MELCHIORRE TRIGILIA

 LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI

Se l'argomento è di tuo gradimento aiutaci a divulgarlo tramite Facebook, Twitter o altri strumenti di social Network: 

 

 II PARTE

 

II PARTE

1) Aceras anthropophorum.. 1

2)  Anacamptis  (Orchys) collina. 2

3) Anacamptis (Orchys)  coriophora. 3

4) Anacamptis laxiflora. 4

5) Anacamptis (Orchis) longicornu. 5

6) Anacamptis (orchis) papilionacea. 6

7) Anacamptys pyramidalis. 7

8) Barlia robertiana. 8

9) Cephalanthera damasonium.. 9

10) Cephalanthera longifolia. 11

11) Dactylorhiza romana subsp. markusii 12

12) Dactylorhiza saccifera. 13

13) Epipactis-microphylla. 15

14) Epipactis piacentina. 17

15) Himantoglossum hircinum.. 18

16) Himantoglossum robertianum.. 19

17) Limodorum abortivum.. 20

18) Listera-ovata. 21

19) Neotinea (orchis)  lactea. 23

20) Neotinea maculata. 24

21) Neottia nidus-avis. 25

22) Neottia ovata. 27

23) Platanthera chlorantha. 28

24) Ophrys apifera. 31

25) Ophrys arachnites. 32

 

 

LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI

Secondo Galesi (1996) le Orchidee degli Iblei appartengono  a 13 generi: Acera, Anacamptis, Barlia, Cephalanthera, Epipactis, Himantoglossum, Limodorum, Listera, Neotinea, Ophrys, Orchys, Serapias, Spiranthes.

 

ELENCO

   1) Aceras anthropophorum

Sin. Orchis antropophora It. Ballerina.

Esile orchidea perenne, alta 10-40 cm., che cresce da tuberi appiattiti, e avendo una colorazione poco appariscente, quando circondata dall’erba, è difficilmente visibile. Lo stelo è coperto da foglie inizialmente serrate su di esso e solo in seguito disteso. Le foglie, lunghe fino a 12 cm., sono lanceolate e scanalate, senza macchie. L’infiorescenza, composte da numerosi fiori, ha una forma nel complesso cilindrica. I fiori hanno un piccolo cappuccio verde-rossastro  al di sotto del quale è presente la figura di un “uomo”, formato da un labello allungato con due braccia laterali e un tronco centrale che si divide in un paio di “gambe”. Il labello, lungo fino a 15 cm è inizialmente rossastro e diviene in seguito color giallo senape. Il labello è privo dello sperone. Fioritura: Mar. –Mag. Distribuzione: in tutta la regione mediterranea. Habitat: terreni erbosi e pietrosi, margini delle zone boscose, bordi stradali, di solito su suoli calcarei.

 

 

Aceras antropophorum

 


2)  Anacamptis  (Orchys) collina 

Sin. Orchis  saccata (Albo 1919) Ten. Fl. Nap. 1, Prodr.: 53 (1811). (presente nel sito internet “ Orchidee di Cava grande del Cassibile”).

È una pianta erbacea geofita bulbosa alta sino a 30 cm. Presenta foglie ellittiche e una infiorescenza cilindrica, lassa, formata da 5-20 fiori, con labello violaceo sfumato di bianco, munito di un corto sperone saccato bianco-violaceo. I sepali sono oblunghi, di colore olivaceo, quelli laterali eretti, il mediano piegato in avanti, a formare un casco lasso con i petali. Fiorisce da febbraio ad aprile. L’insetto impollinatore abituale di questa specie è ''Apis mellifera'' ma talora è visitata anche da ''Eucera'' spp. e ''Andrena'' spp. Distribuzione e habitat. ''A. collina'' è diffusa nei paesi dell'Europa meridionale. In Italia è presente in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Cresce su prati aridi, garighe, pascoli e macchie ad una altitudine da 0 fino a 1000 m. Predilige suoli calcarei e debolmente acidi. Tassonomia. Descritta nel 1794 come ''Orchis collina'' questa specie è stata recentemente assegnata al genere ''Anacamptis''.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e2/Orchis_collina1.jpg

Anacamptis (orchys) collina

 


3) Anacamptis (Orchys)  coriophora

(L.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1997.

L'orchidea cimicina è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, diffusa in Europa e Medio Oriente. Etim. L'epiteto specifico deriva dal greco κορίς = "cimice" e φορός = "che porta", cioè portatrice di cimici, in riferimento all'odore sgradevole emesso dal fiore. È una pianta erbacea, geofita bulbosa, con fusto alto da 10 a 40 cm, verde alla base, tendente al porpora verso l'apice. L'apparato radicale è costituito da due rizotuberi tondeggianti. Le foglie inferiori, glaucescenti, sono lineari-lanceolate, quelle cauline sono più corte, disposte a guaina attorno al fusto; le brattee, lanceolate, sono verdastre con sfumature rosate. I fiori sono riuniti, in numero di 15-30, in una infiorescenza densa, inizialmente piramidale, poi cilindrica. I sepali e i petali, di colore porpora con venature verdastre, sono riuniti a formare un casco attorno al labello. Quest'ultimo è trilobato, più lungo che largo, ginocchiato alla base, con lobo mediano rivolto all'indietro e lobi laterali più brevi, con margine dentato. La parte centrale del labello è più chiara e finemente macchiettata di porpora. Lo sperone è conico, arcuato verso il basso. Il ginostemio è di colore rossastro, con antera violacea e masse polliniche giallastre. Fiorisce da aprile a giugno. Riproduzione. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera di diverse specie di Apidae (''Bombus'' spp., 'Apis'' spp.). Distribuzione e habitat. Ha un areal molto ampio che si estende dall'Europa al Medio Oriente. In Italia è diffusa in tutta la penisola e nelle isole maggiori. Nelle isole è diffusa la sottospecie ''A. coriophora fragrans'' (GIROS 2009|p.118. Cresce  in  prati,  cespuglieti,  uliveti  e  lungo i margini delle strade, da 0 a 1500 m di altitudine. Tassonomia. Descritta da Linneo come ''Orchis coriophora'' questa specie è stata recentemente assegnata al|genere ''Anacamptis”.

 

Anacamptis (Orchys) coriophora


4) Anacamptis laxiflora

 (Lam.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1977.

 L'orchidea acquatica è una pianta tipica degli ambienti umidi, da cui il nome comune di galletto di palude. È una geofita bulbosa, alta da 20 a 80 cm, con fusto di colore verde alla base, violaceo alla sommità. L'apparato radicale è costituito da due rizotuberi tondeggianti. Le foglie lanceolate, sono strette e inguainanti il fusto alla base. Le brattee sono lanceolate, di colore verdastro con sfumature violacee. I fiori sono riuniti in infiorescenze ovate ocilindriche, alquanto lasse; i sepali sono oblungi, i laterali riflessi ed ilmediano rivolto in avanti, di colore purpureo-violaceo; i petali, più brevi e più stretti dei sepali, sono arcuati in avanti. Il labello è largo, con lobatura appena accennata e lobi mediani ripiegati verso il basso, di colore porpora ai margini, più chiaro, tendente al bianco, nella parte centrale. Lo sperone è ascendente, dritto o appena arcuato. Il ginostemio corto, con antera violacea e masse polliniche verdastre. Sono stati descritti esemplari con fiori completamente bianchi (forme apocromatiche). Fiorisce da aprile a giugno. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera di imenotteri dei generi Bombus e Xylocopa (Apidae). È una specie con areale mediterraneo-atlantico. In Italia è presente in tutto il territorio nazionale, isole comprese. Habitat: cresce in zone ricche di acqua quali i prati umidi e gli acquitrini, da 0 a 1350 m sul livello del mare. Tassonomia. In passato attribuita al genere Orchis la specie è stata recentemente assegnata, sulla base di analisi filogenetiche del DNA mitocondriale al genere Anacamptis.

 

Orchis laxiflora.jpg

Anacamptis laxiflora


5) Anacamptis (Orchis) longicornu

(Sin. Orchis longicornu) Galesi. Fior III-IV. Boscaglie, cespuglietti, pascolo. Stenomedit. Occ. Valle Anapo, Vizzini, Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Chiaramonte, Vizzini, Lentini, Melilli, Palazzolo.

