EFESTO  (VULCANO)

Efesto (Vulcano) - Marmo di Guillaume Coustou - Museo del Louvre Parigi

Il tempio di Efesto ad Atene

Venere e Vulcano - Giovanni Battista Tiepolo - 1758-60

Per i Greci è il dio del fuoco e dei metalli, abile fabbro e protettore della metallurgia, fu identificato dai Romani con Vulcano. E' considerato figlio di Era e di Zeus ma, secondo una tradizione, Era lo generò da sola per invidia nei confronti di Zeus che aveva generato Atena senza l’aiuto di nessuna donna.  Efesto è un dio che, a differenza delle altre divinità, non si può considerare bello, anzi è, tra gli dei, il più brutto, oltre ad essere zoppo. Diverse sono le spiegazioni mitiche relative alla sua infermità. Una delle tante, narra che Efesto fosse zoppo sin dalla nascita e che Era, vergognandosi del figlio, decidesse, nella sua grande magnanimità, di sbarazzarsene buttandolo dall'alto dell'Olimpo[1]. Il povero Efesto cadde nell'Oceano, ma fu raccolto e salvato da una divinità marina di nome Teti e da sua figlia Eurinome. Cresciuto e diventato esperto inventore e fabbro, si volle vendicare della madre, allora, costruì un trono d'oro, con catene che imprigionavano chiunque vi si sedesse, poi lo spedì alla madre che, ignara del sortilegio, vi si sedette, rimanendo così imprigionata. L'unico che conosceva il segreto per liberare la dea era, ovviamente, Efesto, che, nonostante fosse stato richiamato dagli dei dell’Olimpo per liberare Era, si rifiutò, non riusciva a perdonare alla madre il gesto che aveva compiuto alla sua nascita. Per convincerlo fu inviato Dioniso che lo fece ubriacare e lo condusse sull’Olimpo a cavallo di un asino. Qui Efesto accettò di liberare la madre, ma in cambio pretese di sposare Afrodite. Il matrimonio tra il più brutto degli dei e la divinità più bella dell'Olimpo non poteva certo essere dei più felici, infatti ben presto Afrodite, iniziò una tresca amorosa, all'insaputa del marito, con il più aitante Ares. Avvisato del tradimento dal dio sole Helios, che dall'alto tutto vede ma che non si fa gli affari suoi, Efesto preparò una rete invisibile e la sistemò sul letto di Afrodite. Quando Ares si unì nuovamente ad Afrodite, proprio sul più bello, la rete si richiuse immobilizzando i due amanti e impedendo loro qualsiasi movimento. Efesto chiamò a raccolta tutti gli dei dell'Olimpo, facendo loro vedere lo spettacolo dei corpi nudi e intrappolati dei due amanti e suscitando grande ilarità. Appena liberata, ad Afrodite non rimase che scappare via  per la vergogna.

Teti attende le armi di Achille nella fucina di Efesto - Affresco romano della Casa del Triclinio a Pompei - Museo archeologico - Napoli

L'Etna

Vulcano forgia le armi di Achille- Affrsco di Giulio Romano Palazzo Ducale di Mantova XV sec.

Efesto predilige i vulcani, che utilizza come officine e ha, come aiutanti, i Ciclopi. Abile costruttore di armi, è a lui che Teti si rivolge per far forgiare le armi che serviranno ad Achille.

In Sicilia la presenza dell’Etna favorì, da parte dei primi coloni, l'introduzione del culto di Efesto che fu associato (e forse sovrapposto) a quelo di Adrano, personificazione del vulcano Etna.

Il ritrovamento di monete con la figura di Efesto testimonia il culto a Mitistrato e a Lipari[2].

Ad Agrigento, nella famosa valle dei templi, sono ancora visibili i resti del tempio di Vulcano del 440-430 a.C.. L'edificio dorico è stato preceduto da un sacello arcaico che è racchiuso dalla cella del tempio classico ed è databile al 556-550 a.C.[3].

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Agrigento: Resti del Tempio di Vulcano

Efesto sul resto della moneta di 50 lire

Cratere a figure rosse con Efesto - Museo Archeologico di Caltanissetta

 A Caltanissetta, nel museo Archeologico, vicino alla stazione, tra le ceramiche attiche dei corredi di alcune tombe greche del VI e V sec. a.C., si distingue un cratere a figure rosse con la rappresentazione della fucina di Efesto.

Il culto del dio dei vulcani doveva esistere anche Catania, come avrebbe testimoniato un viaggiatore inglese, Patrick Brydone, che si trovò a visitare Catania nel 1770. Egli raccontò di aver visto le  rovine di un tempio dedicato a Vulcano.[4] 


[1] Pausania Lib. I,20,3

[2] Ciaceri Emanuele: Culti e Miti dell'Antica Sicilia p.153.

[3] F. Coarelli e M. Torelli: Sicilia “Guide Archeologiche Laterza” p.151

[4] Patrick Brydone: Viaggio in Sicilia e a Malta p.83.

 

 

 

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