L'ENEOLITICO E LO SVILUPPO SOCIALE E CULTURALE (Scheda redatta da: Ignazio Caloggero)
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Il periodo eneolitico (3000-2400 a.C.), denominato anche età del rame, segna l’inizio dell’età dei metalli; in questo periodo l’agricoltura progredisce notevolmente grazie ad una serie di innovazioni quali l’uso della ruota, del carro e dell’aratro a trazione animale. Quest’ultimo era in realtà un bastone di legno ricurvo in punta[1], solo molto più tardi verso il secondo secolo d.C. l’aratro viene perfezionato con il vomere fatto in metallo. Si coltivano cereali, legumi, l’ulivo, la vite e probabilmente anche il pero e il melo. L’uomo impara a sfruttare meglio gli animali infatti l’allevamento degli animali (in prevalenza bovini, ovini e suini) non serve più soltanto per la produzione di carne ma anche per prodotti derivati come il latte e la lana[2].
Nel periodo eneolitico si riscontra un aumento degli abitati, anche se, probabilmente erano ancora abbondanti le frequentazioni in grotte; come dimostrano molti ritrovamenti tra cui quello della Grotta Maggiore situata vicino all’Ospedale Maggiore di Scicli[3]. Oltre alle capanne a pianta circolare o ovale si incontrano costruzioni adagiate sulla roccia in cui parte dell’ambiente è ricavato direttamente dalla roccia intagliata e parte è costruita con muretti a secco, in alcuni casi come a Zubbia di Palma di Montechiaro, sono stati individuate strutture di delimitazione dell’abitato[4]. Il processo di urbanizzazione spinge verso una prima differenziazione sociale della popolazione. Nascono vari mestieri tra cui l’artigianato specializzato. Gli artigiani di allora erano specializzati nella produzione di contenitori per derrate, vasi e tazze e, successivamente durante il perido del bronzo medio, anche nella ceramica dipinta di imitazione egea, spade e pugnali di bronzo. Il commercio esiste già a partire dal neolitico[5], soprattutto quello dell’ossidiana, una pietra vulcanica dura, molto tagliente e quindi utilizzata prima della scoperta dei metalli per la costruzione di utensili, soprattutto coltelli e raschiatoi. Il commercio dell’ossidiana era particolarmente fiorente nelle isole Eolie. L’aumento dei fabbisogni, non solo primari, e la ricerca di materiale non immediatamente disponibile come il rame favorisce lo sviluppo del commercio e della attività ad esso connesse. Come testimoniano i tipi di sepolture, le ceramiche e gli oggetti in metallo trovati in tutta la Sicilia, nell’età dei metalli l’isola si trovò al centro di importanti scambi con l’Italia continentale, la Sardegna e Malta.
La tecnica della lavorazione della ceramica si evolve notevolmente nel periodo eneolitico. Si vede un tipo di ceramica con decorazioni e dipinti (Conzo, Serraferlicchio, S. Ippolito), compare anche un tipo di ceramica appartenente alla cosiddetta “cultura del bicchiere campaniforme” (S. Ippolito) tipica dell’Europa centrale e occidentale, a testimonianza di contatti tra la Sicilia e l’Europa già nel periodo Eneolitico.
Il periodo del Bronzo antico (2400-1700 a.C.) vede un tipo abitativo costituito prevalentemente da piccoli villaggi disposti nei luoghi in cui l’agricoltura era propizia o in punti favorevoli al controllo delle vie di comunicazione. Un esempio in tal senso lo sono le Isole Eolie che diventano un punto importante per gli scambi con l’Italia continentale, con le coste della Sardegna e perfino con Malta. Questi luoghi saranno tra i primi a vedere le prime importazioni di ceramiche egee.
Centri in cui è evidenziata una specializzazione lavorativa sono stati individuati a Monte Tabuto, Piano Arceri e Calaforno nel Ragusano (estrazione della selce). In Particolare a Monte Tabuto sono state individuate una diecina di grotte-miniere, per la estrazione della selce, prodotta in serie ed esportata in gran parte della Sicilia. Alcune delle miniere, una volta abbandonate, venivano utilizzate come tombe collettive per i numerosi morti che avvenivano tra i minatori costretti a lavorare in condizioni disumani e senza neanche uno straccio di sindacato che li proteggesse.
