Il Sovrano Militare Ordine di Malta
|
L'origine dell'Ordine di Malta (ufficialmente: Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, detto di Rodi, detto di Malta, in sigla S.M.O.M.) si fa risalire agli anni antecedenti la Prima Crociata, quando un gruppo di monaci e cavalieri- probabilmente provenienti da Amalfi- ottenne dal Sultano di Gerusalemme il permesso di costruire una chiesa, un convento e un ospedale nel quale assistere, sotto la protezione di San Giovanni Battista, pellegrini e malati di qualsiasi fede e razza. Sorti quindi come ospedalieri, con le Crociate i Giovanniti (come venivano chiamati) dovettero impegnarsi anche per la tutela e la difesa del Santo Sepolcro: nelle battaglie per la difesa della Fede (simbolizzata dal Sepolcro di Cristo) occorreva la capacità di saper usare le armi; nel soccorso ai feriti e ai poveri la disponibilità al sacrificio e la dedizione cristiana al servizio dei fratelli. Per questo non più solo monaci ma anche cavalieri, nella concezione medioevale dei termini. E così l'Ordine, fin dal suo primo riconoscimento da parte della Chiesa, è insieme ordine religioso e ordine cavalleresco e i suoi appartenenti vennero reclutati tra le famiglie nobili. Rispetto a quelli cavallereschi coevi, o addirittura più antichi (i Templari e i Teutoni, per citare i più importanti) questa è la differenza fondamentale: sotto le insegne di questi due Ordini accorreva gente d'arme alla ricerca di un significato da dare alle proprie imprese guerresche. |
I Giovanniti invece erano uomini dediti ad opere di misericordia, consacrati all'altruismo e che, in nome di questo ideale, decisero di armarsi. Una diversità di fondo che contribuisce a spiegare le ragioni per le quali, a differenza degli altri, l'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme sia riuscito a superare infinite difficoltà e ad approvare ai nostri giorni con le sue prerogative ed il suo fascino. I Gerosolimitani resteranno in Palestina per 200 anni, due secoli battaglie, assedi, trattati, agguati, ambascerie, durante i quali i cristiani godranno solo di qualche periodo di pace. Ricorderò telegraficamente alcuni episodi: nel 1153 i Giovanniti contribuirono alla conquista di Ascalona, affrontando il famoso condottiero Nur El Din; nel 1187, ai corni di Attin, lo stesso Gran Maestro fra' Ruggero Des Mulines cadde in battaglia contro il Saladino e a centinaia i cavalieri si sacrificarono nella difesa di Gerusalemme, che il Sultano riconquistò nell'ottobre dello stesso anno. |
|
Nonostante le perdite i Giovanniti restarono in Palestina, con ruoli sempre più
importanti: a fianco di Riccardo Cuor di Leone alla terza crociata; con Federico
II di Svevia che nel 1229 aveva ottenuto pacificamente dal Sultano d'Egitto
Gerusalemme, poi riconquistata nel sangue dai Musulmani. A fianco infine di
Luigi IX, il re santo dei francesi che nel 1249 affidò ai gerosolimitani un gran
numero di fortezze; fino all'ultimo epico e tragico scontro del 1291 a San
Giovanni d'Acri, sede dell'Ospedale dell'Ordine, con incredibili episodi di
eroismo tramandati nei resoconti di alcuni cronisti giunti sino a noi. I pochi
superstiti portarono in salvo sulle nave i malati e lo stesso Gran Maestro
Giovanni De Villier, gravemente ferito.
Si concluse così tragicamente la storia delle Crociate, ma i Cavalieri di San
Giovanni di Gerusalemme, trasferiti l'Ospedale e il Convento a Cipro, dove
avevano trovato ospitalità insieme con i Templari, si riorganizzarono per
impostare l'azione futura nell'adempimento anche del primo impegno solenne di
ogni cavaliere: la "tuitio Fidei", la difesa della Fede (l'altra finalità
dell'Ordine è l'obsequium pauperum", l'ospitalità ai diseredati e la cura degli
ammalati). La difesa della Fede consisteva in quell'epoca essenzialmente nella
lotta ai Musulmani che dominavano il Mediterraneo e che arriveranno qualche
secolo dopo fino alle porte di Vienna.
Fin dagli inizi, l'indipendenza dagli altri Stati, in virtù di atti pontifici,
unitamente al diritto, universalmente riconosciuto, di mantenere e impiegare
forze armate, costituì la base della sovranità internazionale dell'Ordine. E con
l'occupazione dell'isola di Rodi, portata a termine nel 1310, l'Ordine acquisì
anche sovranità territoriale e dall'isola fronteggiò la potenza territoriale e
navale dei Musulmani e divenne baluardo della Cristianità nel Mediterraneo
orientale. Per più di due secoli i cavalieri di Rodi combatterono gli Ottomani
con forze terrestri e navali assolutamente inadeguate, finché nel 1522, dopo un
assedio durato sei mesi, furono costretti a capitolare, ottenendo da Solimano il
Magnifico - cosa certamente eccezionale a quei tempi e per la mentalità dei
Musulmani - l'onore delle armi e il permesso di partire da Rodi per l'Occidente.
