Era un'antica divinità Greca, protettrice della pastorizia e dell'agricoltura e il suo culto fu, in seguito, associato a quello di Dioniso. Aristeo era considerato figlio di Apollo e della ninfa Cirene. Fu allevato dal centauro Chirone, che gli insegnò l'arte della guerra e della caccia, e dalle ninfe che gli insegnarono a coltivare gli ulivi, a manipolare il latte e a tenere gli alveari. Da adulto, nonostante gli insegnamenti di Chirone, si dedicò alla vita pastorale e all'allevamento delle api e dopo la sua morte fu chiamato, dal padre Apollo, tra gli immortali. Si narra che spesso accorresse in aiuto dei pastori che gli eressero templi e gli offrirono dei sacrifici.
In Sicilia la figura di Aristeo, così come è avvenuto per Eracle, è vista come quella di un eroe errante che, di passaggio nell'isola, insegnò ai pastori e ai contadini. Gli si attribuisce, in particolare, l’insegnamento dell’arte di coltivare gli ulivi. Il suo culto, secondo Diodoro, era diffuso in tutta la Sicilia ma, a differenza di Eracle, sono poche le notizie che lo riguardano.
A Siracusa doveva, comunque, essere presente il suo culto visto che Cicerone, nel processo contro Verre, accusava quest’ultimo di aver sottratto pubblicamente dal tempio di Dioniso una statua di Aristeo.