Chiesetta di S. Micidiario |
Chiesetta di S. Micidiario |
Villaggio bizantino di Filipporto |
Villaggio bizantino di Filipporto |
sentiero |
Villaggio bizantino di Filipporto |
Dalla chiesetta di S. Micidiario, è possibile seguire il sentiero per circa 1 km, si arriva alla necropoli sud (IX-VIII sec. a.C ) (n.3), la più recente tra le necropoli, conta circa 700 tombe, qui sono presenti delle grandi tombe a camera, tra le più grandiose di Pantalica, probabilmente erano le tombe reali, data anche la loro vicinanza al Palazzo del Principe. L'archeologo Paolo Orsi, vi trovò reperti appartenenti al IX.VIII sec.
Necropoli sud |
Necropoli sud: Grande tomba a camera |
Necropoli sud: Grande tomba a camera |
Seguendo il sentiero verso sud est dopo circa 100 m si incontra la chiesetta rupestre bizantina di S. Nicolicchio (n.4)
Il vano rupestre si configura come un oratorio dalla pianta piuttosto complessa. Esso è composto dall’accorpamento di più ambienti (probabilmente scavati in epoche diverse), che risultano come secondari rispetto al vano principale che si sviluppa verso est dove si conclude con una abside centrale e due piccole nicchie ai lati di essa. Purtroppo gran parte dell’apparato decorativo è andato perduto, dalle tracce superstiti si possono riconoscere le figure di Sant’Elena e Santo Stefano e di un Santo non identificabile. Circa la datazione di tali affreschi non sono, però, pochi i problemi di ordine storico e stilistico; l’Agnello e il Messina, però, proprio analizzando una certa rigidezza e secchezza nel modo di rendere il panneggio, suggeriscono di riconoscere in tali affreschi le testimonianze più antiche della pittura rupestre nel Siracusano (VII sec).
Chiesetta di S. Nicolicchio |
Chiesetta di S. Nicolicchio |
Anaktoron |
Ritornando indietro lungo il sentiero e seguendo le indicazioni si arriva dopo circa 400 m, all'Anaktoron o Palazzo del Principe (n.8)
Il palazzo dell’Anaktoron, è un edificio megalitico di grossi blocchi, con diverse stanze rettangolari, è un’evidente imitazione dei palazzi micenei tanto che alcuni studiosi hanno ipotizzato la presenza di maestranze micenee in Sicilia. Esso appartiene alla prima epoca di Pantalica (XII-XI sec a.C.). Ne rimangono soltanto i blocchi di fondazione che fanno però capire quanto fosse straordinaria la costruzione in un'epoca così remota. L'edificio fu modificato e riutilizzato in epoca bizantina.
Dall'Anaktoron, seguendo un viottolo verso sud est del pianoro si può ritornare (1,4 km), passando dalla Necropoli sud, alla ,sella di Filipporto.
Per chi volesse evitare il lungo percorso a piedi è possibile raggiungere il Palazzo del Principe, partendo dal parcheggio della sella di Filipporto, e proseguendo sulla strada asfaltata per circa un km, si incontra sulla destra una strada sterrata, dopo alcune centinaia di metri è possibile parcheggiare a circa 100 metri dall'Anaktoron.
![]() Anaktoron: vista satellitare |
![]() Anaktoron: vista satellitare |
Dalla sella di Filipporto, proseguendo sulla strada asfaltata, dopo alcune centinaia di metri, sulla sinistra è possibile vedere la necropoli Nord Ovest (n. 9), una delle più antiche (XIII - XII sec. a.C). La necropoli di Nord Ovest si estende lunga la vallata del torrente Sperone, dalla sella di Filipporto fino alla confluenza del fiume Calcinara e conta oltre 600 tombe. Proseguendo sempre sulla strada asfaltata, più avanti, sempre sulla sinistra è visibile la Necropoli Nord (n.7) (XIII-XII sec. a.C), la più antica, vasta e fitta tra le necropoli di Pantalica. Si sviluppa per circa 1500 metri oltre la confluenza del fiume Sperone con il fiume Calcinara e comprende circa 1500 tombe.
Necropoli Nord Ovest |
Necropoli Nord Ovest |
Necropoli Nord Ovest |
Necropoli Nord |
Necropoli Nord |
Necropoli Nord |
Continuando sulla strada asfaltata, lasciando sulla destra il sentiero per raggiungere l'Anaktoron, a circa 1,9 km dalla sella di Filipporto si arriva su un ponticello su un piccolo avvallamento (la Cavetta), dai fianchi traforati da grotte di abitazioni di età bizantina. Prima del ponte un viottolo a destra, dirigendosi verso est lungo il fianco destro della vallecola, raggiunge, in ca. 350 m, il belvedere della Cavetta; da qui si ha una bellissima vista, in basso, verso la confluenza della Cavetta nell’Anapo dove le altissime pareti rocciose, pressoché verticali, sono traforate da fittissimi gruppi di tombe, che formano la necropoli della Cavetta, del secolo IX-VIII (n.6) con circa 350 tombe. Oltre il ponticello si lascia a sinistra un sentiero per il villaggio bizantino della Cavetta, e risalendo si giunge (ca. km 2.2 dalla sella di Filipporto ) al termine della strada.
Necropoli della Cavetta |
Belvedere della Cavetta |
Villaggio Bizantino della Cavetta |
Al termine della strada asfaltata, vi è un ulteriore parcheggio per le macchine, da quì è possibile prendere un viottolo che scende verso la valle del Calcinara, di fronte, sull'altra sponda del Calcinara è visibile la Grotta dei Pipistrelli (n.2) , più facilmente raggiungibile dal versante di Sortino. La Grotta dei Pipistrelli è la più grande cavità naturale di Pantalica La Grotta fu destinata un tempo alla produzione di salnitri e alla raccolta di concime di pipistrelli. La prima grande stanza è larga 18 metri, lunga 28 e alta circa 11. All'interno si apre una strettoia che forma una specie di corridoio lungo 12 metri, dal suolo limaccioso e dalle pareti piene di incrostazioni; oltrepassando questo corridoio si entra in un'altra grande stanza, molto buia, lunga 68 metri e alta 30, dove nidificano centinaia di pipistrelli da cui la Grotta ha avuto il nome : "A Rutta e 'n Gaddariti". Proseguendo lungo il viottolo in direzione della Necropoli Nord si incontra un altro gruppo di abitazioni bizantine e una chiesetta rupestre bizantina conosciuta come "La Grotta del Crocifisso. La grotta presenta impianto irregolare tendente al rettangolo e sembra essere composta da due ambienti contigui disposti in modo non assiale. Nella parete di destra si trova l’abside rettangolare.
Nell’abside si trovano resti di una Crocifissione fiancheggiata da una figura femminile, riconoscibile con la Vergine. Nel braccio destro della croce Don Andrea Gurciullo, parroco e studioso locale, leggeva ancora, nel 1793, un'iscrizione greca che significava Cristo salvami. Lungo le pareti dell’ambiente di sinistra si nota la figura di San Nicola e una Santa Barbara. Paolo Orsi e Giuseppe Agnello la datano intorno al 1200-1300 d.C.
Pianta della Grotta del Crocifisso |
Grotta dei Pipistrelli |
Grotta dei Pipistrelli |