Nei successivi sette anni l'Ordine - pur conservando la sovranità internazionale
- si trovò senza territorio fino alla cessione da parte dell'Imperatore Carlo V,
(nella sua qualità di Re di Sicilia) delle isole di Malta, Gozo e Comino, come
feudo sovrano. Il 26 ottobre 1530 il Gran Maestro Fra Philippe de Villiers de l'Isle
Adam prese possesso di Malta: fu stabilito che l'Ordine sarebbe rimasto neutrale
nelle guerre tra nazioni cristiane.
Dal punto di vista strategico l'isola di Malta era importantissima: al centro
del Mediterraneo, con due insenature molto ampie e profonde, in grado di
ospitare una grande flotta con navi di notevoli dimensioni e stazza. Ma
assolutamente inospitale, quasi priva di vegetazione, arida, senza risorse
idriche, (oggi la Repubblica di Malta sopravvive grazie ai dissalatori) e del
tutto priva di fortificazioni. I cavalieri si impegnarono allo spasimo per
trasformare l'isola e soprattutto per dotarla di un valido sistema di difesa.
Ma, non dimenticando il secondo lemma del loro motto, l'obsequium pauperum,
costruirono anche il grande ospedale, che ancora oggi desta in chi lo visita
ammirazione e stupore (i malati venivano serviti con vassoi e posate d'argento).
Torniamo al ruolo che storicamente i cavalieri hanno svolto in difesa
dell'Occidente: bisogna ricordare che i turchi erano praticamente padroni del
Mediterraneo, mentre le potenze occidentali erano tra loro divise e intente a
farsi la guerra tra loro. L'isola di Malta costituiva un serio ostacolo alle
manovre ottomane e perciò nel 1565 Solimano il Magnifico, dopo lunga
preparazione, decise di sferrare l'attacco definitivo contro l'isola dei
Giovanniti. La flotta ottomana si presentò davanti all'isola il 18 maggio 1565:
disponeva di 500 navi e di 40.000 uomini. Sul fronte opposto 470 cavalieri,
1.600 mercenari italiani e spagnoli, 5.000 soldati della milizia maltese, 120
artiglieri e 77 serventi ai pezzi, tutti agli ordini dell'anziano Gran Maestro
Jean Parisot de la Vallette, di antica famiglia provenzale, 49° sovrano
dell'Ordine. L'assedio durò quasi quattro mesi. I turchi commisero inizialmente
un grande errore strategico che fu loro fatale: concentrano i loro attacchi
contro il forte Sant'Elmo, convinti che - caduta quella piazzaforte - tutta
l'isola sarebbe caduta nelle loro mani. Invece la conquista della fortezza causò
loro gravissime perdite senza compromettere il resto delle difese maltesi. La
battaglia durò trenta giorni: tutti i difensori di Sant'Elmo (107 cavalieri e
1.500 soldati) furono massacrati ma il loro sacrificio non fu vano. I turchi
proseguirono l'assedio senza riuscire a piegare la resistenza dei maltesi, ai
quali si erano aggiunti - a partire dall'otto settembre - oltre 1.000 cavalieri
proventi da tutta Europa. Il 17 settembre, per paura che alle soglie
dell'autunno un'improvvisa burrasca potesse sorprendere le navi tanto lontano
dalla loro patria, il comandante della flotta turca, l'ammiraglio Pialì, ordinò
di far vela alla volta di Costantinopoli. Sconfitti i turchi, Jean de la
Vallette mise mano a ricostruire e potenziare le difese e a fondare la città che
avrebbe preso il suo nome, affidandone la progettazione a un architetto
italiano, Francesco Laparelli di Cortona.
L'Ordine di San Giovanni prese parte pochi anni dopo, nell'ottobre del 1571,
alla battaglia di Lepanto con tre galere, difendendo il fianco sinistro dello
schieramento cristiano, lasciato scoperto per un errore strategico dal
comandante della flotta genovese, Gianandrea Doria.
