò che era stato costruito in sessantaquattro anni da generazioni di scultori.
Tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo si instaura a Palermo quella che sarà considerata la più importante bottega di scultura rinascimentale siciliana: la bottega dei Gagini. A essa fa capo Antonello, figlio di Domenico Gagini, originario di Bissone, stabilitosi in Sicilia attorno al 1459. Alla morte di Domenico, avvenuta nel 1492, Antonello, appena quattordicenne, mostra già le qualità di colui che diverrà il maggiore esponente della scultura rinascimentale in Sicilia. Sarà, infatti, il caposcuola di una fiorente bottega presso la quale opereranno artisti come Giuliano Mancino, Antonio e Bartolomeo Berrettaro, Vincenzo Carrara, Fedele Da Corona e altri ancora. Con un primo contratto, redatto dal Notaio Pietro Tagliante il 28 Luglio del 1507, l'Arcivescovo Giovanni Paternò affida all'estro creativo di Antonello quella che sarà ritenuta la maggiore opera di scultura del Rinascimento in Sicilia: la Tribuna marmorea della Cattedrale di Palermo, la cui costruzione durerà per ben 64 anni, dal 1510 al 1574, e alla quale lavorerà lo stesso Antonello fino alla sua morte, avvenuta nel 1536, e che sarà proseguita dai figli Antonino, Giacomo e Vincenzo. Essa occupava l'abside centrale della Cattedrale. Per la descrizione dettagliata di tutta la vicenda della Tribuna, e di come essa avrebbe dovuto configurarsi secondo il primo contratto, si rimanda a Gioacchino Di Marzo. 1 Col secondo contratto del 25 Gennaio 1510, stipulato tra lo stesso Paternò e Antonello Gagini, presso il Notaio Antonino Lo Verde, viene stabilita quella che sarà poi la configurazione definitiva della Tribuna, per la cui descrizione si rimanda sempre al Di Marzo. 2 Nell'ultimo ventennio del XVIII secolo, cioè dal 1781 al 1801, sotto la direzione di Venanzio Marvuglia, Salvatore Attinelli e Frate Felice La Licata da Palermo, si mette in atto la radicale trasformazione della Cattedrale, che la rende come la vediamo allo stato attuale. In questa fase di ristrutturazione, attorno al 1797, la Tribuna viene letteralmente demolita ad opera del La Licata. Questo deplorevole gesto sarà immeritatamente addebitato a Ferdinando Fuga, soprattutto da Di Marzo. 3 E' noto, infatti, che il progetto di ristrutturazione della Cattedrale è stato affidato al Fuga, che, attorno al 1767,
1) - Gioacchino Di Marzo, I Gagini e le scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI, pagg. 218 -220, Palermo, 1884. 2) - Ivi, pagg. 222-226. 3) - Ivi, pagg. 226, 227.
Tavola 1
produsse i disegni - poi andati distrutti nell'incendio del 1860 - di cui esiste la copia di una pianta ad opera del Villabianca.4 Ma uno studio puntiglioso e documentato di Nino Basile, pubblicato nel 1926, dimostrerà come Ferdinando Fuga non ne avesse alcuna colpa, e come, invece, lo scempio fosse da attribuire ai citati Marvuglia, Attinelli e La Licata. 5 Oggi, dopo alterne vicissitudini, della dismessa Tribuna esistono ancora, dislocate all'interno della Cattedrale, le quaranta statue delle nicchie, l'Assunta, il Cristo risorto, i tre soldati, i quattordici tondi con gli angeli, le quattordici storie (Tav. 1) e quattordici paraste (Tav. 3); tutti gli altri elementi non si sa bene che fine abbiano fatto, a parte qualche frammento custodito nei depositi del Museo Diocesano di Palermo.
4) - Nino Basile, La Cattedrale di Palermo: l'opera di Ferdinando Fuga e la verità sulla distruzione della Tribuna di Antonello Gagini, R Bemporad, Firenze, 1926. 5) - Ivi.