Le capanne del Bronzo Antico sono spesso a pianta ovale di dimensioni piccole come quelle del villaggio della Montagnola di Capo Graziano a Filicudi, in cui le abitazioni risultano parzialmente interrate e con basi in pietra[6], o come quelle di Castiglione vicino Ragusa[7]. La maggior parte dei villaggi non presenta segni di strutture difensive, alcuni sono però disposti in alture o comunque in luoghi facilmente difendibili, nascono i primi villaggi fortificati come Thapsos, Timpa Dieri, Branco Grande presso Camarina e Baravitalla non lontano da Modica. In alcuni abitati si è notato come tra le capanne che costituivano il villaggio ve ne fosse una di dimensioni maggiori rispetto alle altre. A Lipari la capanna più grande è racchiusa da un recinto e la presenza di strutture minori adiacenti al recinto da l’impressione di vedere il prototipo di quello che sarà poi la struttura del palazzo[8]. Probabilmente costituiva un centro di raccolta o forse l’abitazione di personaggi eminenti della società. Infatti il fenomeno della diversificazione socio-economica della popolazione, con i commerci e la specializzazione del lavoro avranno sicuramente creato le prime distinzioni tra ricchi, meno ricchi e poveri favorendo quindi la nascita di gruppi egemoni come dimostrerebbero anche alcune necropoli in cui alcune sepolture si distinguono dalle altre, per ricchezza di corredo e ampiezza[9]. Come si può notare certe abitudini dell’uomo anno origini antiche.
Durante il Bronzo antico si diffonde, soprattutto nella Sicilia occidentale, la cultura del bicchiere campaniforme, proveniente dalla Sardegna, non arrivò ad interessare in modo significativo la Sicilia Orientale interessata invece ad un fenomeno culturale diverso legato all’inizio delle frequentazioni micenee che particolare importanza avrà per le innovazioni apportate nel campo delle sepolture e della ceramica. Il fenomeno legato ai rapporti con il mondo miceneo rientra probabilmente in un contesto migratorio di gruppi provenienti dal Asia Orientale. I contatti con l’oriente sono testimoniati, oltre che dalla ceramica, anche dal ritrovamento di materiale metallico di importazione dal mediterraneo orientale come perle ornamentali, pugnali e i caratteristici. “ossi a globuli”. Gli ossi a globuli sono oggetti di forma allungata ricavati da ossi e intagliati in modo da risultare decorati con una successione di globuli a rilievo adiacenti, la decorazione della superficie è completata con finissime incisioni. Oggetti del genere ebbero una certa diffusione in tutto il bacino del mediterraneo sin dall’età eneolitica. Non è sicuro il significato da attribuire a tali oggetti, se idoletti schematizzati o oggetti d’uso quotidiano. In Sicilia sono stati individuati all’interno di quella che viene chiamata “cultura di Castelluccio” che si diffonde nella Sicilia orientale e meridionale della Sicilia e che prende il nome dal villaggio preistorico di Castelluccio ad una ventina di chilometri da Noto.
Durante la prima età del bronzo, l’area degli iblei è fortemente caratterizzata dalla cultura cosiddetta di Castelluccio. Esempi di utilizzo del prospetto di tomba a finti pilastri ricavati dalla roccia si hanno a Cava Lazzaro o Cava grande (tra Modica e Rosolini), a Cava D’Ispica – Calicantone e a Cava D’Ispica – Baravitalla. In quest’ultimo sito è stato trovato un vero è proprio villaggio fortificato e una necropoli con una cinquantina di tombe a grotticelle artificiali. Nella Sicilia sud orientale e meridionale sono centinaia gli insediamenti appartenenti al periodo castelluciano, a volte distanti tra di loro solo qualche chilometro, alcuni di questi siti sono: i già citati Branco Grande e Paolina, Castiglione, contrada sulla strada tra Comiso e Ragusa, Monte Tabuto e Monte Racello nei pressi di Cannicarao, Paraspola e Aranci, nei pressi di Chairamonte Gulfi, Monte Sallia, Cava dei Servi, tra Frigintini e S. Giacomo, Ragusa Ibla, S. Croce Camerina, Resti appartenenti al periodo del Bronzo antico sono stati trovati a Calaforno, Giarratana (località Donna Scala), Scicli (Grotta Maggiore), Ispica (Contrada Scalaricotta), Branco Grande (nei pressi di S. Croce camerina) e Contrada Paolina .
