Sito Archeologico di Pantalica: Cenni storici

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Pantalica: Cenni storici

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Racconta Tucidide (lib VI.3) che un contingente di coloni megaresi avrebbe fondato per concessione di Iblone re siculo di Ibla una propria città, cui dettero il nome della madre patria Megara e l'appellativo di Iblea per ricordare il dono della terra fatto dal re, lo stesso Tucidide fissa la cronologia al 729 a.C. Gli scavi archeologici su Megara e Pantlica finora non sembrano smentire Tucidide, infatti se a Megara i resti archeologici sono di tipo prevalentemente greco e non sembrano indicare un grosso insediamento antecedente al VIII secolo a.C., a Pantalica tutto sembra indicare il contrario, infatti il sito di Pantalica può essere considerato come uno dei più importanti insediamenti protostorici della Sicilia orientale. Dalla necropoli dell'abitato prendono nome due periodi della protostoria sicula, quella del bronzo finale di Pantalica Nord (XIII-XI ) a.C. e quella del ferro di Pantalica Sud (850-730 a.C). L'insediamento umano si ebbe probabilmente a partire dal XIII sec. epoca in ci le popolazioni indigene, spinte dall'arrivo dei Siculi ma anche di altre popolazioni che si trasferirono in Sicilia, abbandonarono le zone costiere per trasferirsi verso l'interno su siti difficilmente accessibili.  Il primo studioso ad occuparsi di Pantalica fu l'archeologo Paolo Orsi.

La cultura di Pantalica risentì dell'influsso miceneo, come dimostrano molti reperti rinvenuti nella necropoli e custoditi presso il museo P. Orsi di Siracusa, ma anche dai resti dell'Anaktoron  (Palazzo del Principe).  Posto sulla sommità della collina, l'edificio, costruito con tecnica megalitica, misura 37,5x11,5 m., si richiama alle fisionomia abitativa dei palazzi micenei e dominava il villaggio di capanne circolare di cui non rimangono più tracce evidenti, probabilmente, come rilevò l'archeologo Paolo Orsi, erano di materiale facilmente deperibile e in un terreno esposto alle intemperie.  Una brocchetta rinvenuta a Pantalica Nord, inizialmente ritenuta di fabbricazione locale fu in seguito considerata di produzione micenea (vedi nota1). Sempre nello stesso edificio sono stati trovati dei gruppi di bronzi e tracce di attività riconducibili alla fusione del ferro, segno che tale attività era controllata dal principe. Dell'antica città non rimane che la necropoli, sono state trovate oltre 5000 tombe che circondavano l'abitato. Paolo Orsi raggruppò le celle funerarie in 5 gruppi:

  • la necropoli di Nord e Ovest, la più antica (XIII, XII sec a.C);

  • la necropoli nord (XII-XI secolo a.C.);

  • la necropoli di Cavetta (IX-VIII sec. a.C);

  • la necropoli Sud (IX-VIII a.C);

  • la necropoli di Filipporto (IX-VIII sec. a.C.).

Dalle testimonianze archeologiche sembrerebbe che l'abitato riduca notevolmente la sua attività in concomitanza con la fondazione di Megara Iblea e di Siracusa, ciò farebbe supporre che gli abitanti abbiano subito la stessa sorte dei siculi cacciati dall'isola di Ortigia, spinti verso l'interno della Sicilia. L'abitato di Pantalica vede un nuovo sviluppo in epoca bizantina, quando le popolazioni, al tempo delle incursioni arabe, cercarono rifugio in questi luoghi quasi inaccessibili. A questo periodo risalgono i resti di 3 villaggi e tre chiesette (Oratorio del Crocifisso, Oratorio di S. Nicolicchio, e Chiesetta di S. Micidiario).

Con la fine dell'invasione araba ebbe l'inizio della fine della civiltà di Pantalica, che continuò comunque ad essere abitata probabilmente fino al XII sec. d.C.

 

reperti di PANTALICA

Reperti di Pantalica  (Museo Archeologico P. Orsi di Siracusa)

palazzo_principe1

Anaktoron

oratorio_san_micidiario2

Chiesetta rupestre di S. Micidiario (bizantina)

oratorio_san_nicolichio3

Chiesetta rupestre di S. Nicolicchio (bizantina)

 

 

1) APARKAI: NUOVE RICERCHE E STUDI SULLA MAGNA GRECIA E LA SICILIA ANTICA IN  ONORE DI PAOLO ENRICO ARIAS

            Giardini Editori e Stampatori in Pisa. - Pisa 1982

 


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Necropoli rupestri di Pantalica