(su delle mensole ancorate ai pilastri della navata centrale si possono ancora ammirare le statue che facevano parte della Tribuna di Antonello Gagini, demolita nel 1797).
Tavola 1. Posizione attuale delle statue della Tribuna all’interno della Cattedrale
I quattordici angeli e le quattordici formelle del primo ordine di statue sono qui raffigurati come nella posizione reale all'interno della Cattedrale, cioè posti rispettivamente al di sopra e al di sotto delle statue di appartenenza. Le statue del secondo e del terzo ordine sono dislocate lungo la navata centrale e sotto il portico meridionale. Il Cristo risorto e i tre soldati sono posizionati sull'Altare Maggiore. L'Assunta è collocata nella Cappella di S. Maria degli Angeli, la seconda a sinistra della navata centrale. Al di sotto dell'Assunta si trova anche il "Sepolcro di Lei" di cui scrive il Di Marzo. Sull'Altare di Maria Vergine Assunta si trova l'(ipotetico?) "feretro" di cui scrive sempre il Di Marzo.
Tavola 2
Stampa del Gramignani (1761) con la Tribuna ancora esistente
Particolare della Tribuna (dalla stampa del Gramignani)
Antica planimetria della Cattedrale, prima della ricostruzione settecentesca (tratta da La Cattedrale di Palermo dalle origini allo stato attuale di A. Zanca) - la parte colorata in rosso indica il sito della Tribuna prima della demolizione del 1797. Prospetto della Tribuna, elaborato da H. W. Kruft in base alla descrizione del Di Marzo, e alla stampa del Gramignani
Dal punto di vista tecnico il dato di riferimento per la realizzazione del Plastico è stata la ricostruzione grafica fatta dallo studioso tedesco H. W. Kruft (Tav. 2). La prima operazione è stata quella di ridisegnare in scala 1:10 quel prospetto (cioè la dimensione in cui, in seguito, sarebbe stato realizzato il plastico), e di ricavarne conseguentemente la visione e dimensione planimetrica. In un primo tempo quell'operazione è stata fatta applicando pedissequamente le misure date dal Kruft. In seguito, determinate verifiche hanno indotto ad apportare alcune modifiche, non indifferenti, relativamente alle dimensioni in larghezza, di cui vedremo in seguito. Si è dovuto constatare ad esempio che la larghezza delle nicchie non poteva essere di 100 cm come riportato dal Kruft, ma almeno di 110 cm, poiché la larghezza di alcune statue (vedi ad esempio il S. Cristoforo) è di 98 cm, e dunque è improbabile che statue di tale dimensione potessero essere contenute in nicchie di appena due cm più larghe. Questa tesi può essere avvalorata dalla larghezza delle attuali nicchie entro cui sono contenute alcune delle statue, che, infatti, è di 110 cm; e dal fatto che l'insieme statua-nicchia risulta sufficientemente proporzionato. Altra verifica fatta in corso d'opera ha riguardato la dimensione delle paraste, infatti la larghezza (compresa la cornice) di alcune paraste ritenute originali, attualmente collocate all'interno della Cappella di Santa Rosalia in Cattedrale (Tav. 3), risulta di 55 cm, mentre nel prospetto di Kruft risulta di 50 cm. Questa modifica però non si è fatto in tempo ad applicarla nel plastico, poiché la scoperta è avvenuta quando gli elementi del plastico erano già stati realizzati, ed era già stato avviato il montaggio. D'altronde è comprensibile che tali dettagli non erano rilevanti per gli scopi che il Kruft si proponeva. La scoperta di questi due particolari, apparentemente irrilevanti, per noi, al contrario, ha rappresentato la nascita di un problema di non facile soluzione, a cui, allo stato attuale, e con i mezzi di conoscenza a nostra disposizione, non sapremmo dare alcuna soluzione definitiva. Infatti, a seguito di un attento e minuzioso rilievo fatto sulla zona absidale della Cattedrale, si è potuto verificare che la distanza tra i margini mediali delle absidi laterali corrisponde a 17,18 m, cioè 1,70 m in meno rispetto alla misura massima della nostra ipotesi che è di 18,88 m. Dunque i risvolti frontali della Tribuna dovevano sconfinare all'interno delle absidi laterali (Tav. 4).