Trascorsero oltre due secoli di relativa tranquillità, durante i quali l'Ordine
di Malta acquisto ulteriore prestigio e potenza, fino a quando, il 6 giugno
1798, Napoleone Buonaparte, impegnato nella campagna d'Egitto, occupò l'isola di
Malta, mandando in esilio i cavalieri. L'Ordine si trovò nuovamente senza sede,
ed i suoi membri si dispersero in tutta Europa. Fu un periodo di sbandamento e
di esilio. Il governo provvisorio dell'Ordine si trasferì dapprima a Trieste
sotto la protezione dell'Austria, poi a S. Pietroburgo, dove lo Zar Paolo II si
fece eleggere da uno sparuto numero di cavalieri che si trovavano in Russia- lui
non cattolico e per giunta sposato- Gran Maestro dell'Ordine, carica che tenne
fino alla morte avvenuta per mano assassina.
Per quasi ottanta anni l'Ordine fu governato da luogotenenti. Finalmente nel
1879 Papa Leone XIII, riportando l'Ordine a Roma, ristabilì la dignità di Gran
Maestro e gli annessi onori cardinalizi (dalla prima metà del '600 a lui
spettano i titoli di Principe del Sacro Romano Impero e il rango equivalente
alla dignità di Cardinale di Santa Romana Chiesa, con l'appellativo di
Eminenza). L'opera di ricostruzione dell'Ordine fu lenta e difficile. Occorre
però dire che in tutti i momenti di crisi i cavalieri sparsi per l'Europa (in
Sardegna i Giovanniti sono stati presenti per alcuni secoli, intorno alla
Chiesa, al Convento e all'Ospedale di San Leonardo di Siete Fuentes) si
compattavano sostenendo il Gran Maestro con la spada e con le proprie sostanze.
Ed oggi possiamo affermare che l'Ordine di Malta, avendo eliminato tutti gli
orpelli anacronistici, mantiene intatti i suoi ideali e la sua struttura di
Ordine insieme cavalleresco e religioso, con una vocazione specifica per
l'attività ospedaliera, a sostegno dei diseredati di ogni fede e razza. L'Ordine
gestisce oggi nel mondo più di 200 ospedali (alla Magliana, a Roma, l'Ospedale
di San Giovanni Battista ha 250 posti letto per la riabilitazione dei
celebrolesi) e inoltre lebbrosari, centri antidiabetici e per emodialisi, banche
del sangue, ambulatori, asili, treni-ammalati per Lourdes e per Loreto. E'
inoltre sempre presente con i suoi volontari in occasione di guerre, terremoti e
altre calamità naturali. Dall'assistenza su larga scala ai feriti della prima
guerra mondiale ai soccorsi ai terremotati del Friuli e dell'Irpinia, agli
alluvionati di Alessandria e Cuneo e alle popolazioni della Bosnia, del Ruanda
dell'Albania e Kosovo.
A questo punto mi sembra importante dare alcune informazioni sulla vita interna
dell'Ordine di Malta. Giuridicamente è un Ente sovrano di diritto
internazionale. In pratica una monarchia elettiva. È il più piccolo stato
indipendente del mondo: il suo territorio è a Roma, in Via Condotti 68, un
palazzo, e sull'Aventino, una villa con una magnifica chiesa, che godono di
extraterritorialità. Da alcuni anni la Repubblica maltese ha concesso all'Ordine
in comodato il Forte Sant'Angelo, un magnifico complesso che tante memorie
conserva nel nostro passato. Conia moneta, emette francobolli che in alcuni
Stati hanno corso legale, dispone di un suo passaporto. La vita e le attività
dell'Ordine sono regolate dalla sua Carta Costituzionale, riformata ultimamente
nel 1997, e dal codice. L'Ordine ha propri tribunali, di prima istanza e di
appello, e una Camera dei Conti. Intrattiene relazioni diplomatiche, secondo il
diritto internazionale pubblico, con la Santa Sede, dalla quale dipende come
Ordine religioso ma è indipendente quale Ordine cavalleresco sovrano, e con 81
stati. Dal 1994 è stato ammesso come Osservatore permanente presso le Nazioni
Unite e come tale mantiene delegazioni permanenti presso le Organizzazioni
internazionali a New York, Ginevra, Parigi, Roma e Vienna. Il Sommo Pontefice
nomina quale suo rappresentante nell'Ordine un Cardinale che viene assistito da
un Vescovo, anch'esso di nomina papale. Quest'ultimo guida il clero dell'Ordine.
L'attuale organizzazione del S.M.O.M non è molto dissimile nella sostanza da
quella dei primi secoli. La sovranità è esercitata dal Principe e Gran Maestro,
che viene eletto a vita dal Consiglio Compito di Stato, composto dai Cavalieri
di Giustizia e dai rappresentanti dei Gran Priorati e dalle Associazioni
Nazionali dell'Ordine. Il Governo dell'Ordine è affidato invece al Sovrano
Consiglio.
Tratto dal sito:
http://www.araldicasardegna.org/tra_pubblico_privato/ordine_di_malta.htm
Sito ufficiale del Sovrano Militare Ordine di Malta