Heritage Sicilia

1943  LO SBARCO DEGLI ALLEATI

Di Melchiorre Trigilia
 

Sicilia: Centro Studi Helios

 

Nella notte del 9-10 luglio 1943 aveva inizio lo sbarco in Sicilia, denominato « Operazione Husky » (Eschimese). A difesa della zona costiera sud-orientale era schierato il 122° Reggimento Fanteria Costiero, comandato dal Col. Camillo D’Apollonio, comprendente due battaglioni: il 243°, formato da tre compagnie, schierato da Vendicari a Punta Castellazzo, al comando del Ten. Col. Cataldi ; il 375° con altre tre compagnie, da Punta Castellazzo a Punta Religione, agli ordini del Maggiore Pettinato ; in tutto 2200 uomini su un fronte di ca. 60 Km. Le operazioni aeree riguardarono nella zona di Pachino una cinquantina di caccia alleati, che fecero ben 700-800 azioni e sganciarono ca. 150 tonn. di bombe. Le forze aeree dell’Asse erano certo molto inferiori e non potevano contrastare in modo efficace ; gli Alleati persero alcuni aerei e ne abbaterono 16 tedeschi e 11 italiani. La battaglia più violenta si svolse intorno alle 24 dell’11 : una squadriglia di caccia e bombardieri italiani e di stukas tedeschi attaccarono le navi e le truppe alleate della costa che subirono danni limitati ; il potente sbarramento di fuoco da terra e soprattutto dalle navi e l’intervento da Malta degli spitfire abbatterono parecchi aerei dell’Asse e costrinsero il resto ad una rapida fuga. Il dominio dei cieli da parte degli anglo-americani fu completo con una superiorità di 14 a 1! La sproporzione era enorme anche in navi, truppe e armamenti. Alle ore 16,45 del 10 luglio, il Maggiore Baduel avvistava col suo aereo e segnalava allo Stato Maggiore dell’Aeronautica due gruppi di 50 navi a est e sud di Pachino ; ma erano oltre 150! Da Marzamemi a Punta Castellazzo, contro i 1000 uomini e 24 cannoni da parte italiana, gli Alleati sbarcarono con un gran numero di mezzi anfibi, ca. 11200 soldati e centinaia di carri armati e cannoni. Nella direttrice Ispica-Marza-Pachino, dovevano « ributtare in mare il nemico e stenderlo sul bagnasciuga », come tuonava il Duce : un battaglione di 800 Camicie Nere ; un plotone di artigleria con due cannoni ; una compagnia di 20 mitraglieri ; un gruppo di artigleria con 12 cannoni e qualche piccolo carro armato. Di contro i Britannici e i Canadesi avevano: una divisione di fanteria e due commandos per un totale di 7800 uomini ; un gruppo di artigleria controcarro con 25 cannoni ; un battaglione di mitraglieri con 60 mitragliatrici ; 3 gruppi di artigleria con 75 cannoni ed un battaglione corazzato con 78 carri armati ! « E’ facile immaginare », scrive O. Perricone, « lo sgomento dei nostri pochi combattenti acquattati fra gli scogli e le dune di sabbia ; sparuti, denutriti, malati di dissenteria e di malaria, frastornati dai giornalieri bombardamenti aerei, male equipaggiati e peggio armati, scorgevano al largo  tante navi  da  nascondere l’orizzonte e da questa immensa flotta, che con i suoi cannoni avvampava il cielo e il mare, udivano arrivare, accompagnate da fischi sinistri e terribili, le pesanti granate che devastavano le loro postazioni. Intuivano che quei grandi zatteroni che si staccavano dalle navi più goffe erano mezzi d’assalto brulicanti di nemici, che da lì a poco sarebbero arrivati. Capivano che niente e  nessuno avrebbe potuto fermarli. Speravano di poter sopravvivere a quella fatale giornata». Alle 02,15 ca., le navi alleate accesero contemporaneamente tutti i loro fari, che formarono un grande arco di luce il quale illuminò la costa da Cirica a Capo Passero : era il segnale convenuto per lo sbarco. In perfetto orario all’ora « H » stabilita, le 02,45 del 10 luglio, la Brigata del Servizio Speciale, formata dai Commandos n° 40 (Ten Col. G.K. Manners) e n° 41 (Ten. Col. B.J.D. Lumsden) dei Royal Marines, fu il primo reparto britannico a prendere terra in Sicilia. Lo sbarco avvenne a est di Punta Castellazzo, nell’ampia insenatura di Porto Ulisse. ; le spiagge erano aperte e non ben difese e lo sbarco, anche se ostacolato dal mare mosso, era più agevole che nella scogliera ; aperti i portelloni degli anfibi, furono stese delle reti metalliche sulla sabbia per facilitare l’avanzata dei cingolati, mentre i soldati uscivano di corsa.

