L'ARTE NEL NEOLITICO (Scheda redatta da: Ignazio Caloggero)
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Così come la religione, anche l’arte nel neolitico si evolve in modo significativo. Sono stati ritrovati utensili con disegni e aggiunte antropomorfe, a testimoniare come all’aspetto funzionale si aggiunge anche quello estetico. L’arte mobiliare si arricchisce notevolmente dei cosiddetti “idoletti”, statuette antropomorfe spesso legate a culti femminili. L’idoletto femminile trovato a Piano Vento (Agrigento) è costituito da un corpo femminile a forma di violino, collo lungo e testa d’uccello, presente una serie di incisione che danno l’idea del piumaggio. Un altro idoletto in pietra verde (Giadeite) con testa di uccello è stato trovato nella grotta delle Stufe di S. Calogero (Sciacca - Agrigento). Due ciotoli fusiformi trovati nel 1968 a Busoné (Agrigento) presentano delle linee incise in modo tale da rappresentare con molta efficacia due corpi femminili. Altri due ciotoli ricollegabili probabilmente a culti femminili, sono stati trovati Vicino ad Acate in contrada Pirrone[1]
Ma gli idoletti femminili citati non costituiscono l’unico esempio di arte mobiliare, anche animali domestici, come è naturale che sia in una società agro-pastorale sono oggetto da modellare per gli artisti neolitici, come la figurina di bovide trovata a Burello (Biancavilla – Catania). La testimonianza di un gusto estetico rapportato alla persona è data dal ritrovamento di oggetti usati per ornare il corpo. Nella Grotta dell’Uzzo è stato ritrovato un ricco repertorio di oggetti ornamentali: pendagli costituiti da denti levigati e perforati di dente di cervo e ovicaprino, elementi di collane costituite da conchiglie, pendenti di conchiglie decorate con tacche parallele. A Stretto (Partanna - Palermo), oltre a dei braccialetti di conchiglia sono stati trovati addirittura dei pendenti di dente di squalo. L’arte del neolitico si arricchisce di nuovi materiali quali la ceramica. In Sicilia come nel resto delle regioni del mediterraneo si parla di cultura della ceramica impressa. Il nome deriva dalla modalità di lavorazione della ceramica. Infatti la decorazione avveniva per impressione della superficie ancora molle prima della cottura. Per la decorazione venivano usati degli oggetti appuntiti, o delle conchiglie e a volte anche le punte delle dita. Il risultato era, almeno nelle fasi iniziali di questa cultura, una decorazione piuttosto rozza, apparentemente senza una vera e propria organizzazione del disegno, le decorazioni erano molto semplici, a volte a formare un motivo a zig zag, o delle linee oblique, o semplicemente delle piccole linee o punti sparsi qua e là nella parete del vaso. Si ritiene che la cultura della ceramica impressa sia nata in Asia Minore e in Siria e che correnti migratorie l’abbiano poi portata in Italia meridionale e in Sicilia[2]. In Sicilia gli esempi più antichi di cultura della ceramica impressa si hanno nella grotta del Kronio presso Sciacca e nella grotta dell’Uzzo (VI millennio a.C.) Successivamente compare un tipo di cultura della ceramica impressa meno rozza detta Cultura di Stentinello dal nome del villaggio vicino Siracusa dove fu identificata per la prima volta. In questa fase (V millennio a.C.) la ceramica presenta decorazioni più ricche e elaborate. La cultura di Stentinello è stata individuata anche nelle Isole Eolie, a Megara Iblea e nel Ragusano (Monte Tabuto[3] e Contrada Pirrone[4]).
La qualità della lavorazione della ceramica si evolve anche nell’uso dei colori, compare infatti la ceramica tricromica a motivi dipinti in rosso e marginate in nero. Un bel esempio di ceramica tricromica è stata trovata Megara Hyblaea (Siracusa), una ciotola, come si dice in questi casi, finemente lavorata, con decorazioni dipinte di rosso marginate in nero e con motivi a forma di fiamma, per fattura e decorazione il reperto è considerato un’eccezione rispetto alle ceramiche del periodo in questione[5]. In alcuni casi, le ceramiche sono decorate con dei volti umani modellati a rilievo, è il caso del frammento di orlo con volto umano trovato nei pressi di Centuripe (Enna) dove il naso è modellato a rilievo e gli occhi e la bocca sono ottenuti con il metodo dell’incavo. La tecnica di modellare delle figure umane doveva essere diffusa in Europa, la stessa tecnica usata per modellare il volto umano del frammento di Centuripe è riscontrabile nel collo di recipiente in terracotta decorato di un volto umano modellato trovato a Stuttgart – Bad Cannstatt, Germania[6]. Il Neolitico finale è invece caratterizzato da un tipo di Cultura detto di Diana che prende il nome da un abitato trovato nell’isola di Lipari in contrada Diana
[1] Giovanni Di Stefano: Piccola Guida delle Stazioni Preistoriche degli Iblei pag. 154 [2] Moses Finley : Storia della Sicilia antica pag. 14. L. Bernabò Brea : La Sicilia prima dei greci pag. 38 [3] (37.19) (86.36). [4] Giovanni Modica Scala: Pagine di Pietra pag. 61 [5] Lo stile del dipinto è chiamato di Capri, ma anche a Bande o Fiamma ed era abbastanza diffuso nell’Italia meridionale. [6] Walter Torbruegge: L'arte europea delle origini. Preistoria e protostoria. Pag. 60. [7] Giovanni Di Stefano: Piccola Guida delle Stazioni Preistoriche degli Iblei pag. 60-147-154. [8] Prima Sicilia - alle origini della società siciliana- a cura di Sebastiano Tusa - 1997 Regione Siciliana Vol.II Fig. II.7 [9] Prima Sicilia - alle origini della società siciliana- a cura di Sebastiano Tusa - 1997 Regione Siciliana Vol.II Fig. III.6 [10] Prima Sicilia - alle origini della società siciliana- a cura di Sebastiano Tusa - 1997 Regione Siciliana Vol.II Fig. III.13
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