Tavola 3
Dimensioni in larghezza delle 14 paraste originali della Tribuna, attualmente collocate all’interno della Cappella di S. Rosalia nella Cattedrale di Palermo
A - cm 47 B - cm 55 C - cm 47 D cm 47 E - cm 55 F - cm 44 G - cm 36 H - cm 36 I - cm 45 L - cm 55 M - cm 48 N - cm 47 O - cm 55 P - cm 48.
Le paraste d’angolo B, E, L, O contengono le cornici originali; tutte le altre contengono cornici in stucco ottocentesche.
Per quanto riguarda invece la soluzione kruftiana, sviluppando la planimetria in base ai suoi dati, otterremmo una larghezza massima di 17,40 m, cioè una dimensione più possibile, anche se comunque più larga di soli 22 cm rispetto ai 17,18 m. Ma il nostro ragionamento ci ha dimostrato che alcuni dati del Kruft andrebbero corretti, e queste correzioni avvalorerebbero la nostra ipotesi. Quali sono questi dati, a mio avviso, certi? 1 - la larghezza delle statue ci indica che le nicchie non
potevano essere inferiori a 110 cm di larghezza; 2 - la larghezza delle paraste, dati certi alla mano, non poteva essere inferiore a 55 cm;
3 - lo spazio tra la nicchia e la parasta, come possibile rapporto, non poteva essere inferiore a 10 cm, e lo stesso Kruft lo riporta di tale dimensione;
4 - la larghezza del nicchione centrale, come deduce sempre il Kruft, non poteva essere inferiore a 200 cm circa per poter contenere il Cristo e i tre soldati.
Se si danno per certi questi dati, e si dà anche per certa la perfetta forma semicircolare della Tribuna con l'avanzamento delle pareti dritte verso la navata, possiamo affermare che i margini estremi della Tribuna dovevano necessariamente sconfinare all'interno delle absidi laterali (Tav. 4). Per quanto riguarda le misure in altezza ci si è attenuti pedissequamente a quelle indicate dal Kruft, che stabilisce un'altezza totale, dal pavimento alla sommità del cornicione di coronamento, di 17,65 m. Questa sommità dovrebbe corrispondere al piano di imposta dell'arcone che precede il catino absidale e del catino absidale stesso. Ora, se si tiene conto che, con le misure in larghezza da noi ipotizzate, la corda dell'arcone risulterebbe di 10,34 m, e che l'arco acuto costruito su questa corda doveva avere, verosimilmente, i centri di compasso sui due terzi della corda stessa, si otterrebbe una freccia di 6,60 m. Dunque un'altezza totale, dal pavimento all'apice dell'intradosso, di 24,25 m. Se, ancora, si aggiunge almeno un metro di spessore dell'arco, si ottiene una quota massima di 25,25 m. A questo punto risulta legittimo chiedersi se l'originaria struttura Gualtieriana raggiungesse quelle quote; e se le quote riportate dal Kruft siano del tutto attendibili. Il dubbio ci sorge anche in base a quanto ci riporta il Di Marzo su un dato del primo contratto:
"Doveva esser quella dal pavimento alla sommità di altezza di dieci canne e
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quattro palmi (m. 21,63)…".
6) - Op. cit., pag. 218.
Tavola 4
A - Planimetria attuale delle absidi della Cattedrale.
B - Ipotetica posizione, e dimensione in larghezza della Tribuna, in base alle modifiche delle misure in larghezza da noi apportate alla versione del Kruft, e realizzate nel Plastico.