   E’ ingiusto e ingrato accusare di viltà e di risibile paura i soldati italiani ; al contrario bisogna ammirarli per il loro coraggio e lo spirito di sacrificio in difesa della Patria, anche se purtroppo combattevano per una guerra folle e ingiusta. Quanto scriveva la mattina dell’11 luglio nella sua relazione il Gen. Achille D’Havet corrisponde al vero, come riconobbero anche i comandi alleati, che nella resa concessero ai nostri l’onore delle armi. « Tutti i reparti hanno assolto brillantemente al loro compito di copertura costiera, resistendo in posto e contrattaccando… Se hanno dovuto cedere, è perché il valore non può combattere contro la stragrande superiorità numerica e di mezzi del nemico che è riuscito a schierare, varie centinaia di navi, sbarcando con natanti di vario tipo e distruggendo le postazioni di prima linea con potenti lanciafiamme. Gli artiglieri hanno sparato fino all’ultimo colpo e difeso i pezzi alla baionetta o con le bombe a mano… Tutti si sono battuti valorosamente, cedendo solo per stragrande superiorità numerica. »

   Non pochi furono gli episodi di resistenza ed eroismo, come confermano anche le fonti anglo-canadesi. Alcuni gruppi di marines inglesi furono efficacemente contrastati dal fuoco proveniente dalle postazioni di mitragliatrici. A Porto Ulisse i Brigadieri della Guardia di Finanza Greco Lorenzo, Bianca Raffaele, Giunta Emanuele e il finanziere Nuvoletta Pietro si opposero fino alla morte agli invasori. La lapide posta sulla parete d’ingresso della caserma della Guardia di Finanza di Porto Ulisse ricorda il loro eroismo. « Medaglia d’argento al valor  militare  Brigatiere  Greco Lorenzo di Giuseppe. Comandante di due postazioni per fucili mitragliatori, pur accortosi che la difesa costiera non era entrata in azione, nonostante l’enorme sproporzione di mezzi e di uomini nemici, si opponeva col fuoco allo sbarco dell’avversario. Preso, coi pochi militari di cui disponeva, fra il fuoco delle navi e quello dei paracadutisti da terra, anziché cedere si irrigidiva in una resistenza ad oltranza. Sopraffatto, cadeva sul posto del dovere accanto alle proprie armi che aveva fatto sparare fino all’ultima cartuccia , offrendo la giovane esistenza in olocausto alla Patria. Porto Ulisse 10-7-1943.”   

Un gruppo di dodici marinai, di cui facevano parte il rosolinese Farieri Vincenzo, Liotta di Giarre, e il loro Comandante Emmy di Catania, che si trovavano nella vicina caserma della Marina, dotata di un aerofono per l’avvistamento aereo, ritenendo vana ogni resistenza, decisero invece di ritirarsi e ripegarono con la famiglia del maresciallo verso le Case Giunta e poi verso Rosolini.

   Nel 1991, vicino a Porto Ulisse, per iniziativa del pluridecorato Colonnelo Charles Sidney Frost, che fu Town Mayor (Prosindaco) durante il governo dell’AMGOT (Governo militare alleato dei territori occupati), del Maestro Carmelo Nigro e del Centro Assistenza Anziani di Ispica, alla presenza di autorità militari e civili canadesi e italiane e dei Sindaci di Ispica e Pachino, fu eretto un cippo commemorativo dello sbarco. Erano presenti alcuni reduci dei Reggimenti canadesi che qui combatterono : The Hasting and Prince Edward Regiment ; The IV Princess Louise Dragon Guards ; The Royal Canadian Regiment. L’iscrizione bilinque dice : « 10 Luglio 1943. In questo giorno i soldati canadesi della Ia Divisione sbarcarono su questi lidi da piccole città di una terra lontana. Essi vennero per la causa della libertà Eretto alla loro memoria dai cittadini di Pachino e Ispica. 22 Settembre 1991. »

   L’8 dicembre 2000, nel 57° anniversario dello sbarco alleato in Sicilia, nello stesso sito, alla presenza delle autorità civili e militari, del Prefetto di Ragusa, dell’On. Leontini, del Sindaco di Ispica, Dott. Rosario Gugliotta, dopo l’esecuzione dell’inno nazionale da parte della Banda dei Bersaglieri e i discorsi d’occasione, sono stati scoperti altri due cippi marmorei in onore dei caduti italiani militari e civili del 10 luglio 1943. «  Agli eroici finanzieri della battaglia di Porto Ulisse Brigatiere Lorenzo Greco M .A .V .M ., Finanzieri Raffaele Bianca, Emanuele Giunta, Pietro Nuvoletta M .B .V .M. e ai valorosi caduti di S. Basilio e al loro comandante Tenente Girolamo De Miranda M.A.V.M. » « Alle vittime civili dell’evento : Antonio Ferraro, Giovanni Fidelio, Lucia Sessa, Maria Fidelio, Grazia Di Stefano, Maria Lisitano, Francesco Lisitano, Carmelo Lissandrello e Giorgio Avola. » 

 Tratto da Il Litorale Ispicese di Melchiorre Trigilia. Prossima pubblicazione sul sito La "Sicilia in Rete"

Se l'argomento è di tuo gradimento aiutaci a divulgarlo tramite Facebook, Twitter o altri strumenti di social Network: 

Tutti i diritti riservati

L'opera viene pubblicata su autorizzazione del Prof. Melchiorre Trigilia che ne mantiene i diritti di autore. E' vietata qualsiasi riproduzione senza l'autorizzazione esplicita dell'autore Melchiorre Trigilia.

email:redazione@centrostudihelios.it