3. I PRINCIPALI CULTI ELLENI

Pur nella sua evoluzione, che risente dello sviluppo culturale e morale della popolazione, la religione dell'antica Grecia si può considerare appartenente al gruppo delle religioni naturali caratterizzate da una fase in cui si assiste all’animazione dei fenomeni della natura e, da una fase successiva, caratterizzata da una trasformazione in senso antropomorfico delle divinità.

Le divinità naturali, legate inizialmente ai fenomeni fisici, vengono sostituite, o comunque, rielaborate, e diventano la personificazione di alcuni aspetti spirituali e morali dell'uomo. In questa fase le divinità hanno, quindi, anche virtù e  difetti tipicamente umani. Ecco ad esempio, che Demetra, inizialmente con gli stessi aspetti di Gaia o Gea (cioè la Terra), da divinità vista come terra madre,  protettrice dei raccolti, assume col tempo anche le funzioni di protettrice della casa e del matrimonio, passando così dall’iniziale funzione puramente naturale a quella che la vede connessa alla morale della società che si trasforma.

L’evoluzione delle religioni naturali da un aspetto puramente animistico ad uno più elevato, in cui il pensiero religioso tiene conto delle nuove esigenze spirituali e morali che si vanno affermando nei gruppi sociali, favorisce lo sviluppo della mitologia.

Nei racconti mitologici vengono narrate le gesta di divinità ed eroi per spiegare, (con la fantasia dei poeti di allora[1]), non solo i fenomeni fisici e naturali, ma anche i costumi e le tradizioni di un determinato gruppo sociale.

 Secondo la mitologia greca, gli dei sono immortali, hanno, quindi, un inizio ma non hanno fine. Nella Teogonia di Esiodo[2], il poema che tratta l'origine del mondo e degli dei, si racconta:

 

In Principio era il Caos, lo spazio vuoto, il nulla infinito, poi venne Gea (la Terra), il Tartaro (gli abissi sotto la Terra) ed Eros (l'Amore). Gea generò Urano (il Cielo), le montagne ed il Ponto (il Mare); si unì ad Urano generando, così, i Titani che non sono più delle potenze elementari della natura ma degli dei veri e propri: Oceano, Ceo, Crio, Iperione, Giapeto, Tea, Rea, Temi, Mnemosine, Febe, Teti e Cronos (Saturno); generò anche i Ciclopi e gli Ecatonchiri, giganti dalle cento braccia. Urano volle nascondere nel Tartaro i Ciclopi e gli Ecatonchiri ma la cosa non piacque a Gea che istigò Cronos affinché lo detronizzasse. Preso il potere, Cronos si unì a Rea da cui generò Estia, Demetra, Era, Ade (Plutone), Poseidone e Zeus; ma  per paura che qualcuno dei figli gli facesse fare la stessa fine che lui aveva fatto fare al padre Urano, li  ingoiava man mano che nascevano. Rea, stanca di vedere tutti i figli divorati da Cronos, quando nacque Zeus, lo nascose e diede a Cronos, al posto del bimbo, una pietra avvolta in pannolini; Zeus, quindi, si salvò e, una volta cresciuto, decise di appropriarsi del potere, per cui, aiutato da Meti, diede da bere al padre una droga grazie alla quale Cronos vomitò tutti i figli precedentemente divorati. In seguito Zeus, aiutato dai fratelli che aveva riportato in vita, dai Ciclopi e dagli Ecatonchiri che liberò dal sottosuolo dove Cronos li aveva imprigionati,  dichiarò guerra a Cronos e ai Titani. Dopo 10 anni di dura lotta gli dei, che si erano insediati sulla cima del monte Olimpo (tra la Tessaglia e la Macedonia), e che, quindi, furono chiamati dei olimpici, riuscirono, capitanati da Zeus, a detronizzare Cronos e a cacciare i Titani nel Tartaro. Nella spartizione del potere Zeus ottenne il Cielo e il predominio su tutto l'universo, Poseidone ebbe il Mare e Ade (Plutone) ottenne il mondo sotterraneo.

Zeus-Amon seduto sul trono - statua risalente al III secolo a.C. rinvenuta a Cipro - Museo del Louvre - Parigi

Madrid, Museo del Prado  - Francisco de Goya

Saturno divora i suoi figli

 

Nella lettura della Teogonia si può osservare l'evoluzione stessa del pensiero religioso dei Greci antichi. Le varie divinità, che in una prima fase personificano gli aspetti fisici della natura e costituiscono delle  vere e proprie  potenze naturali, assumono, in seguito, una caratura più nobile e spirituale divenendo degli dei morali. La lotta tra i Titani e gli dei Olimpici, simboleggia, infatti, questa evoluzione del pensiero religioso greco.

Alla prima generazione degli dei Olimpici, costituiti da Zeus e dai suoi fratelli, si aggiungeranno poi, nell'Olimpo, altre divinità tra cui: Persefone, Atena, Apollo, Artemide, Efesto, Ares, Afrodite, Ermes. In seguito, fra gli dei Olimpici, 12 furono considerati i più importanti e, quindi, furono maggiormente venerati (Zeus, Era, Poseidone, Demetra, Estia, Atena, Apollo, Artemide, Ermes, Ares, Efesto ed Afrodite) mentre gli altri furono considerate divinità secondarie.

 La Sicilia, ancor prima della colonizzazione greca dell’VIII sec. a.C., aveva subito un primo influsso della cultura greca a causa dei contatti, sporadici, che l'elemento indigeno aveva avuto con il mondo greco. Vi fu, comunque, in seguito alla colonizzazione, un trasferimento, da parte dei coloni greci, del loro patrimonio religioso. Inoltre, le continue relazioni, sia politiche che commerciali, che i coloni intrattenevano con la loro terra d’origine, favorì la diffusione del loro pensiero religioso anche in Sicilia. Si assistette, nel tempo, ad una forma di ellenizzazione dei culti indigeni o ad una loro sostituzione con divinità greche aventi caratteristiche analoghe.

Parlare di miti e di religione della Sicilia antica equivale a parlare, spesso, di miti e religione greca poichè la storia della Sicilia, nella sua forma scritta, si può far iniziare proprio con la colonizzazione greca. Anche i maggiori scrittori, come Diodoro Siculo, erano Sicelioti[3], cioè appartenevano alle colonie greche. Inoltre, anche quando ai poeti e agli scrittori greci si sostituirono quelli Romani, la cosa non cambiò molto poiché la religione romana aveva subito, ancora prima che la Sicilia divenisse provincia romana, una sua forma di ellenizzazione.


[1] Tra i poeti che contribuirono maggiormente al miglioramento dei concetti religiosi, bisogna ricordare Omero, esso stesso, mitico poeta dell'antica Grecia, vissuto probabilmente nel IX sec a.C.. Omero è ritenuto l'autore dell'Iliade e dell'Odissea.

[2]  Esiodo fu un poeta greco vissuto nel VIII sec a.C. Scrisse vari poemi tra cui la Teogonia.

[3] Con questo termine venivano indicati i Greci di Sicilia la cui cultura si distingue, in parte, da quella tipicamente greca in quanto aveva assorbito, anche se in minima parte, elementi culturali indigeni.

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