Chiesa del Purgatorio Ragusa

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Ragusa Ibla: Chiesa Anime del Purgatorio

 

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La chiesa, che domina l’attuale Piazza della Repubblica (Piazza degli Archi conosciuta anche come  Piazza dei Comizi),  fu aperta al pubblico nel 1658[1], il suo principale benefattore fu Don Giovanni Valerio Mazza che fornì probabilmente anche i locali necessari alla sua costruzione[2]. Non dovette subire molti danni dal terremoto del 1693, tanto che nello stesso anno vi si potevano amministrare i sacramenti per conto  della parrocchia di San Giovanni che nel frattempo si era stabilità a Ragusa Superiore nella contrada del Patro. Nel XVIII secolo la chiesa fu ricostruita più grande e assunse la sua forma attuale: a tre navate, con facciata tripartita  e colonne corinzie su alti plinti. Le fondamenta del campanile, nella parte posteriore sinistra della chiesa, poggiano sulla roccia e su antiche mura che dovrebbero far parte dell'antica cinta muraria bizantina dell’antica Ibla. E’ possibile vedere tali ruderi passando da quella che viene chiamata la "Salita dell'orologio". 

                                   

 

Dall’esterno, sulla parte destra è possibile notare un grande contrafforte ad arco, che scavalca la via Aquila Sveva, costruito probabilmente per rendere più stabile l’edificio dopo il terremoto.

Roccaforte ad arco. vista dall'alto

Roccaforte ad arco. vista esterna visto da via Aquila

                         

L’interno, a tre navate,  è separato da colonne corinzie in pietra pece  e abbellite da altari marmorei e antiche tele. Sull’altare maggiore spicca la grande tela rappresentante le “Anime Purganti” di Francesco Manno soprannominato il Francescone (1754-1831), si dice che il Manno godesse a Roma di ottima reputazione di artista e che un prete ragusano della famiglia Nifosi fornisse all'artista il concetto e lo schizzo dell' opera[3]


[1] Eugenio Sortino Trono: Ragusa Ibla Sacra . pag. 118

[2] Manoscritto del 700 di  Leonardo Lauretta: Relazione su Ragusa e topografico stato della stessa. Come si è ed era prima del tremuoto del 1693. Riportato da  Sortino Trono Eugenio nel suo “I Conti di Ragusa e della Contea di Modica. Ragusa 1910. pag. 347

[3] Anonimo: Ragusa di Sicilia – Piccola guida del viaggiatore di anonimo del 1898. pag. 48
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