Ma sappiamo che col secondo contratto le cose cambiarono. Purtroppo si hanno pochi dati certi, e l'unica testimonianza visiva di come potesse essere la Tribuna rimane la famosa stampa del Gramignani, pubblicata dal Di Marzo (Tav. 2) - sulla quale si è dovuto basare lo stesso Kruft - peraltro anch'essa poco esplicita, poiché manca, ad esempio, il doppio basamento dove dovevano essere contenute le formelle con le storie dei santi; le nicchie del terzo ordine risultano più piccole rispetto agli altri ordini, e così via. Fortunatamente, sul congegno generale della Tribuna e sulla posizione delle statue, è stata preziosa la testimonianza del Mongitore, sulla quale si è basato molto lo stesso Di Marzo. 7 Altrettanto fortunatamente, quasi tutte le sculture più importanti che ornavano la Tribuna sono pervenute a noi, e sono tuttora dislocate dentro la Cattedrale (Tav. 1). Ad esclusione forse di alcuni bassorilievi così come dallo stesso Di Marzo: "Nel basso, in corrispondenza alle preziose storie in giro, sottostanti alle statue del prim'ordine, era come per base una nicchia più larga che alta, dentrovi a destra in piccole figure in rilievo Maria Vergine giacente morta, con Cristo in atto di accoglierne in cielo l'anima corteggiata dagli angeli, ed a sinistra in un portico gli apostoli e discepoli di Gesù, recando in processione sul feretro il corpo della sua madre. Seguiva al naturale al di sopra il sepolcro di lei, ornato in fronte di una croce di porfido, con due figure di vergini genuflesse da' lati pregando con libro in mano, e dietro pur ginocchioni la Madre di Dio, levate in alto le braccia e come esalando l'imma-colato spirito.…". 8 Opere probabilmente andate perdute, come sempre il Di Marzo riporta, con l'amara conclusione: "…forse un avanzo di alcune mezze figure degli apostoli, di gaginesco stile purissimo, or vedesi fra alcune artificiali ruine presso a un laghetto del Giardino Serradifalco all'Olivuzza; deplorevole segno del vandalico sperpero di tanti preziosi marmi
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che quell'antico e prezioso tempio adornavano.". Ad onor del vero va detto che esiste un altorilievo, attualmente collocato sull'altare della cappella dell'Assunta, rispondente, in parte, alla descrizione della processione del feretro di Maria, ma la sua misura in larghezza (177 cm) non si adatta al posizionamento simmetrico con altro altorilievo di egual misura, poiché si otterrebbe una larghezza complessiva di 354 cm, cioè quasi il doppio rispetto ai 200 cm circa di larghezza della grande nicchia centrale. Ci si chiede, invece, se sia possibile che la figura di Maria giacente, attualmente posta nella stessa nicchia dell'Assunta nella cappella di
S. Maria degli Angeli, possa far parte di quel "sepolcro di lei" anche se il Di Marzo non la cita.
7) - Ivi. 8) - Ivi, pag. 225. 9) - Ivi, pag. 426.
Plastico della Tribuna di Antonello Gagini - Gesso - 1998-2000
Nella realizzazione di questo lavoro, la nostra scelta è stata di riprodurre soltanto le opere ancora esistenti, tralasciando tutte quelle parti della Tribuna non più esistenti o disperse, compresa la volta col grande Padreterno in stucco, opera di Vincenzo Gagini. Delle paraste originali, attualmente poste nella cappella di Santa Rosalia, tutte con decori diversi l'una dall'altra, ne abbiamo riprodotte solo tre, delle quali una orna tutto il primo ordine del plastico; una le pareti dritte interne e frontali del secondo ordine, e una la parte absidale del secondo ordine. Di capitelli ne abbiamo riprodotto solo un tipo tra quelli illustrati graficamente nell'opera del Di Marzo, e l'abbiamo utilizzato per l'intero plastico. Le modanature orizzontali le abbiamo sviluppate secondo lo schema e le misure del Kruft.