L'orchide cornuta (Poir.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1997) è una pianta erbacea alta 10-20 cm, con fusto eretto, di colore verde alla base, tendente al violaceo verso l’alto. Le foglie inferiori, verdi, sono riunite in rosetta basale, mentre le superiori, verdi -violacee, avvolgono il fusto a guaina. Le brattee sono anch'esse verdi-violacee e avvolgenti l’ovario. I fiori sono riuniti in una infiorescenza apicale abbastanza lassa, e sono caratterizzati da uno sviluppato sperone cilindrico, di colore violaceo, che da il nome alla specie. I tepali sono a cappuccio, con punteggiature violacee all'esterno, bianche all'interno. Il labello, trilobato, è più esteso in larghezza che in lunghezza, e presenta lobi laterali viola e lobo centrale bianco con piccole macchie viola. Ne esiste una forma apocromatica nota come Anacamptis longicornu var. albiflora nella quale il fiore è totalmente bianco. Fiorisce in marzo-aprile. La specie è diffusa  nel Mediterraneo occidentale. In Italia è molto comune in Sicilia e Sardegna; è stata segnalata sporadicamente in varie zone della costa tirrenica. Cresce in ambienti soleggiati di prateria mediterranea, gariga, e macchia rada, fino ad una altitudine di 1200 m. Tassonomia. Descritta nel 1789 come Orchis longicornu questa specie è stata recentemente assegnata al genere Anacamptis.

Anacamptis (Orchys) longicornu con impollinatore


6) Anacamptis (orchis) papilionacea.

È una pianta erbacea alta 15-40 cm, con fusto cilindro di colore verde, con macchie rossastre alla sommità. L'apparato radicale è caratterizzato da due rizotuberi tondeggianti. Le foglie basali, lineari-lanceolate, di colore verde glauco, sono riunite in rosetta mentre le cauline, guainanti, sono di dimensioni decrescenti man mano che si procede verso la sommità e presentano sfumature rossastre. Le brattee, ovato-lanceolate, sono di colore rosaceo con venature brunastre. I fiori, riuniti in infiorescenze dense e allungate, presentano sepali ovato-lanceolati, di colore dal rosa al viola e petali oblunghi, più corti dei  sepali. Il  labello è roseo, più chiaro al centro  ed alla base, talora con venature  a ventaglio. Lo sperone è conico, più corto dell’ovario, dritto o curvo in basso. Fiorisce dalla fine di febbraio a metà giugno. Distribuzione e habitat. È una specie a diffusione mediterranea. In Italia è presente in quasi tutto il territorio. La varietà ''A. papilionacea grandiflora'' è nota solo per Sicilia e Sardegna. Cresce in prateria, gariga e macchia, fino a 5.400 m di altitudine, con predilezione per i suoli asciutti, calcarei o debolmente acidi. Riproduzione. Si riproduce per impollinazione da parte di diverse specie di lepidotteri: le farfalle adagiano il loro corpo tra le due lamelle basali del labello, e srotolano la spirotromba per raggiungere il nettare, posto in fondo al lungo sperone; nel far ciò entrano in contatto con le masse polliniche che, aderendo al corpo dell'insetto, verranno successivamente trasportate su un altro fiore. Descritta da Linneo come Orchis papilionacea questa specie è stata recentemente assegnata al genere Anacamptis.

Anacamptis (Orchys) papilionacea grandiflora


7) Anacamptys pyramidalis

(L.) Rich., 1817. Galesi, 1996: Comune. L'orchidea piramidale (Anacamptis pyramidalis (L.) Rich., 1817). Sin. Orchis pyramidalis.

   È una pianta erbacea alta 20-60 cm, dal fusto esile, cilindrico, di colore verde chiaro. Le foglie inferiori, lineari-lanceolate, sono lunghe sino a 25 cm, le cauline diventano più corte avvicinandosi all'apice, le brattee sono violacee e acuminate. I fiori sono riuniti in una caratteristica infiorescenza densa di forma grossolanamente piramidale, da cui il nome della specie. Sono di colore dal rosa pallido al porpora, raramente bianchi. Fiorisce da marzo a giugno. I sepali sono ovato-lanceolati, con petali poco più larghi e più corti. Il sepalo dorsale con i petali contigui formano un casco mentre i sepalilaterali sono distesi e diretti in avanti. Il labello è trilobato con lobi più o meno della stessa grandezza; alla base del labello mediano sono presenti due lamelle longitudinali, leggermente divaricate. Lo sperone è filiforme, lungo sino a 15 mm. Riproduzione. Si riproduce per impollinazione entomofila da parte di diverse specie di lepidotteri: le farfalle adagiano il loro corpo tra le due lamelle basali del labello, e srotolano la spiritromba per raggiungere il nettare, posto in fondo al lungo sperone; nel far ciò entrano in contatto con le masse polliniche che, aderendo al corpo dell'insetto, verranno successivamente trasportate su un altro fiore. Distribuzione e habitat. È diffusa in Europa centrale e meridionale. È abbastanza comune in tutta l' Italia, isole comprese.Cresce in praterie e garighe, sino a 1400 m di altitudine, prediligendo i terreni calcarei asciutti e le esposizioni soleggiate.

 

anacamptys pyramidalis


8) Barlia robertiana

 (Loisel.) Greuter, 1967. Sin.: Orchis longibracteata Biv., Barlia longibracteata Parl., Orchis robertiana Loisel. Galesi, 1996: Habitat: colture abbandonate, siepi, margini delle strade.

   Pianta perenne, tuberosa, alta 20 - 50 cm., con due organi sotterranei ovoidi. Le foglie sono ovali o ellittiche e di colore verde chiaro. L'infiorescenza, densa e cilindrica, porta numerosi fiori, grandi e profumati, di colore verde-violaceo. Dic. Apr.; è la prima orchidea a fiorire. Il labello può essere intero o più o meno lobato, con o senza apicolo; è di colore rosa violaceo con macchie porporine centrali; I lobi laterali, allungati e sottili, sono a forma di braccia ripiegate verso il centro del labello mentre il lobo mediano è a sua volta diviso in due lobi generalmente divaricati. Lo sperone, conico e più breve dell'ovario, è rivolto in basso.

Distribuzione: Steno-mediterranea. Piuttosto diffusa in Italia. Si riproduce  ad opera di diversi imenotteri apoidei tra cui Bombus hortorum e Xylocopa violacea. Non produce nettare, ma in compenso ospita numerose colonie dell'afide Dysaphis tulipae, la cui melata si accumula nello sperone dei fiori, fungendo da attrattiva per gli insetti. In rari casi può ricorrere all'autoimpollinazione. Fioritura: gennaio-marzo. Habitat: due stazioni in lembi di lecceta.

 

Barlia robertiana


9) Cephalanthera damasonium

Galesi, 1996: Rinv. in C.da S. Maria, Buccheri, dal Galesi nel 1993  e assieme a R. Lorens nel 1996.

   Etim. Dal gr. kephalè = testa e antheros = fiore, perché simile ad una testa. Damasonium potrebbe derivare dalla città di Damasco. It. “Elleborine”, forse per rassomiglianza con alcuni fiori degli Ellebori.

