MELCHIORRE TRIGILIA LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI Se l'argomento è di tuo gradimento aiutaci a divulgarlo tramite Facebook, Twitter o altri strumenti di social Network:
III PARTE
III PARTE
27) Ophrys aranifera, ssp. atrata
38) Ophrys subfusca subsp flammeola
39) Ophrys (aranifera) furcifera
Solo in Albo 1919: It. Fior ragno, Calabrone. Altopiano di Modica, Scicli, Valle dell’Irminio, Ragusa, Capo Passero, Vendicari. Suolo calcareo erboso, in luoghi incolti. Dic. Mar.
Ophrys sphegodes Mill. subsp. Sphegodes, denominata anche: Ophrys aranifera. Nome italiano: Ofride verde-bruna. Dati Generali. Forma Biologica:Geofita bulbosa (G bulb). Tipo Corologico:Eurimediterraneo. Ambiente di crescita: Margini, Prati. Fascia altitudinale: Planiziale, Collinare. Status di protezione:Tutela internazionale e/o nazionale.
Ophrys aranifera
Solo in Albo 1919. Altopiano di Modica, pendici erbose del Monserrato, vallone dei Cappuccini, Scicli, Sampieri in luoghi fertili. Mar. Apr.
Piantina a fioritura (aprile-maggio), si rinviene in zone incolte e aride, cespuglieti e garighe con substrato alcalino, fino a 1300 m di quota; la specie viene impollinata da un Imenottero Andrenide: Andrena morio.
Ophrys aranifera ssp. atrata. Arcangeli. Pianta perenne con fusti di 20-40 cm d'altezza; fiori i fiori presenti sulla spiga lassa vanno da 4 a 10 e sono distanziati; hanno tepali esterni di forma triangolare allungata, di colore rosei o biancastri di 10-15x4-7 mm e gli interni piú piccoli 6-9,5x2,5-5 mm, verdastri o rosei; labello di 9-14x10-14 mm., intero di colore nero con sfumature rosso porpora, presenta due caratteristiche gibbosità basali, sbiancate all'apice , glabre internamente e ricoperte da una peluria esternamente. Tutto il labello è circondato da una fitta peluria; macchia lucida di colore blu-azzurra con margine biancastro forma una H oppure U, con le estremità in alto confluenti. Distribuzione. Mediterranea centroccidentale. Habitat: Prati aridi, garighe e terreni incolti. Fioritura: marzo – maggio.
Giardina. Gariga, prati, cespugli spinosi, fino a 1000 m. l. m. Rinv. : Pineta Vittoria, Vizzini, Chiaramente, Caltagirone, Valle Ippari.
L'Ofride di Archimede (Ophrys subfusca subsp. archimedea (P. Delforge, M. Walravens) Kreutz, 2006) è una pianta erbacea spontanea in Italia.
Etim. Il primo nome specifico (subfusca) deriva dalle parole latine sub (= sotto) e fuscus (= di colore scuro) e si riferisce al colore quasi nerastro o bruno scuro del labello. Il secondo nome specifico (archimedea) è in onore al matematico siracusano Archimede (287 a.C. – 212 a.C.). È una geofita bulbosa. Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. Fusto. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale, arrotondati e di colore biancastro; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo; la parte aerea è semplice, eretta e slanciata. Il colore è verde. Le foglie basali di norma sono quattro a forma ellittico-lanceolate; mentre quella caulina, posta nella parte bassa del fusto, è unica. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). Il colore delle foglie è fondamentalmente verde. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme e lassa con pochi fiori (massimo 5 – 7 fiori) e ben spaziati. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lanceolata con una scanalatura centrale; sono più lunghe dell'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono patenti a forma ovato-triangolare con apice ottuso; i bordi sono revoluti. I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono più piccoli e più stretti; sono disposti in modo alterno a quelli esterni. Colore dei tepali esterni: verde. Colore dei tepali interni: verde-giallastro. Il labello (la parte più vistosa del fiore) si presenta con un portamento pendente o sub-orizzontale. Il colore prevalente è bruno scuro; al centro è presente una caratteristica macchia violetto-grigiastra bordata da linee più chiare; la parte terminale è formata da tre lobi più chiari quasi gialli. Questa sottospe-
cie è priva delle due caratteristiche gibbosità laterali; è priva anche dello sperone. Dimensione del labello: larghezza 9 – 14 mm; lunghezza 10 – 15 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole[6]. L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme. Fioritura: da marzo a maggio. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume). La disseminazione è di tipo anemocora; per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Impollinazione: come per altre specie di Ophrys anche in questa l'impollinazione avviene tramite un ben definito maschio di imenottero del genere Andrena che riconosce (o crede di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tenta una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo (non sempre gradevole per noi umani) emesso dall'orchidea imita i ferormoni dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli”. Inoltre dal momento che l'insetto è attratto solamente da una specifica femmina (e quindi da una specifica orchidea) si evitano così sterili impollinazioni interspecifiche. Endemico, solo in Sicilia (zone centro-meridionali). Habitat: l'habitat tipico di questa orchidea sono le garighe e le macchie mediterranee su substrato calcareo. Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 40 a 1350 m s.l.m.; piani: collinare e montano.
Moretti Galesi. Fior. Mar. Apr. Garica e uliveti abbandonati. Steno Medit. Occ. Rinv. Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Buccheri, Vizzini, Chiaramente, Lentini, Caltagirone, Gela, Palazzolo. In Giardina: Gariga e prati asciutti, sulle coste e all’interno di suoli collinosi. Non comune in Sicilia. In Albo 1919: Vallone di Cappuccini Modica; suolo calcareo con humus, sotto i carrubi; valle dell’Irminio, Scicli, Donnalucata nei campi erbosi; Ragusa, Salinella, Gerratana; sponde erbose del pantano di Vendicari.