Salvatore Rizzuti
Il plastico è stato realizzato in scala 1:10. Esso è costituito da tavole in multistrato di pioppo a 16 mm per la struttura portante, e gesso per gli elementi scultorei. E' suddiviso in otto settori assemblabili, tre dei quali costituiscono un primo livello comprendente il primo ordine di nicchie e il cornicione che lo separa dal secondo ordine; altri tre costituiscono il secondo livello comprendente il secondo e terzo ordine di nicchie ed il cornicione di coronamento; uno comprende il catino absidale; uno comprende l'arcone frontale di coronamento (Tavv. 5, 6). L'insieme del plastico misura cm 196,5 di larghezza x 112 di profondità x 254 di altezza; e poggia su un basamento (anch'esso in multistrato) di 214 x 122 x 40 cm. Il basamento è munito di sei ruote interdirezionali che ne permettono il facile spostamento (Tavv. 7, 8). Tutti gli elementi scultorei della Tribuna sono stati riprodotti dagli allievi, ad esclusione dell'assemblaggio di ogni elemento del plastico, di cui si è occupato, in particolar modo, l'allievo Nicola Busacca. Le ricerche d'archivio sono state effettuate dall'allievo Davide Iovino. Il tutto sotto la direzione del Prof. Salvatore Rizzuti.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
1) - Gioacchino Di Marzo, I Gagini e le scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI, Palermo, 1884. 2) - Nino Basile, La Cattedrale di Palermo: l'opera di Ferdinando Fuga e la verità sulla distruzione della Tribuna di Antonello Gagini, R Bemporad, Firenze, 1926. 3) - Dante Bernini, Storia della Sicilia, Architettura e scultura del quattrocento, (pagg. 233-271), Società Editrice Storia di Napoli e della Sicilia, 1981 4) - Antonio Zanca, La Cattedrale di Palermo dalle origini allo stato attuale, Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di
Palermo, 1989. 5) - Donald Garstang, Giacomo Serpotta e gli stuccatori di Palermo, Sellerio Editore, 1990. 6) - Maria Antonietta Spataro, Raffaello e lo Spasimo di Sicilia, Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Palermo, 1991. 7) - Dante Bernini, Gagini, in Maestri siciliani, rivista Kalos, Edizioni Ariete, Palermo, Luglio-Ottobre 1992. 8) - Benedetto Patera, Francesco Laurana in Sicilia, Edizioni Novecento, Palermo, 1992. 9) - Autori vari, La Cattedrale di Palermo, studi per l'ottavo centenario della fondazione, a cura di Leonardo Urbani, Sellerio Editore,
Palermo, 1993. 10) - Luigi Sarullo, Dizionario degli Artisti Siciliani, Scultura, a cura di Benedetto Patera, Edizioni Novecento, 1994. 11) - Francesco Negri Arnoldi, Scultura del Cinquecento in Italia Meridionale, Electa Napoli, 1997 12) - Maria Concetta Di Natale, Capolavori d'Arte del Museo Diocesano, Edizioni O.DI.PA., 1998 13) - Giuseppe Bellafiore, La Cattedrale di Palermo, Flaccovio Editore, Palermo, 1999.