   Descrizione. È una pianta perenne alta da 15 a 60 cm. è una orchidea terrestre, geofita rizomatosa, perché ha un fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. Le radici sono secondarie da rizoma. Fusto: la parte sotterranea (ipogea) consiste in un rizoma fibroso; quella aerea  (epigea) è eretta, di colore bianco. Alla base è scagliosa e inguainata da 2 - 3 foglie quasi atrofizzate. Le foglie: possiede non più di 3 – 5 foglie, larghe 3 cm; e lunghe 7 cm. ca., intere, a forma ovato-ellittica con nervature parallele; alla base sono amplessicauli e molto guainanti; l'apice è acuto. Lungo il fusto sono disposte in modo alterno e progressivamente diminuiscono in grandezza fino a confondersi con le brattee dell'infiorescenza. L'infiorescenza si trova all'apice del fusto ed è del tipo a racemo lasso con 2 - 12 fiori per pianta. I fiori, 14 – 20 mm, di colore biancastro o giallognolo, in genere rimangono socchiusi, si aprono appena un po' nelle ore più luminose e calde della giornata. L'infiorescenza è provvista di brattee di protezione lunghe come il fiore (nella parte inferiore dell'infiorescenza superano i fiori); sono posizionate alla base del pedicello e sono di tipo fogliaceo; normalmente tutti i fiori sono posti all'ascella di queste brattee. Il portamento dei fiori è eretto. Sono ermafroditi ed irregolari (zigomorfi), pentaciclici e resupinati, cioè ruotati sotto-sopra. Fior. Mag. – Lug. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno di forma lanceolata; il primo verticillo (esterno e posizionato in alto) ha 3 tepali sub-eguali che formano una specie di elmetto; nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (labello) e più corto e quindi seminascosto dai due tepali esterni più lunghi ed appuntiti. Il labello che inizialmente dovrebbe occupare la posizione superiore, alla fine è sotto; è concavo e privo di sperone. La parte interna (ipochilo) è concava o sacciforme e larga con dei lati rivolti all'insù. Quella più esterna (epichilo) è più larga che lunga (a forma ovato-lanceolata) sempre concava con l'apice acuminato; al centro è colorata di giallo-aranciato solcata con delle creste longitudinali. Le due parti (ipochilo e epichilo) sono separate da una strozzatura. Ginostemio: gli stami filamentosi con le rispettive antere (due masse polliniche bilobe) sono concresciuti con lo stilo e formano una specie di organo colonnare chiamato ginostemio. Lo stigma consiste in una superficie concava e vischiosa localizzata sotto le antere stesse. Degli stami (originariamente due verticilli con 6 stami totali in seguito ridotti) solo 1 del verticillo esterno è fertile gli altri sono atrofizzati o presenti in qualità di staminoidi (sono stami che in alcuni casi – in altre specie - possono assumere caratteri morfologici petaloidei). L’Ovario è sub-cilindrico, infero, formato da tre carpelli saldati in modo uniloculare; inoltre è privo di peduncolo (è quindi sessile) ed è resupinato (o contorto – ruotato di 180°). Il frutto consiste in una capsula deiscente (si apre per più fenditure) a tre valve contenente numerosissimi minuti semi che il vento può trasportare facilmente (similmente alle spore). Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta può avvenire per via sessuata, grazie all'impollinazione degli insetti pronubi, ma anche per autogamia e cleistogamia. I fiori di queste piante sono privi di nettare, ma l'impollinazione avviene ugualmente in quanto i vari imenotteri sono attratti dalla zona centrale gialla del labello che viene scambiata per stami ricchi di polline. L'impollinazione avviene in maniera specifica e non sempre in modo facile, per cui il fiore attende a lungo prima di essere fecondato. La germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici. Distribuzione: Il genere Cephalanthera comprende una decina di specie diffuse in Europa e in Asia, delle quali tre sono spontanee della flora italiana. E’ diffusa in tutta l’Italia Habitat: boschi di latifoglie faggete, pinete, castagneti, gineprai e querceti. Il substrato preferito è calcareo con pH basico e bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco. Diffusione: piani collinari e montani fino a 1600 m s.l.m.

 

Cephalanthera damasonium

 


10) Cephalanthera longifolia

Fior. Apr. Mag.  Habitat: boschi di latifoglie. Euro-mediterraneo. Segnalata in diversi siti della Sicilia, ma negli Iblei fu rivenuta solo dal Gussone nel 1844 a Buccheri.

   La Cefalantera maggiore (nome scientifico Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch, 1888) è una piccola pianta erbacea e perenne dai delicati fiori bianchi Etim. Il nome della specie deriva dal latino: longa e folia e fa riferimento alle foglie che sono molto più lunghe che larghe.

   Descrizione. È una pianta perenne alta da 20 a 45 cm. La parte aerea del fusto è semplice ed eretta, glabra e ricoperta da scaglie alla base (guaine fogliari). Si presenta sinuoso (un po' a zig-zag) e foglioso fin sotto l'infiorescenza. Le foglie basali sono ridotte a delle guaine attorno al fusto; le foglie cauline sono relativamente numerose (da 6 a 10), tutte con lamina intera e sono disposte in modo distico (a due a due opposte sullo stesso piano, ma su nodi conseguenti) e divergenti di circa 60 gradi. Sulla pagina fogliare sono presenti fino a 9 nervature longitudinali (parallele) principali che all'apice fogliare sono lievemente ripiegate verso la nervatura centrale. Le foglie inferiori (1 o 2) sono più piccole e di forma ellittica; quelle superiori sono più lunghe e dalla forma molto lanceolata e con apice acuto e lungo il fusto sono progressivamente più ristrette verso l'alto. Foglie inferiori larghezza 1 – 2 cm, lunghezza 4 – 7 cm; foglie superiori larghezza da 2 a 1 cm, lunghezza da 10 a 15 cm. [per il resto vedi sopra].

 

Cephalanthera longifolia


11) Dactylorhiza romana subsp. markusii  

(Tineo) Holub. 

Brullo e Giardina, manca in Galesi. Endemica Italia centro merid. e Sicilia: Pascoli e boschi in altopiani e montagne: rinvenuta nel Monte Lauro. Rara (Giardina).

   È una pianta erbacea, terrestre, geofita bulbosa , alta 15 – 30 cm.

Impollinazione tramite insetti, specialmente bombi. Questi posandosi sul labello per raggiungere con la proboscide il nettare contenuto nel fondo dello sperone, si agitano e si sfregano contro il ginostemio (posto in questo momento sopra il loro corpo) che vibrando rilascia del polline che va a posarsi sulle pari pelose dell'insetto. Quando lo stesso insetto si posa su un'altra orchidea parte di questo polline rimane attaccato al retinacolo (posto nella zona centrale del ginostemio) per merito della sostanza vischiosa presente sulla sua superficie. È avvenuto così il trasferimento del polline da un fiore all'altro. A questo punto lo stigma (parte inferiore del ginostemio) rimane impollinato, si sviluppa quindi un budello pollinico che entrando nell'ovario feconderà l'ovulo.  È una sottospecie rara, endemica della Sicilia. Si distingue per lo sperone che è ascendente, arcuato verso l'alto, ma più corto; per le brattee molto più lunghe dei fiori; per l'infiorescenza più densa e per il labello colorato di giallo. L'habitat tipico di questa sottospecie sono i prati a basso contenuto nutrizionale, margini e schiarite dei boschi con terreni a pH acido.

 

11. Dactylorhiza markusii


12) Dactylorhiza saccifera

Brullo e Giardina, manca in Galesi. Est mediterranea. Frequente nelle montagne in terreni aridi.

La Dactylorhiza maculata sacciforme Brongn. Soó 1962 è una pianta erbacea spontanea della flora italiana. Etim. Il nome generico (dactylorhiza) è formato da due parole greche: “dito” e “radice” e si riferisce ai sui tuberi suddivisi in diversi tubercoli (tuberi a forma digito-palmata). Il primo nome specifico (maculata) fa riferimento alle foglie macchiate, mentre il secondo nome specifico (saccifera = a forma di sacco) si riferisce alla forma dello sperone. Descrizione. Questa pianta, fondamentalmente glabra, è alta da 25 a 90 cm. È geofita bulbosa, terrestre. Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo, e si trovano nella parte superiore dei bulbi. Fusto.  Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi palmati ognuno più o meno profondamente diviso in più lobi o tubercoli (caratteristica peculiare del genere Dactylorhiza); il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione del fusto, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte aerea è eretta, cilindrica e piena (non cava); la superficie è striata. Alla base sono presenti delle lunghe guaine (foglie radicali atrofizzate). È fogliosa fino all'infiorescenza. Nella parte alta può essere arrossata. Le foglie sono oblunghe o ovalo-lanceolate, carenate e ripiegate verso l'alto e comunque a disposizione eretta (quasi patente); la superficie presenta delle "macchie" scure (da cui il nome della specie) a forma ellissoide-allungata; sono presenti inoltre delle nervature parallele (non troppo evidenti) disposte longitudinalmente. Le foglie possono essere sia radicali (o basali) che caulinari; entrambe sono amplessicauli e abbraccianti il fusto (quelle inferiori abbracciano il fusto fino a metà della loro lunghezza). Quelle basali sono più ovali; larghezza 3 – 4 cm; lunghezza 5 – 9 cm.; le cauline sono più lanceolate, lesiniformi e progressivamente più ristrette. L'infiorescenza è composta da fiori raccolti in dense spighe. Nella prima fioritura la forma dell'infiorescenza è conica, poi a fine fioritura si stabilizza in una forma più cilindrica. I fiori sono posti alle ascelle di brattee membranose a forma lanceolato-lineare e lunghe più dei fiori (possono presentarsi rosseggianti all'apice). I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra tramite torsione dell'ovario in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza delle brattee inferiori: 3 – 4 cm. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo. I colori variano dal rosa chiaro fino al porpora ed anche al bianco con screziature più scure presenti soprattutto sul labello (a volte anche ai margini dei tepali. Perigonio: è composto da 2 verticilli con 3tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tepali esterni sono patenti (e comunque non conniventi a quello centrale – come invece nel genere affine Orchis): i due laterali hanno una forma lineare, mentre quello centrale è più ovato e concavo e insieme ai due tepali interni centrali (che sono conniventi) formano una specie di cappuccio a protezione degli organi riproduttori. Dei tre tepali interni quello mediano (chiamato labello) è molto diverso dagli altri. Labello: semplice (non formato da due parti distinte), brevemente saldato al ginostemio, è trilobo (non in modo molto evidente) ed è lievemente più largo che lungo; i tre lobi sono quasi uguali (quello mediano è lievemente più stretto e più lungo degli altri due); il margine dei lobi può essere lievemente sfrangiato. Sul retro, alla base, il labello è prolungato in uno sperone sacciforme, molto grosso. La superficie del labello è percorsa da macchie colorate più scure alcune con un caratteristico andamento filiforme tipico di queste orchidee. Dimensione dello sperone: larghezza 3 – 4 mm; lunghezza 11 – 13 mm. Dimensione del labello: larghezza 12 – 16 mm; lunghezza 8 – 11 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore e in questa specie è molto breve ma con una ampia area stigmatifera. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova  nelle  due  logge che sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti sui due retinacoli tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da un'unica borsicola rostellare (a forma di coppa). L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme. Fioritura: da maggio a luglio. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorriza endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi  è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume; per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Impollinazione: tramite insetti, specialmente bombi. Areale Steno-Mediterraneo (Centro-orientale). Distribuzione: la diffusione maggiore di questa orchidea si ha in Sicilia e Italia del sud. Fuori dall'Italia è diffusa dal centro del bacino del Mediterraneo fino alla Mesopotamia. L'habitat tipico di questa pianta sono i boschi di latifoglie e i boschi cedui umidi, oppure i prati bagnati. Il substrato preferito è calcareo con pH basico su terreno bagnato. Sui rilievi queste piante si possono trovare nei piani collinari e montani da 200 fino a 1850 m s.l.m.

