LA CHIESA DI SAN GIUSEPPE

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La chiesa si trova a Ibla in Piazza Pola (l’antica Piazza Maggiore) sul sito dove prima del terremoto del 1693 sorgeva la chiesa di S. Tommaso. La storia della chiesa di San Giuseppe è legata all’attiguo Monastero di S. Benedetto.

Il Monastero di S. Benedetto sorgeva nel 1590 grazie alla donazione del Barone di Buscello  Carlo Giavanti[1] si affaccia sull’attuale Via Torrenuova e anticamente comprendeva anche la struttura che sino al 1926 ospitava il vecchio palazzo comunale, uno dei lati del Monastero si affacciava sulla Piazza Maggiore, allora molto più grande dell’attuale Piazza Pola e punto di riferimento almeno sino al terremoto del 1693.

L’attuale chiesa di San Giuseppe fu costruita nella seconda metà del 700 per iniziativa delle suore del Monastero di S. Benedetto, furono utilizzati i locali della chiesa di S. Tommaso, che sino al 1693, anno della sua distruzione ad opera del terremoto, sorgeva di fronte al Monastero.

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Alcuni studiosi del passato, sulla base di alcune analogie tra la facciata della chiesa di S. Giuseppe e quelle di S. Giorgio a Ragusa e di S. Domenico e del Carmine a Noto, hanno attribuito la chiesa all’opera di Rosario Gagliardi[2]; Paolo Nifosì invece sulla base del fatto che all’epoca dell’inizio dei lavori il Gagliardi non era più attivo avendo nel 1762 firmato la procura generale al genero Vincenzo Sinatra esclude il Gagliardi attribuendo la chiesa a fra Alberto Maria di S. Giovanni Battista per la particolarità di  alcuni particolari architettonici[3].

Il prospetto, ricco di intagli e sculture, presenta nel primo ordine quattro colonne corinzie e un bel portale d’ingresso sormontato da un fregio a motivi vegetali ed affiancato dalle statue di Sant’Agostino e S. Gregorio; nei comparti estremi, invece, si possono ammirare le statue delle Sante Gertrude e Scolastica. Il secondo ordine presenta un finestrone con arco semicircolare e grata di ferro battuto “a petto d’oca”; è raccordato al primo ordine da ampie volute affiancate dalle Statue di San Benedetto e San Mauro.

Nell’interno, a pianta ovale, sono custoditi pregevoli dipinti come: la tela raffigurante Santa Gertrude di Tommaso Pollace, quella raffigurante la Trinità di Giuseppe Crestadoro e la Sacra Famiglia, posta nell’altare centrale, di Matteo Battaglia.

Sulla grande volta a cupola si trova un affresco di Sebastiano lo Monaco raffigurante la Gloria di San Giuseppe e San Benedetto.

Gli altari sono decorati con vetro dipinto, mentre il pavimento è composto di mattonelle in maiolica alternate a lastre di calcare bianco con intarsi in pietra pece.

Nell’interno della Chiesa va ricordata, inoltre, la presenza di una bella statua seicentesca in argento di S. Giuseppe.


[1] originario di Modica e residente a Ragusa perché sposato con la ragusana Violante Castilletti

[2] Gaetano Gangi: Ragusa Barocca pag. 29; per un confronto vedi anche Antony Blunt: Barocco Siciliano p.35,   Salvatore Boscarino : Sicilia Barocca p. 172, Marco Rosario Nobile: Barocco e tardobarocco negli iblei occidentali p. 26

[3] Palo Nifosì in Mastri e maestri nell’architettura iblea p. 14.

 

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