L'ARTE NEL PALEOLITICO E NEL MESOLITICO (Scheda redatta da: Ignazio Caloggero)
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In parallelo alla nascita del sentimento religioso, nasce anche la capacità nell’uomo di rappresentare in modo grafico (arte rupestre) e tridimensionale (arte mobiliare) alcuni aspetti della realtà che lo circonda o che vorrebbe che si realizzasse. E’ ipotizzabile che l’arte che nasce nel paleolitico non è l’arte del “bello” ma l’arte del “funzionale” in quanto più che motivata da esigenze estetiche è dettata dalla speranza di incidere in modo magico, tramite riti propiziatori, sulla realtà quotidiana. In tal senso va forse inquadrato l’utilizzo di alcune grotte ricche di figure parietali che probabilmente venivano utilizzate come santuari religiosi in cui si officiavano rituali religiosi, ad esempio per propiziare la caccia o per tentare di neutralizzare gli eventi naturali avversi. L’arte rupestre si manifesta attraverso incisioni o pitture eseguite sulle pareti interne di grotte naturali, gli oggetti incisi o disegnati sulle pareti, rimandano spesso a rituali magici e sono costituiti prevalentemente da animali (bisonti, tori, cavalli, mammut, pesci) e raramente da figure umane. L’arte rupestre più antica finora scoperta è quella della grotta di Chauvet nella regione dell’Ardèche ella Francia. La scoperta è avvenuta il 25 dicembre del 1994 ad opera dello speologo Jean Marie Chauvet che ebbe la fortuna di passare alla storia dando il nome al sito. La grotta comprente parecchie gallerie che contengono oltre treccento tra pitture e incisioni alcune di eccellente qualità raffiguranti rinoceronti, cavalli, orsi, elefanti, bufali, renne, leopardi e iene. Alcune analisi effettuate sui disegni raffiguranti rinoceronti fanno risalire le pitture a un periodo compreso fra i 30.340 e i 32.410 anni fa.[1]
Altri significativi esempi di arte rupestre in Europa si trovano in Francia (è famosissima la grande sala ovale della Grotta di Lascaux presso Montignac, nella Dordogna) e in Spagna (sala dei tori dipinti della Grotta di Altamira a Santillana del Mar).
L'arte figurativa più antica finora scoperta in Sicilia è quella della grotta Genovesi, (isola di Levanzo), scoperta nel 1950 e dove compaiono dei graffiti e delle pitture, le incisioni rappresentano 29 animali (in prevalenza cavalli buoi e cervi) e, cosa rara nell'arte parietale del paleolitico, anche delle figure umane. Alcune delle figure umane hanno la testa di uccello, mente altre sono presentate con le gambe divaricate o a forma di violino[2].
Nella grotta dell'Addaura è presente un esempio, considerato eccezionale, di scena, in cui una decina di personaggi maschili circonda due uomini sdraiati per terra, oltre alle figure umane sono presenti delle figure di animali. Le figure dell'Addaura compongono probabilmente una scena di iniziazione forse a carattere religioso. Alcuni degli oggetti trovati in questa grotta così come quelli prelevati dalla grotta dei Genovesi si trovano attualmente al museo regionale di Palermo.
Arte Parietale: Grotta dell'Addaura
L’arte mobiliare del paleolitico è caratterizzata prevalentemente da sculture, quasi sempre di piccole dimensione. Diffuse erano le statuette femminili conosciute con il nome di Veneri preistoriche trovate in moltissime zone dell’Europa e persino in Siberia (nei pressi del lago Baikal). Di particolare interesse artistico sono alcune delle Veneri trovate in Francia (Venere di Laussel, Venere di Lespugue), in Austria (Venere di Willendorf) e in Italia nei pressi di Modena (Venere di Savignano). La caratteristica comune a molte Veneri preistoriche è l’esagerata accentuazione di alcuni attributi femminili (seni, vulve, ventre, natiche, a indicare i punti legati in qualche modo alla capacità della procreazione), e la quasi mancanza, a volte totale di altri attributi quali, le braccia, le mani, il volto e i piedi. Le forme opulente di queste statuette suggeriscono che fossero utilizzati come simboli della fertilità e dell’abbondanza; in alcuni casi probabilmente legati alle divinità femminili riferibili al concetto di Dea Madre. Nella grotta Genovesi di Levanzo, oltre a una pietra su cui è incisa una figura di bovide e due ciotoletti dipinti in rosso, sono state trovate due statuette femminili che potrebbero essere riferite, nello stile alle Veneri preistoriche.
[1] Dati riportati su Internet al seguente indirizzo: http://www.culture.fr/culture/arcnat/chauvet/en/gvpda-d.htm (nuovo indirizzo: http://www.culture.gouv.fr/culture/arcnat/chauvet/en/) E’ interessante notare come esattamente un mese dopo la scoperta, la notizia era disponibile su Internet, accompagnata da illustrazioni e alcune schede descrittive del sito . [2] Tusa e De Miro: Sicilia Occidentale pag.80.
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