 

 Dactylorhiza saccifera


13) Epipactis-microphylla

Brullo e Giardina, manca in Galesi. Euro mediterranea. Segnalata a Buccheri, cda. S. Maria e Valle dell’ Anapo.

Etim. Epipactis forse dal greco “crescere sopra”. Microphylla significa “a foglie piccole”. Descrizione È una pianta erbacea perenne alta da 15 a 50 cm.; è geofita rizomatosa. Le radici sono numerose e secondarie da rizoma. Fusto la parte sotterranea consiste in un rizoma, la parte aerea è poco fogliosa, eretta, semplice, gracile e finemente pubescente. La colorazione del fusto è verde-violacea ma anche grigiastra. Le foglie, poche (da 3 a 6) a disposizione spiralata lungo il fusto, sono intere a forma stretto-lanceolata con apice acuto; sono sessili, appena amplessicauli e lievemente carenate. La lamina è percorsa da diverse nervature longitudinali. Le foglie superiori sono progressivamente più ristrette e più corte; in tutti i casi anche le maggiori hanno una lunghezza minore dell'internodo corrispondente. Il colore è verde-grigio. Dimensioni delle foglie: larghezza 0,8 cm; lunghezza 3 cm. L'infiorescenza è un racemo terminale, lineare con fiori spaziati (al massimo 20 per infiorescenza), penduli e pedicellati; la disposizione è leggermente unilaterale. Alla base del pedicello sono presenti delle brattee erbacee a forma lanceolata. Queste brattee sono di tipo fogliaceo non più grandi dell'ovario, mentre quelle superiori sono progressivamente più piccole; tutte sono pendule come i fiori. I fiori sono resupinati, ruotati sotto-sopra tramite torsione del pedicello e non dell'ovario. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami, 1 verticillo dello stilo). I fiori all'esterno sono colorati normalmente di verde, mentre all'interno sono biancastri con sfumature violette. I fiori profumano debolmente di vaniglia e non si aprono molto neppure in pieno sole. Dimensione del fiore: 6 – 10 mm. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni) di forma lanceolata, liberi e patenti; il primo verticillo (esterno) ha 3 tepali di tipo sepaloide (simili ai sepali di un calice); hanno l'apice acuto e sono verdastri e arrossati sui bordi; nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (chiamato “labello”) è notevolmente diverso rispetto agli altri due laterali che si presentano più ottusi e più grandi dei tre tepali esterni.

Il labello è diviso in due sezioni; la porzione posteriore del labello  (basale,  chiamata ipochilo) è concava e stretta, mentre quella anteriore (apicale, chiamata epichilo) è più allargata e incurvata verso il basso con apice appuntito e bordi ondulati. La colorazione del labello è chiara (biancastra nella zona centrale – verdastra all'apice con sfumature violette). Nel mezzo tra l'ipochilo e l'epichilo è presente una strozzatura che collega le due parti. Il labello è inoltre privo di callosità evidenti (sono presenti delle increspature alla base dell'epichilo) e non è speronato come in altri generi e l'ipochilo è nattarifero. Ginostemio: lo stame con la rispettiva antera biloculare è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato ginostemio. Il colore di questo organo è fondamentalmente giallastro. L'ovario è infero, piriforme-globoso ed è formato da tre carpelli fusi insieme, sorretto da un peduncolo incurvato. Il polline è più o meno incoerente ed è conglutinato in due masse cerose polliniche bilobe (una per ogni loculo dell'antera); queste masse sono prive di “caudicole” (filamento di aggancio all'antera). Fioritura : da giugno ad agosto. Il frutto è una capsula obovoide a più coste contenente moltissimi, minuti semi. Anche le capsule, come i fiori, sono orizzontali o pendule. Riproduzione. Sono piante nettarifere e hanno una impollinazione entomofila (vespe, api e ditteri); ma usano anche l'autogamia. Distribuzione. Il genere Epipactis comprende circa 70 specie diffuse in Europa, in Asia e in America, delle quali circa una decina sono spontanee della flora italiana. Diffusione: questa pianta si trova su tutto il territorio italiano; in alcune zone è comune, in altre è rara (specialmente al sud. L'habitat tipico di questa pianta sono i macereti, i prati aridi e le boscaglie (pioppeti, ontaneti, frassineti e querceti sub-mediterranei). Il substrato preferito è calcareo con pH basico e bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1200 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano. Dal punto di vista fitosociologico appartiene alla classe: Carpino-Fagetea sylvaticae.

Epipactis-microphylla


14) Epipactis piacentina

Giardina. Prati montani decidui di latifoglie, querce e pino lariceo.. Presente in Sicilia ma rara.

   Etim. dal nome latino di Piacenza, nella cui provincia è stata identificata la prima volta. Distribuzione: eurimediterranea; rara e localizzata in diverse regioni italiane dal Veneto alla Sicilia. Habitat: ambienti boschivi freschi, pref. a mezz'ombra, su suoli profondi, neutri o poco acidi, da 100 a 1400 m di quota. Fioritura: VI-VII. Caratteri: Colore verde Pianta piccola (alta fino 40 cm), fusto robusto. Foglie (4-7), ± spiralate. Fiori piccoli, rosa-magenta. Sepali verdastri-rosati con bordo più rossastro, petali rosei. Labello biancastro, con stretta giunzione ipochilo-epichilo. Ipochilo rosa porporino all'interno. Epichilo largo come lungo, rosa intenso. Clinandrio e viscidio assenti.

 

Epipactis piacentina


15) Himantoglossum hircinum

Galesi, Giardina. Fior. Maggio. Prati aridi, cespuglietti, boschi montani; su suoli calcarei. Non molto comune in Sicilia. Segnalata nel 1993 da Galesi negli Iblei. Medit. Atl. Specie di grosse dimensioni, raggiunge i 50 cm di altezza.

H. h. (L) Spreng 1826.

Descrizione. È una pianta erbacea alta da 20 a 90 cm con due rizotuberi globosi e robusti. Le foglie sono grandi ed oblunghe, acuminate le superiori. L'infiorescenza, densa e multiflora, può portare fino a 80 fiori che emanano un odore sgradevole di caprino. I tepali sono verdi con nervature e margini striati di rosso, conniventi a casco. Il labello è trilobato e di color rossastro o violaceo con la fauce bianca punteggiata di viola; il lobo mediano, più lungo dei laterali, è nastriforme (fino a 6 cm) e allargato e appena bifido all'apice mentre i lobi laterali sono lineari e leggermente divergenti; lo sperone è breve e conico. Periodo di fioritura: da maggio a giugno. Distribuzione. È diffusa dall' Europa occidentale al bacino del Mediterraneo centro-occidentale. In Italia meridionale e in  Sicilia:  specie  molto  rara.  Habitat  Predilige ambienti aridi su substrato calcareo, scarpate, da 500 fin oltre i 1800 m.