Tavola 5
Tavola 6
Plastico della Tribuna - (Esploso)
Tavola 7
Tavola 8
Tutte le sculture: statue, angeli e formelle sono in marmo di Carrara Le statue misurano un’altezza media di 220 cm. Gli angeli e le formelle, esclusa la cornice, misurano una larghezza media di 80 cm
Nella didascalia di ciascuna opera è riportato il nome dell’autore secondo le attribuzioni fatte da Gioacchino Di Marzo ne
“I Gagini e la Scoltura in Sicilia nei secoli XV e XVI”
pubblicato a Palermo nel 1884
1 - (Antonello e aiuti) 2 - (Antonello e aiuti) 3 - (Antonello e aiuti)
1 - S. Paolo (Antonello) 2 - S. Bartolomeo (Antonello e aiuti) 3 - S. Filippo (Antonello)
1 - Conversione di S. Paolo (Antonello) 2 - Scorticamento di S. Bartolomeo (Antonello) 3 - S. Filippo ed il dragone soggiogato (Antonello) 4 - (Antonello e aiuti) 5 - (Antonello e aiuti) 6 - (Antonello e aiuti)
4 - S. Tommaso (Antonello) 5 - S. Giacomo minore (Antonello) 6 - S. Giovanni (Antonello)
4 - S. Tommaso tocca le ferite di Cristo (Antonello) 5 - Martirio di S. Giacomo minore (Antonello) 6 - S. Giovanni dinanzi la porta latina (Antonello) 7 - (Antonello e aiuti) 8 - (Antonello e aiuti) 9 - (Antonello e aiuti)
7 - S. Pietro (Antonello e aiuti) 8 - S. Andrea (Antonello e aiuti) 9 - S. Giacomo Maggiore (Antonello)
7 - Consegna delle chiavi a S. Pietro (Antonello) 8 - Vocazione di S. Andrea (Antonello) 9 - Vocazione di S. Giacomo Maggiore (Antonello) 10 - (Antonello e aiuti) 11 - (Antonello e aiuti) 12 - (Antonello e aiuti)
10 - S. Matteo (Antonello) 11 - S. Simone (Antonello) 12 - S. Giuda Taddeo (Antonello)
10 - S. Matteo che lascia il telonio (Antonello) 11 - Decapitazione di S. Simone e S. Taddeo (Antonello) 12 - S. Giuda Taddeo converte Abagaro (Antonello) 13 - (Antonello e aiuti) 14 - (Antonello e aiuti)
13 - S. Mattia (Antonello) 14 - S. Giovanni Battista (Antonello)
13 - S. Mattia fra gli Apostoli (Antonello) 14 - Presentazione della testa del Battista ad Erode (Antonello) 15 - S. Cristoforo (Antonio) 16 - S. Ambrogio (Antonello) 17 - S. Ninfa (Antonio)
18 - S. Cristina (Antonio) 19 - S. Domenico (Antonio) 20 - S. Cosma (Antonio) 21 - S. Luca (Attribuzione incerta) 22 - S. Marco (Attribuzione incerta) 23 - S. Damiano (Attribuzione incerta)
24 - S. Francesco (Antonio) 25 - S. Lucia (Attribuzione incerta) 26 - S. Oliva (Attribuzione incerta) 27 . S. Agostino (Antonello) 28 - S. Sebastiano (Giacomo) 29 - S. Gregorio (Antonello)
30 - S. Maria Maddalena (Antonio) 31 - S. Caterina (Attribuzione incerta) 32 - S. Antonio (Antonio) 33 - S. Lorenzo (Antonio) 34 - S. Giovanni Evang. (Attribuzione incerta) 35 - S. Matteo (Antonello)
36 - S. Stefano (Giacomo) 37 . S. Benedetto (Giacomo) 38 . S. Agnese (Attribuzione incerta) 39 - S. Agata (Attribuzione incerta) 40 - S. Girolamo (Attribuzione incerta) 41 - Cristo risorto (Attribuzione incerta)
42 - Primo soldato (Attribuzione incerta) 43 - Secondo soldato (Attribuzione incerta) 44 - Terzo soldato (Attribuzione incerta)
45 - Assunzione di Maria (Antonello) - 46 - Sepolcro di Maria (Attribuzione incerta) - 47 - Processione del fretro di Maria (?) (Attribuzione incerta)
Elementi ornamentali originali della Tribuna di Antonello Gagini conservati al Museo Diocesano di Palermo
1 - Capitello 2, 3 - Frammenti di parasta 4 - Ornamento di cornicione marcapiano