POSEIDONE (NETTUNO)
Identificato con il romano Nettuno, Poseidone appartiene, secondo la mitologia Greca, alla casta degli dei olimpici.
Figlio di Rea e di Cronos, è fratello di Zeus e di Plutone, con i quali divide il dominio della terra. Zeus è considerato il padrone del cielo, Plutone il padrone degli inferi e Poseidone il signore del mare. Può scatenare temporali e, addirittura terremoti che provoca martellando il fondo marino con il suo tridente e viene spesso rappresentato armato di tridente, arma usata dai pescatori di tonno. Il tonno è, infatti, uno dei suoi attributi.
Statua in bronzo raffigurante Poseidone, detto "di Capo Artemisio", V sec. a.C. Atene, Museo Archeologico Nazionale | Nettuno sul carro trainato da Ippocampi. Mosaico, III sec. d. C., dalla villa dell'Uadi Blibane. |
Lo si vede spesso rappresentato sopra un carro trascinato da cavalli, a volte sostituiti da animali mostruosi, per metà uomini e per metà serpenti ed il carro è circondato da pesci, da delfini e da creature marine di ogni specie.
La figura di Poseidone è legata a quella del cavallo, per questo si può ipotizzare che forse in origine non fosse un dio marino; infatti, prima di lui, erano considerate divinità marittime Oceano e Nereo. Viene quindi considerato anche il signore dei cavalli e gli viene attribuita l'invenzione della corsa dei cavalli. Altri elementi lo legano ai cavalli. Il mare, di cui è il signore, è, infatti, popolato da esseri con sembianze equine: basti pensare agli ippocampi mezzi cavalli e mezzi pesci; uno dei tanti figli di Poseidone è il cavallo Arione avuto da una relazione con Demetra. Ciò che ha caratterizzato il mito di Poseidone è il gran numero di amori e figli a lui attribuiti; però, a differenza dei figli di Zeus considerati eroi benefici, i suoi figli, così come quelli di Ares, erano cattivi e malefici. Tra la sua innumerevole prole, sono da ricordare: il ciclope Polifemo che fu accecato da Ulisse, il gigante Crisaore, il brigante Scirone ucciso da Teseo, il cacciatore Orione ed i figli avuti da Alia di Rodi che tentarono di violentare la madre e che Poseidone, con un colpo di tridente, fece inghiottire dalla terra.
Il culto del dio del mare non poteva certamente mancare in un posto circondato dal mare come la Sicilia. Qui è considerato padre di Trinaco, il più antico re di Sicilia, ma anche del re Siculo. Il leggendario popolo dei Lestrigoni, che avrebbe popolato la Sicilia nei tempi più remoti, è considerato suo discendente.
Del culto di Poseidone sono presenti tracce a Siracusa, Selinunte e Messina; in quest'ultima città, secondo quanto narrato da Diodoro Siculo (lib. IV.85), sarebbe stato eretto, dal figlio Orione un tempio in suo onore.
Il ritrovamento di monete che raffigurano la divinità, attesterebbe la presenza del culto anche in altre città siciliane quali Catania, Tindari, Palermo e Lipari[1].
[1] Ciaceri Emanuele: Culti e Miti dell'Antica Sicilia. p.186.
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