Himantoglossum hircinum


16) Himantoglossum robertianum

(Giardina) Prati aridi gariga e cespuglietti. Molto comune in Sicilia.

H.R. (Loisel.) P. Delforge (1999). Sin. Orchis longibracteata.

Etim. Il nome del genere deriva da due parole greche: "himantos" = cinghia, e "glossa" = lingua e fa riferimento alla lunga lingua del labello, simile ad un nastro. L'epiteto della specie ricorda invece che la dedica è per il botanico francese G. N. Robert (1776-1857). Forma Biologica: G bulb - Geofita bulbosa. Pianta erbacea perenne alta 20 - 80 cm con radici formati da 2-3 grossi rizotuberi (fino a 3 cm di Ø) da cui si dipartono le radici secondarie. Fusto ascendente, grosso, di colore violaceo nella parte superiore e verde chiaro in quella intermedia e inferiore; avvolto da squame scariose alla base. Foglie grandi, quelle inferiori 5-10 x 10-30, di consistenza carnosa e lucida, di forma ovato lanceolata;le inferiori più piccole e avvolgenti. Brattee lanceolato-lineare, sfumate di viola e più lunghe dei fiori. Infiorescenza densa portante fino a 60 fiori. Si presenta prima conica e poi allungata e cilindrica. Fiori profumati e piuttosto grandi, di colore che varia dal violetto al rosa al bianco e con sfumature verdastre. Tepali di forma ovata e formanti il casco, gli esterni ricurvi e con striature rosso-violaceo, quelli interni più corti e lineari. Petali lineari concolori ai sepali e troncati all'apice. Labello lungo fino a 2 cm , trilobo con i lobi laterali falciformi e con apice rivolto indietro, margini esterni crenulati; il lobo mediano è più lungo e a sua volta diviso in 2 segmenti ottusi e divaricati. Sprone corto, conico e rivolto verso il basso. Ginostenio grande con masse pollinee scure. Stimma a forma di cuore. Ovario sessile. Tipo corologico: Steno-Medit. - Specie con areale limitato alle coste mediterranee, (area dell'Olivo). Fior. Febbraio-Aprile. Distribuzione in Italia: Presente in molte regioni fra cui la Sicilia. Ma è specie protetta a livello nazionale. Habitat: Prati aridi, garighe, cespuglieti. Sempre in pieno sole e preferibilmente su suoli calcarei. Da 0 a 1000 m. s.l.m.

 

Himantoglossum robertianum

17) Limodorum abortivum

Galesi. Fior. Apr. Mag. Unica orchidea parassita presente nella Sicilia sudorientale; segnalata nel 1993 e 95 negli Iblei. Il fior di legna (L.  a. (L.) Sw., 1799) è una pianta diffusa in Italia su tutto il territorio. L'epiteto specifico deriva dal latino abortus = aborto, in riferimento alle foglie squamiformi, come abortite. Descrizione. È una pianta alta da 20 a 80 cm. L'apparato radicale è costituito da un breve rizoma e numerose corte radici micorriziche. Il fusto è robusto, di colore violaceo o bruno-violaceo. Le foglie sono ridotte a squame guainanti il fusto e sono povere di clorofilla. L'infiorescenza è lunga e lassa, a racemo, con un numero di fiori  variabile da 8 a 20, grandi e di colore bianco-violaceo. Il labello è arcuato e più corto dei sepali, con ipochilo ristretto alla base ed epichilo allargato all'estremità, percorso da venature violacee più intense, con bordi laterali ondulati e rialzati. Lo sperone è più o meno lungo come l'ovario, nettarifero. Il ginostemio è allungato, di colore giallo arancio. Fiorisce da metà aprile a fine giugno. Ha una distribuzione eurimediterranea. In Italia è una specie piuttosto diffusa in tutto il territorio. Habitat. Cresce prevalentemente in boschi termofili di conifere e di latifoglie, macchie, radure e cespuglieti, su suolo preferibilmente calcareo, da 0 a 1800 m di altitudine. Riproduzione. Raramente impollinata dagli insetti, la pianta, pur producendo nettare che viene depositato nel lungo sperone, ricorre per la produzione dei semi maggiormente all'autimpollinazione, che può avvenire anche senza l'apertura dei fiori (cleistogamia).

 

Limodorum abortivum

18) Listera-ovata

 Galesi. Fior. Maggio. Boschi umidi Rara. Segnalata nel 1996 a Cava Grande del Cassibile da Gaudioso e anche ad Aidone e Peloritani.

La Listera maggiore (nome scientifico Listera ovata (L.) R. Br., 1813) è una pianta erbacea dai fiori poco appariscenti. Etim. Il nome generico (Listera) ricorda un naturalista inglese, Martin Lister, vissuto tra 1638 e il 1712; mentre quello specifico (ovata) deriva dal latino e fa riferimento alla particolare forma delle sue foglie. Descrizione. L'altezza di queste piante varia da 40 a 60 cm (minimo 20 cm; massimo 100 cm). La forma biologica è geofita rizomatosa. Le radici sono secondarie da rizoma e sono a consistenza fibrosa e carnosa. Fusto. Parte ipogea: consiste in un breve rizoma ricoperto da guaine. Parte epigea: è semplice, robusta ed eretta. La sezione è cilindrica e la superficie è glabra in basso, mentre è lievemente pubescente-ghiandolosa verso l'infiorescenza. Non sono presenti foglie basali. Foglie cauline: nella parte bassa dello scapo sono presenti due foglie amplessicauli a disposizione sub-opposta (in realtà una è sovrapposta all'altra). Queste due foglie sono posizionate, nella pianta adulta, a circa 1/3 inferiore del fusto. Nelle giovani piante, prima che il fusto si allunghi, queste due foglie sono apparentemente in posizione basale. Le foglie sono intere a forma largamente ovata con svariate nervature longitudinali (15 solchi) e apice arrotondato, ma nell'estrema punta sono bruscamente appuntite. La consistenza di queste foglie è quasi carnosa (sono spesse); il colore è verde chiaro quasi lucido. Queste due foglie sono quasi sessili (o con un picciolo ridotto al minimo). Dimensioni delle foglie: larghezza 3 – 9 cm; lunghezza 5 – 13 cm. L'infiorescenza è una spiga terminale, lineare e più o meno pauciflora (da 10 a 100 fiori per pianta). I fiori sono inodori e ben spaziati uno dall'altro. Fioritura: maggio-giugno. L'infiorescenza è provvista di brattee squamiformi, a forma triangolare, carenate ad apice acuto (la loro funzione è quella di proteggere i fiori). Le brattee sono posizionate alla base del pedicello e sono di tipo fogliaceo; normalmente tutti i fiori sono posti all'ascella di queste brattee. I pedicelli sono leggermente pubescenti-ghiandolari. I fiori sono resupinati, ruotati sotto-sopra tramite torsione del pedicello; in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza dell'infiorescenza: 7 – 30 cm. Dimensioni delle brattee inferiori: larghezza 3 mm; lunghezza 5 mm. Lunghezza del pedicello: 3 – 4 mm. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il colore dei fiori è verdastro e sono piuttosto piccoli rispetto ai fiori di altre orchidee. Dimensione dei fiori: 9 – 15 mm. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). A parte il segmento centrale del secondo verticillo (il labello), gli altri tepali sono tutti più o meno simili tra di loro: la forma è lanceolato-ovata a portamento ricurvo verso il centro-avanti del fiore (formano un cappuccio a protezione degli organi riproduttivi interni). I due tepali laterali più interni sono sfumati di bruno chiaro e sono lievemente più stretti. Quelli esterni sono conniventi. Dimensione del tepalo dorsale (quello centrale dei tre tepali esterni): larghezza 2 – 3 mm; lunghezza 5 – 6 mm. Dimensione dei due tepali laterali esterni: larghezza 2 – 3 mm; lunghezza 4 mm. Il labello (semplice – non formato da due parti distinte) è il tepalo centrale più interno. Ha una forma allungata e stretta (nastriforme) e portamento pendulo. La parte apicale è lungamente bifida, mentre alla base è lievemente concavo. È inoltre privo di sperone. Verso la fine dell'infiorescenza (dopo la fecondazione) il labello si piega all'indietro. Dimensione del labello: larghezza 3 – 4 mm; lunghezza 7 – 10 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". In questa specie lo ginostemio è corto (larghezza 1,5 mm; lunghezza 2 mm) e di colore verde-giallastro. Il polline è conglutinato in strutture chiamate pollinii (i pollinii sono due, uno per ogni loggia dell'antera). Il retinacolo è privo di caudicole. L'ovario è ovoide (o sub-sferico) in posizione infera con peduncolo arcuato; è formato da tre carpelli fusi insie me.  Lunghezza   dell'ovario:   5 – 6  mm. Lunghezza del peduncolo:  5 – 7 mm. Fioritura: tra maggio ed agosto. Il frutto è una capsula semi-eretta, a forma ellissoide e pedicellata con diverse coste e deiscente per alcune di queste. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. Dimensione delle capsule: larghezza 6 mm; lunghezza 10 mm.  Impollinazione: il labello è nettarifero per cui questa pianta viene visitata da diversi insetti (non molto grandi) come coleotteri, imenotteri e ditteri. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; ma la germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra). In realtà questa pianta ha dimostrato di riuscire a svilupparsi anche senza la presenza di funghi simbionti; per via vegetativa in quanto il rizoma possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie (getti laterali) capaci di generare nuovi individui. Distribuzione; (area di origine) è Eurasiatico. Diffusione: in Italia questa orchidea è abbastanza comune; si trova nelle Alpi e negli Appennini fino al sud; ed è pure presente in Sicilia e in Sardegna (ma in queste isole è considerata più rara). Habitat: l'habitat di questa pianta è molto variabile, in effetti è una delle orchidee rustiche più adattabili a qualunque tipo di terreno. Quindi la “Listera maggiore” si può trovare nei boschi di latifoglie, ossia nelle zone del castagno, del faggio ma anche delle conifere. Si può trovare inoltre nelle vicinanze di corsi d'acqua, nelle zone a cespuglieti, arbusteti e margini dei boschi, prati e pascoli. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo, con pH neutro e medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1600 m.s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino.

