Il libro del Prof. Melchiorre Trigilia è veramente pregevole ed interessante, in quanto ha come tema principale e fondamentale le Visite Pastorali che i Vescovi Siracusani effettuarono a S. Maria della Cava, prima che il terremoto del 1693 la distruggesse, e successivamente all'attuale Basilica di S. Maria Maggiore, la quale sorse sul colle della Calandra, per la volontà e la devozione dei superstiti del terremoto, che tanti lutti provocò in tutta la Sicilia Orientale. L'opera, frutto di ri­cerche, controlli ed analisi certosine, ha brillantemente legato ed ar­monizzato, come realmente è stato ed è, le vicende della Chiesa con quelle dell'Arci-confraternita di S. Maria Maggiore, che rappresen­tano l'evolversi ed il formarsi di quella tradizione popolare che, in armoniosa simbiosi, ancora oggi vive ed opera. Le cronache delle visite pastorali dei Vescovi Siracusani danno ampia prova dell'esistenza dell'Arciconfraternita di S. Maria Maggiore già prima delle stesse. L'esposizione delle vicende di quei tempi dà l'impressione che l'autore, rian­dando indietro nel tempo, riviva con gli spiriti dei personaggi della storia di allora, ai quali richiede la conoscenza degli eventi di carat­tere spirituale e religioso della nostra Ispica.

   Nella prima parte del suo lavoro dotto, scorrevole e piacevole, l'autore riferisce, per lo più, notizie storiche, mentre, nella parte successiva, la storia di S. Maria Maggiore è intrecciata, in modo particolare e quasi misterioso, con la storia e le vicende liete e meno liete della gloriosa Arciconfraternita di S. Maria Maggiore, la quale ha legato la sua esistenza ed il suo patrimonio spirituale alla devo­zione al SS. Cristo Flagellato alla Colonna. L'opera del Prof. Trigilia, che nulla ha da invidiare a quelle di altri autori che si sono cimentati nella narrazione della storia della Chiesa di S. Maria della Cava e di quella di S. Maria Maggiore, rappresenta una tappa impor­tante della storia religiosa di Ispica e mette in luce lo spirito critico ma  religioso  del Prof. Trigilia, il quale vi ha trasfuso la propria adamantina fede religiosa, il suo amore per l'arte, il suo gusto ed interesse per la conservazione delle tradizioni popolari della sua città, che vuole più cristiana e più colta religiosamente.

   Al Prof. Trigilia un grazie ed un caloroso applauso che gli sia di incitamento a nuovi e più importanti traguardi nel far conoscere la storia di questi gioielli di Ispica: la Basilica di S. Maria Maggiore e la sua omonima Arciconfraternita.

Avv. Piero Rustico

Presidente dell'Arciconfraternita