Il Bronzo medio (1700-1400 a.C) vede un aumento degli scambi economici in particolare con il mondo egeo, grazie alla sua collocazione nel Mediterraneo la Sicilia è un punto strategico per la navigazione dal’Egeo all’Europa. L’influenza egea è presente in modo significativo a Thapsos, anche se destinata ad estendersi in tutta la Sicilia orientale. Nelle isole Eolie e nel nord della Sicilia è forte invece la presenza di ceramica di tipo appenninico a testimonianza di contatti privilegiati con l’Italia continentale. La stratificazione socioeconomica descritta a proposito del Bronzo antico si intensifica nel Bronzo medio. Nella società vengono a costituirsi delle classi dominanti. Sembra che i nuovi gruppi di potere prediligessero l’elemento culturale egeo. Ciò sarebbe testimoniato dal fatto che spesso il corredo funerario di alcune delle tombe più monumentali è costituito da oggetti prestigiosi di importazione egea ma anche dalla particolare struttura di alcuni abitati e centri destinati al culto, di chiara ispirazione egea . Il Bronzo recente (1400-1200 sec. a.C.) e quello finale (1200-1000 a.C. circa) segnano una decadenza dei siti abitativi delle Eolie ad eccezione dell’isola di Lipari. In tutta l’isola a partire dal bronzo recente, si assiste ad un arretramento dai siti costieri, probabilmente a cause di minacce esterne che spingono gli indigeni verso siti posti su alture e quindi meglio difendibili. L’arretramento verso l’interno sarebbe confermato da studi effettuati da L. Bernabò Brea sui villaggi della costa orientale della Sicilia ed in alcuni villaggi dell’entroterra (Pantalica, Monte Dessueri, Cassibile). Durante questo periodo l’influenza micenea è sempre presente ma inizia a cedere il posto ad un tipo di cultura del tipo appenninico e subappeninico, causa questa di fenomeni migratori di popolazioni provenienti dall’Italia meridionale che porteranno oltre a nuovi influssi culturali anche l’uso del ferro[10]Significativi sono i siti di Milazzo in provincia di Messina in cui compare un tipo di cultura denominata dell’Ausonio che si affiancherà alla cultura di Thapsos. La cultura dell’Ausonio che interessa le isole Eolie e la Sicilia nord-orientale prende il nome dal popolo degli Ausoni proveniente dall’Italia meridionale e che in questo periodo estese la sua influenza sino in territorio siciliano. Altro sito particolarmente significativo è quello di Pantalica che inizialmente interessato ad una influenza micenea, in un periodo successivo mostra influenze ausoniche.
Il Bronzo recente presenta un tipo di ceramica del tipo subappenninico realizzato a mano (Lipari) ma anche ceramica eseguita al tornio e su forni ad alta temperatura (Pantalica). Queste ultime tecniche di lavorazione dimostrano come l’influenza egea non si sia limitata all’importazione di vasellame miceneo. Il fatto che venisse in loco, realizzata ceramica micenea ha fatto porre ad alcuni la domanda se tale ceramica fosse stata realizzata da artigiani provenienti dall’Egeo o se da artigiani locali che avevano appreso le tecniche della lavorazione della ceramica. Nel Bronzo finale si assiste ad un incremento dell’uso del tornio, ed anche alla comparsa di u ntipo di ceramica più raffinata con decorazione dipinta piumata e con decorazioni geometriche[11].
Con il bronzo fu possibile costruire armi più efficaci, e si sa che una volta ottenuto lo strumento per risolvere a proprio vantaggio un’eventuale controversia, non si fa molto per evitarla, anzi si è tentati di crearla. Probabilmente non a caso l’età del bronzo coincide con il periodo in cui le guerre diventarono più frequenti e con effetti distruttivi per i perdenti. Nello stesso periodo, in Medio Oriente, spuntano i primi stati aristocratici a cui capo erano potenti gruppi di guerrieri.
[1]La testimonianza più antica dell’uso dell’aratro è stata trovata nella città mesopotamica di UR dove nella necropoli è stata trovata una figura di aratro costituita proprio da un bastone curvato nella punta. [2] Guidi e Piperno: Italia Preistorica p.483 [3] Giovanni Di Stefano: Piccola Guida delle Stazioni Preistoriche degli Iblei pag. 135. [4] Guidi e Piperno: Italia Preistorica p.479 [5] Mailand A. Edey: L’antica civiltà Egea.. p.28 [6] Guidi e Piperno: Italia Preistorica p.479 [7] Giovanni Di Stefano: Piccola Guida delle Stazioni Preistoriche degli Iblei pag. 36. [8] Maithland A., Edey: Lantica civiltà egea p. 29 [9] Guidi e Piperno: Italia Preistorica p.494 [10] Jaques Heurgon: Il mediterraneo occidentale – Dalla preistoria a Roma Arcaica p.32 [11] [11] Guidi e Piperno: Italia Preistorica p.490 |
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