 Listera-ovata

 

19) Neotinea (orchis)  lactea

 Sin.: Orchis lactea Poir. Galesi. Fior III-IV. Cespuglieti. Stenomedit. Niscemi, Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Vizzini, Melilli.

  Orchidea lattea  (R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1997).

 Descrizione. È una pianta erbacea, alta 10-20 cm, con fusto eretto, cilindrico, verde chiaro nella parte inferiore, porporino in quella superiore. L'apparato radicale è caratterizzato dalla presenza di due rizotuberi rotondeggianti. Le foglie basali sono allungate e riunite in rosetta; le foglie cauline, ad 1 a 2, inguainano il fusto ed hanno un vertice appuntito. Presenta una infiorescenza a spiga cilindrica, piuttosto densa (10-30 fiori). I tepali sono bianchi, saldati a formare un casco, con nervature longitudinali rosse all'interno e verdognole all'esterno. Il labello è trilobato con margine dentellato e fondo da bianco a rosa, picchiettato di rosso purpureo; il lobo mediano è più lungo dei laterali ed è leggermente ginocchiato alla base. Lo sperone è conico, rivolto in basso. Fiorisce in marzo-aprile. Distribuzione e habitat È diffusa nei paesi del bacino del Mediterraneo, dal Nordafrica e dalla Spagna all'Anatolia. [2]. In Italia è presente nelle regioni centro-meridionali, dalla Toscana alla Calabria, e nelle isole maggiori (Sicilia e Sardegna). Predilige terreni incolti, pascoli e prati ai bordi della macchia, dal livello del mare fino ai 1500 m di altitudine.

Neotinea (orchis) lactea


20) Neotinea maculata

Galesi. Circum-mediterranea. Fior. Mar. Apr. Interno di arbusti di rosmarino ed etrica e in uliveti abbandonati. Pineta Vittoria, Niscemi, Buccheri, Vizzini.

  Etim. Dal gr. “neos” = “nuovo” e da V. Tineo  (1791-1856),  famoso  botanico  siciliano cui  è dedicato. Maculata (macchiata) è dovuto alla punteggiatura bruna che quasi sempre  è presente sulle foglie e sul fusto di questa pianta.  Inquadramento:  è prossimo al genere  Orchis, soprattutto al gruppo di Orchis militaris; si caratterizza per i fiori molto piccoli, lo sperone cortissimo e le foglie per lo più maculate. Distribuzione: mediterraneo-atlantica; pur estendendosi su un vasto areale, per lo più le sue popolazioni appaiono molto localizzate. In Italia è presente in tutta la penisola, soprattutto sulla costa e nelle isole. Habitat: reperibile in garighe, cespuglieti, pinete e prati, e pianta assai eclettica per il substrato che può essere arido o fresco, basico o acido; inoltre vegeta in pieno sole, ma anche all'ombra. Mediamente si incontra fino a 400 m di altitudine, ma può raggiungere sporadicamente anche i 1000 m. Fioritura: da fine marzo a maggio; le caratteristiche foglie basali finemente maculate sono già ben evidenti dal mese di novembre. Descrizione: due tuberi ovoidali; fusto gracile, a volte maculato di bruno, alto da 10 a 30 cm (anche inferiori a 10, come in molti esemplari pratesi); 2-3 foglie basali lanceolate, ed alcune cauline, spesso maculate; brattee più brevi dell'ovario; infiorescenza cilindrica e densa, costituita da piccoli fiori (3-5 mm) che odorano di vaniglia, biancastri screziati e/o punteggiati di rosso; tepali interni ed esterni conniventi a cappuccio; labello a tre lobi, gli esterni più stretti, il centrale più ampio e bifido con dentino al centro; sperone breve (1-1,5 mm); ovario semicontorto.

  

Neotinea maculata


21) Neottia nidus-avis

Giardina e Brullo. Euro mediterranea. Faggete in terreni ricchi di humus. Non comune.

   Nido d'Uccello (nome scientifico Neottia nidus-avis (L.) Rich, 1817) è una pianta erbacea perenne dai fiori poco appariscenti. Etim. Il nome del genere fa riferimento alla particolare forma delle radici “a nido”. In greco “neottia” significa “nido”. Il termine specifico conferma ulteriormente questo concetto: nidus avis è un termine latino e significa nido d'uccello.

Descrizione. Questa pianta, contrariamente ad altri generi delle orchidee, non è epifita, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (ha cioè un proprio rizoma); quindi viene raggruppate fra le orchidee terrestri. In realtà questa è una pianta saprofita, ossia priva di clorofilla. Vive quindi in Simbiosi mutualistica con un fungo (Rhizomorpha neottiae) fissato alle sue radici. Questo fungo si trova anche negli strati più esterni della corteccia. In alcune zone di questa corteccia le sue ife sono settate e ben sviluppate, mentre in altre zone sono trasformate in masse informi. Probabilmente è una degenerazione delle ife indotta dalla Neottia per poterne assorbire le sostanze nutritive e quindi poter vivere senza il meccanismo della fotosintesi clorofilliana. Altrimenti, questa pianta, si nutre in modo eterotrofo assorbendo le sostanze organiche e nutrienti dal terreno (come humus o come micelio fungino) per mezzo delle sue radici. L'altezza di questa pianta varia tra i 15 e 40 cm. La forma biologica è geofita rizomatosa. Le radici sono secondarie da rizoma; sono ingrossate e ramificate in modo inestricabile. Fusto. Parte ipogea: la parte sotterrane consiste in un rizoma a fibre contorte e irregolarmente raggomitolate. Parte epigea: la parte aerea del fusto, carnosa e succosa, è eretta, di colore brunastro e dall'apparenza lucida. Foglie. È una pianta afilla (senza foglie). Le foglie (non più utili per la sopravvivenza) sono ridotte a delle squame (o scaglie) prive di clorofilla e quindi di colore giallastro o bruno chiaro; sono amplessicauli e avvolgono il fusto per tutta lo loro lunghezza. Questa atrofizzazione ha colpito soprattutto le foglie basali, qui completamente assenti, mentre in altri generi della famiglia delle orchidee sono sempre presenti. Lunghezza delle scaglie: 2 – 3,5 cm. Infiorescenza. I fiori sono riuniti in una densa spiga terminale (infiorescenza formata da 20 – 30 fiori); sono posizionati alla base di una brattea squamiforme o lesiniforme. Sia i fiori che le brattee sono brunastre (con delle sfumature violacee) per cui facilmente  questa  pianta può essere  confusa, nell’oscurità del bosco, per delle foglie cadute precocemente. I fiori sono resupinati,ruotati sotto-sopra tramite torsione del pedicello; in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza dell'infiorescenza: 5 – 20 cm.  Lunghezza delle  brattee inferiori: 2 – 3 cm. Dimensione delle brattee superiori: larghezza 1 – 2 mm; lunghezza 5 – 10 mm. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). I fiori profumano debolmente di miele. Dimensione dei fiori: 8 – 15 mm. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tepali sia quelli esterni che quelli interni (escluso quello centrale, diverso dagli altri, chiamato labello) sono molto simili (lanceolato-ovati e ottusi all'apice) e conniventi in quanto tutti insieme formano un cappuccio a protezione degli organi di riproduzione. Lunghezza media dei tepali: 5 mm. Il labello (semplice – non formato da due parti distinte) è il tepalo centrale più interno. La forma è lanceolata e concava alla base. La parte terminale è biloba. I due lobi divergono all'esterno e quasi sembrano tornare verso l'alto; sono inoltre lievemente crenulati. Il labello è sprovvisto di sperone ed è nettarifero nella cavità basale. Dimensione del labello: larghezza 3 mm; lunghezza 10 – 12 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo si presenta all'interno-centro del fiore ed è colorato di giallo. Il polline ha una consistenza gelatinosa; è posizionato nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). L'ovario, incurvato, è ovoide (o sub-sferico) in posizione infera; è formato da tre carpelli fusi insieme. Lunghezza dell'ovario: 1 cm. Fioritura: da maggio ad luglio. Il frutto è una capsula semi-eretta, a forma ellissoide e pedicellata con diverse coste e deiscente per alcune di queste. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene prevalentemente per via vegetativa o per autofecondazione; è comunque possibile anche la riproduzione tramite impollinazione eterologa, per lo più ad opera di ditteri. Dopo la fioritura la pianta muore e i nuovi individui vengono generati dalla porzione carnosa di radice rimasta viva. Questa radice propagandosi orizzontalmente va ad occupare nuove zone di terreno non ancora sfruttate e quindi più ricche di nutrimento facilitando così la nascita dei nuovi individu. In alcuni periodi (anche diversi anni) è possibile che questa pianta non trovando le condizioni ottimali per far germogliare nuovi individui compia il suo intero ciclo vitale rimanendo sotto terra. Il tipo corologico (area di origine) è Eurasiatico - Eurosiberiano. Diffusione: la Neottia nidus-avis è comune su tutto il territorio italiano (un po' rara nelle isole). L’Habitat tipico di questa pianta sono tra i muschi o le foglie morte nei boschi di faggio e di latifoglie in ambienti freschi e ombrosi; ma anche nelle pinete, gineprai, carpineti e erceti. Il substrato preferito è calcareo e calcareo/siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali e terreno mediamente umido. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1500 m. s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano.

