LA CHIESA DI SAN CARLO BORROMEO - NOTO

 

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Noto: La Chiesa di San Carlo Borromeo

 

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La chiesa di San Carlo al Corso, si trova lungo il Corso Vittorio Emanuele. La chiesa è dedicata a San Carlo Borromeo, è la chiesa del convento dei gesuiti di Noto. Edificata tra il 1736 ed il 1746 in sostituzione della precedente distrutta dal terremoto del 1693,  probabilmente su progetto di Rosario Gagliardi, la chiesa è a pianta longitudinale.  Il campanile della chiesa, dalle 3 campane  è visitabile e permette di godere di un panorama su tutto il centro storico di Noto.

 

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La concavità dell'abside è richiamata, nei pressi del portale, da un corrispondente atrio curvilineo. La facciata, a tre livelli, è caratterizzata dall'uso di colonne libere e dal caratteristico andamento mistilineo-convesso. Il materiale da costruzione è la dorata calcarenite locale. La campana e l'altar maggiore provengono dall'antica chiesa gesuitica della Noto Antica, distrutta nel terribile terremoto del Val di Noto del 1693 

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Nella cantoria, sopra l'ingresso della chiesa, si trova un organo settecentesco finemente decorato. L'interno è a tre navate coperte da una volta a botte e scandite da semicolonne. La volta presenta tre affreschi  attribuiti a Costantino Carasi e  raffiguranti: la Trasfigurazione, la Guarigine del paralitico e al centro il Trionfo dell’Agnus Dei; mentre sui pennacchi della cupola sono affrescati, in modo peculiare, gli Evangelisti, e sotto sopra mensolette sono collocate quattro statue che rappresentano le Virtù cardinali: Temperanza e Fortezza (a destra) e Giustizia  e Prudenza (a sinistra).

Sull’altare maggiore, lateralmente, sono collocate due statue in marmo che simboleggiano la Fede e la Speranza, opere dello scultore Giuseppe Giuliano.

L'interno conserva numerose opere d'arte: vari dipinti su tela, fra cui Il sacrificio di Isacco (sec. XVIII), la Fuga in Egitto (sec. XVIII), la Deposizione (sec. XVI), S. Carlo Borromeo visita gli appestati (sec. XVII-XVIII), la Madonna con Bambino e Santi (sec. XVIII), Scena biblica (sec. XVIII), S. Ignazio di Loyola  (sec. XVIII), ed una di S. Luigi in legno scolpito dorato e dipinto.
 

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