 Neottia nidus-avis

 


22) Neottia ovata.

Giardina e Gaudioso. Prati freschi. Rinvenuta a Caltagirone e Cava Grande del Cassibile, Ganzaria. Rara. Habitat: boschi

di latifoglie, cespuglietti. Foglie color verde. Altitudine da 0 a 1900m.

Fioritura: da maggio a luglio.

Neottia ovata (L.) Bluff & Fingerh. It. Listara maggiore. Forma biologica: G rhiz (Pianta erbacea perenne, con rizoma). Periodo di fioritura: V-VIII. Altitudine (min/max): 0/1600 m. Tipo corologico: Euro-asiat.. Sinonimi: Listera ovata (L.) R. Br.

 

Neottia ovata


23) Platanthera chlorantha

(Giardina) Rinvenuta in diverse zone della Sicilia (Delforge 2005) ma rara.

 Etim. Platantera verdastra (nome scientifico P. ch. (Custer)Rehb., 1829) è una pianta erbacea perenne, dai delicati fiori verdastri.

Etim. Il nome generico (platanthera) deriva dal greco e fa riferimento alla forma delle antere del fiore (“fiore ad antere larghe e piatte”). Il nome specifico (chlorantha) si riferisce al colore verdastro dei fiori (deriva sempre dal greco: chloros = verde e anthos = fiore).  Descrizione. Questa pianta è glabra con una altezza variante tra i 15 ai 70 cm. La forma biologica è geofita bulbosa. Le radici sono secondarie da bulbo; sono fascicolate e carnose e si trovano in posizione superiore rispetto ai bulbi. Fusto. Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in due bulbi interi. La forma di questi bulbi è ovoidale-fusiforme. Dimensione dei bulbi: larghezza 0,8 – 1,5 cm; lunghezza 2 – 4 cm. Parte epigea: la parte aerea del fusto è semplice, robusta ed eretta. Alla base è presente una guaina tubolare di colore scuro. Le foglie sono tutte intere a nervature parallele; la forma delle foglie basali è diversa da quelle cauline (dimorfismo fogliare). Le foglie basali sono due sub-opposte; la forma è oblanceolato-ellittica o spatolata-ellittica, e sono arrotondate all'apice. Dimensione delle foglie: larghezza 3 – 8 cm; lunghezza 10 – 20 cm. Foglie cauline: le foglie cauline sono strettamente lanceolate, acute e progressivamente ridotte verso l'infiorescenza. Lunghezza massima: 3 cm. L'infiorescenza è una spiga semplice e allungata con diversi fiori (da 9 a 32) relativamente spaziati. I fiori sono posti alle ascelle di brattee lanceolate (quelle inferiori sono più lunghe dell'ovario) e sono pedicellati (il pedicello è arcuato). I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra tramite torsione dell'ovario; in questo caso il labello è volto in basso. Dimensione dell'infiorescenza: 5 – 25 cm. Lunghezza delle brattee: 10 – 22 mm. Lunghezza del pedicello: 12 – 18 mm. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il colore dei fiori è verdastro con sfumature biancastre. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). Dei tre tepali esterni quello dorsale è eretto e forma un cappuccio (è connivente con i due laterali interni) a protezione degli organi riproduttivi del fiore; ha una forma ovata, è ottuso all'apice e con 5 venature longitudinali. Quelli laterali sono disposti in modo patente e hanno una forma ovato-lanceolata con 3 – 5 venature; dei tre tepali interni quello mediano (chiamato labello) è molto diverso dagli altri, mentre i due laterali sono identici tra loro, sono eretti e più stretti di quelli esterni (strettamente ovato-lanceolati con 1 – 3 venature). Tutti i tepali hanno l'apice acuto. Dimensione del tepalo centrale: larghezza 5 – 6 mm; lunghezza 5 – 7 mm. Dimensione dei tepali laterali esterni: larghezza 4 – 4,5 mm; lunghezza 7,5 – 8 mm. Dimensione del tepali interni: larghezza 2,5 – 3 mm; lunghezza 5 – 6 mm. Il labello è lineare, intero, pendente e si assottiglia gradualmente verso la sommità, mentre sul retro, alla base, è prolungato in un lungo sperone. La forma dello sperone è filiforme, lievemente pendente ed è clavato all'apice. È lungo circa due volte l'ovario. Dimensione del labello: larghezza 2 mm; lunghezza 8 – 13 mm. Lunghezza dello sperone: 16 – 36 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti sul retinacolo tramite delle caudicole. I retinacoli  sono  in questo  genere  privi  di borsicole. Le due logge dell'antera sono divergenti alla base. L'ovario, sessile in posizione infera è incurvato a semicerchio, ed è formato da tre carpelli fusi insieme. Fioritura: da maggio a luglio. Il frutto è una capsula  globosa e pedicellata con diverse coste ed è deiscente per alcune di queste. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. Riproduzione. Impollinazione: tramite farfalle (anche notturne). Il nettare si trova nella parte più interna dello sperone per cui l'insetto deve essere dotato di una spirotromba adatta (abbastanza lunga). L'insetto, durante questa operazione di assunzione del nettare, si spinge tra le masse polliniche staccando così alcuni frammenti di polline che essendo appiccicoso aderisce subito al suo corpo per essere trasportato via. La riproduzione avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; ma la germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume); per via vegetativa in quanto il bulbo possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie (getti laterali) capaci di generare nuovi individui. Distribuzione: il tipo corologico (area di origine) è Eurosiberiano. Diffusione: questa orchidea è diffusa su tutto il territorio italiano, ma è prevalentemente rara. L’Habitat tipico sono i boschi (pinete, faggete, carpineti e gineprai) e gli arbusteti; ma anche schiarite forestali, torbiere basse, prati e pascoli mesofili e igrofili. Il substrato preferito è calcareo oppure calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1200 m-s-l.m. frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano.

 

IL GENERE ''OPHRYS''

      “Il genere Ophrys comprende specie distribuite soprattutto nella regione mediterranea; le specie con caratteri ancestrali sono accantonate nel Medit. Or., e qui si presume sia il centro d’origine del gruppo. La flora italiana è ricca di Ofridi, soprattutto sul Gargano e nelle zone adiacenti alle Puglie.

Fusto e foglie.- Gli organi vegetativi nelle varie specie di O. sono quasi eguali. Due bulbi ipogei, generalmente ovoidi(1-3 cm) e biancastri, carnosi, dai quali si alza un fiore eretto indiviso. Foglie ridotte a squami brevi, le cauline inf.  Con pochi (2-4) fiori spaziati, più raramente fino a 15, addensati, spesso rivolti più o meno dalla stessa parte; ogni fiore all’ascella di una brattea lineare-scanalata (2-3 cm).

Le specie di O. sono quasi eguali come aspetto delle parti vegetative, e nel fiore i tepali esterni ed interni sono poco appariscenti e scarsamente diffrenziati; il labello invece è vivacemente colorato e presenta unpo straordinario polimorfismo… Il labello rappresenta un fenomeno biologico del tutto singolare…. (Il modo in cui avviene l’impollinazione) fu scoperto dal Kullenberg (1961). Il labello imita nella forma e pelosità l’addome della femmina delle  specie  degli insetti impollinatori, ed il fiore emette gli odori che a queste servono di richiamo sessuale; così il maschio viene attirato dal fiore dell’Ophrys, sul quale si posa effettuando una pseudocopulazione    in una posizione obbligata che lo mette in contatto con le masse polliniche; una parte del polline s’incolla  sull’insetto,  viene  asportata e quindi ceduta al fiore successivo. Gli insetti impollinatori sono Bombi, Calabroni, Api e Vespe. Colore e forma del labello sono in generale caratteri ereditari, suquali è pensabile si esplichi una “scelta” da parte dell’insetto impollinatore; evoluzione dell’insetto e della pianta procedono di pari passo. Lo straordinario polimorfismo  del labello è dunque probabilmente causato da questa fitta rete di interrelazioni tra impollinatore ed impollinato”  (Pignatti).

 

È uno dei generi europei più numerosi della famiglia con più di un centinaio di specie di orchidee terricole (Geofite bulbose), a distribuzione euro-mediterranea. È caratterizzato da fiori con labello senza sperone; questi fiori sono bizzarri e per la forma e i colori ricordano mosche, calabroni, ragni; si ibridano facilmente fra loro e un notevole numero di tali forme sono pure note in Italia. Fra le più frequenti: O. aranifera, O. arachnites, O. apifera, O. tendredinifera, O. neglecta, O. speculum, O. lutea, O. bertolonii ecc. Essendo un gruppo molto polimorfo e variabile, è di difficile classificazione. Negli ultimi decenni sono state individuate molte nuove specie alcune delle quali attendono ancora una sistemazione tassonomica. Questi nuovi taxa non sempre sono accettati da tutti i botanici. Etimologia. Il nome generico (Ophrys), secondo quanto scrive lo scrittore romano Plinio il Vecchio (23 – 79 d.C.), deriva da un'antica parola greca “οφρύς” che significa “sopracciglio”. Gli antichi (scrive sempre il naturalista latino) usavano appunto questa pianta per produrre una tintura per colorare le sopracciglia. Può essere però che il vero significato derivi molto più semplicemente dalla forma delle lacinie interne del perigonio, oppure dalla pelosità del labello (carattere molto più evidente del primo).

 

  

Platanthera-chlorantha

 


24) Ophrys apifera

Huds., 1762. Galesi. Fior. Apr. Mag. Formazioni di garica e macchia. Euro-Medit. Rinv. Pineta Vittoria, Niscemi, Cava Gran-de Cass., Buscemi, Buccheri, Vizzini, Chiaramonte, Ragusa, Caltagirone, Palazzolo. In Albo 1919 anche: altopiano di Modica, Scicli, Valle dell’Irminio, Capo Passero, Vendicari. Suolo calcareo erboso, in luoghi incolti. Dic. Marz.

   La vesparia o fior di vespa è una pianta erbacea alta 15-50 cm, con foglie basali ovato-lanceolate o oblunghe, foglie superiori inguainanti e brattee ovato-lanceolate. L'infiorescenza raggruppa da 3 a 12 fiori con sepali grandi, di colore dal bianco al violaceo, con nervatura centrale e petali corti, pubescenti, di colore dal rosa al verdastro. Il labello è trilobato, con due pronunciate gibbosità villose sui lobi laterali; il lobo mediano, villoso, è di colore bruno, con margine giallastro e appendice triangolare; presenta un disegno variabile, che ricorda l'addome di un insetto, con un’area basale  brunastra, lucida, contornata da macchie dal giallo-verde al violaceo. Il ginostemio è ad angolo retto, con apice allungato e sigmoide. Le masse polliniche, giallastre, subito dopo la fioritura si distaccano dalle logge polliniche e si ripiegano in avanti verso la cavità stigmatica.Fiorisce da metà aprile a metà luglio. Riproduzione. È l'unica specie del genere Ophrys che pratica preferenzialmente l'autoimpollinazione: subito dopo la fioritura le  caudicole  dei pollinii si curvano in avanti favorendo la deposizione del polline sullo stigma sottostante. Distribuzione. È una pianta euromediterranea delle regioni temperate. In Italia è abbastanza diffusa in tutte le regioni. Habitat. Cresce in praterie, garighe, macchie e boschi luminosi, fino ad un’altitudine di 1200-1400 m. Predilige i suoli calcarei e le esposizioni in piena luce o penombra.

 

Ophrys apifera


25) Ophrys arachnites

Albo 1919. It. Fiormosca, Sic. Lapuzzi. Altopiano di Modica, Cava d’Ispica, Pachino; tra i sassi in luoghi incolti con humus. Apr. Giu.

   L'Ofride a forma di ragno (nome scientifico Ophrys exaltata subsp. arachnitiformis (Gren. & Philippe) Del Prete, 1984) è una pianta erbacea spontanea in Italia.

   Etimologia. Il primo nome specifico (exaltata = elevata in latino) si riferisce al fatto che questo gruppo di orchidee sono mediamente più alte delle altre; il secondo nome specifico (arachnitiformis) significa letteralmente “a forma di ragno”. Descrizione. È  alta da 15 a 40 cm. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb). Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. Fusto. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondati; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte aerea del fusto è semplice, eretta, e robusta.  Sono presenti sia foglie radicali a forma lanceolata e formanti una rosetta basale, che foglie cauline del tipo amplessicaule. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme con 4 – 10 fiori in disposizione lassa. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare-lanceolata; sono lunghe come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso.    I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono patenti a forma lanceolata. I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono appena più piccoli a forma oblunga-lineare, più stretti e con bordi ondulati e glabri, disposti in modo alternato a quelli esterni. Colore dei tepali esterni: verde, bianco o roseo con nervature centrali verdi. Colore dei tepali interni: come quelli esterni o più scuri (giallastri o anche bruni).

   Il labello (la parte più vistosa del fiore) può assumere forme diverse, è comunque intero a perimetro più o meno ovale e convesso. La parte centrale è pubescente mentre i bordi sono glabri. In questa specie non è presente lo sperone, mentre le gibbosità della zona centrale del labello sono quasi assenti. Colore del labello: bruno, rosso o violaceo sempre scuro al centro; più chiaro ai bordi (di colore quasi giallo o anche rosso mattone); al centro è presente una macchia a forma di “H” o “X”, a colori più chiari (da grigio a blu a violaceo) circondata da bordi ancora più chiari. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato “ginostemio". Quest'organo, simili a un becco corto e acuminato, è posizionato all'interno-centro del fiore sopra la cavità stigmatica che in questa specie è piccola e ristretta alla base. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole. L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme. L'ovario non è contorto. Fioritura: da febbraio ad aprile. Il frutto è una capsula deiscente: a maturità la capsula si divide lungo la circonferenza per lasciare uscire i semi. I semi sono numerosi, molto minuti e piatti. Sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione entomogama: gli insetti impollinatori sono generalmente imenotteri apoidei del genere Andrena (Andrena senecioni, Andrena nigroaenea, Andrena trimmerana) e anche Colletes cunicularius; questi insetti riconoscono (o credono di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tentano una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo emesso dall'orchidea imita i feromoni dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli”[10] e il tipo di impollinazione viene definita come impollinazione a pseudo-copulazione. La successiva germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra). La disseminazione è di tipo anemocora;  per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Distribuzione. Il tipo corologico è Mediterraneo Occidentale. L'habitat tipico di questa pianta sono le garighe, i pascoli magri e in genere le zone incolte su substrato calcareo. Altitudine: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 700 m.s.l.m.; frequentano quindi le colline.

Ophrys arachnites


MELCHIORRE TRIGILIA: LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI

©  Centro Studi Helios  

Centro Studi HeliosHeritage Sicilia