Ofride di Bertoloni (Ophrys bertolonii Moretti, 1823). Il nome della specie è un omaggio al medico e botanico bolognese Antonio Bertoloni (1775 - 1869). È una pianta alta 15–25 cm, con foglie oblungo-lanceolate, disposte in rosetta, le superiori disposte a guaina. I fiori, in numero variabile da 2 a 8, sono riuniti in infiorescenze piuttosto lasse. I sepali sono ovato-lanceolati, concavi, da biancastri a rossastri, mentre i petali lineari-lanceolati, sono rosei o porporini, con margine più scuro e ciliato. Il labello, che può esse re intero o trilobato, è a forma di sella, peloso, con uno specchio apicale glabro, lucido e violaceo, cui si deve il nome comune di fior di specchio, e con una appendice apicale giallo-verdastra. Il ginostemio è slanciato e termina con un evidente rostro appuntito che richiama la testa di un uccello, con due pseudoocchi che, nella specie tipo, sono separati dalla cavità stigmatica da una piccola porzione piana. La suddetta cavità è inoltre di forma rettangolare, più alta che larga. Fiorisce da marzo a giugno. Si riproduce per impollinazione entomofila, ad opera degli imenotteri Megachile parietina, M.pyrenaica e M. sicula (Megachilidae). La forma a sella del labello di O. bertolonii si adatta a quella assunta da questi insetti che inarcano l'addome durante la copula. Predilige i suoli calcarei asciutti. Gli habitat usuali sono i pascoli, le garighe e i terreni sassosi, sino a 1000 m di altitudine.
Ophrys bertolonii
Link 1799. Galesi. Fior. Mar. Apr. Ampelodesmeti, formazioni erbacee. Stenomedit. Rinv. Vittoria, Niscemi Cava Grande Vizzini, Buccheri, Chiaramente, Melilli, Monterosso, Caltagirone. In Giardina: Prati asciutti, dal livello del mare alla montagna. Molto comune in Sicilia.
L'ofride fior di bombo (Ophrys bombyliflora Link,) è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, diffusa sul versante settentrionale del bacino del Mediterraneo. È una pianta erbacea alta 5-20 cm, con foglie ovato-lanceolate disposte a rosetta, e brattee larghe e concave. L'infiorescenza raggruppa 2-5 fiori con sepali verdi, ovati, e petali corti, triangolari, con apice ottuso, pubescenti, giallo-verdastri, brunastri alla base. Il labello è trilobato, con lobi laterali che presentano due gibbosità villose e lobo mediano emisferico, bruno e pubescente all'apice, glabro e plumbeo alla base, con appendice apicale verdastra. Il ginostemio è corto, con apice ottuso e cavità stigmatica cuoriforme, contornata da callosità prominenti. L'apparato radicale è costituito da 3-5 rizotuberi, sferici. Fiorisce da febbraio a maggio. È diffusa in Europa meridionale. In Italia è comune nelle regioni meridionali e nelle isole, rara al centro e in Romagna, assente nel resto dell'Italia settentrionale. Habitat: macchie, garighe e praterie ad Ampelodesmos mauritanicus, fino a 1000 m di altitudine. Predilige i terreni calcarei. Fioritura: febbraio - aprile. L'impollinazione è entomofila, ad opera di imenotteri del genere Eucera (E. grisea, E. nigrilabis, E. longicornis, E. tuberculata). O. bombyliflora può riprodursi anche per via vegetativa, fatto non comune tra le specie del genere Ophrys, per moltiplicazione dei rizotuberi.
Ophrys bombyliflora
(Giardina) Gariga, prati aridi, cespuglietti anche nelle aree di bassa montagna. Valle e passo Ippari, Noto.
L'Ofride grigia-azzurra (nome scientifico Ophrys fusca subsp. caesiella (P.Delforge) Kreutz, 2004) è una pianta erbacea, geofita bulbosa, spontanea in Italia, appartenente alla famiglia delle Orchidaceae. Il primo nome specifico (fusca) si riferisce al colore scuro del labello; il secondo, (caesiella) deriva dal latino e si riferisce al colore grigio-azzurro della macula al centro del labello. È una pianta erbacea non molto alta (8 - 18 cm). Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondati. La parte aerea del fusto è esile, semplice ed eretta. Sono presenti delle foglie radicali (3 – 4) formanti una rosetta basale; la loro forma è ovato-lanceolata. Le foglie cauline sono generalmente 2, più strette e amplessicauli. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme con pochi fiori (da 1 a 5) a disposizione semidensa. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare-lanceolata con una scanalatura centrale; sono lunghe come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono patenti a forma largamente ovale con apici appuntiti; tutti sono ripiegati in avanti specialmente quello centrale-mediano. I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono più piccoli a forma oblunga, più stretti e con bordi ondulati, disposti in modo alternato a quelli esterni. Colore dei tepali esterni: verde chiaro. Colore dei tepali interni: più scuri di quelli esterni, quasi olivastri. Il labello è più grande degli altri tepali ed è pubescente; si presenta con un portamento sub-orizzontale. La forma è allungata e triloba; i lobi laterali sono piccoli e arrotondati con estremità ripiegate all'indietro; il lobo centrale a sua volta è diviso in due parti. In questa specie non è presente lo sperone, mentre le gibbosità della zona centrale del labello sono abbastanza evidenti soprattutto per la divisione (incavatura) centrale che si prolunga fino al centro del labello. Colore del labello: marrone scuro, appena più chiaro ai bordi; al centro è presente una macchia divisa in due parti simmetriche di colore grigio-azzurro. Dimensione del label- larghezza 9 – 12 mm; lunghezza 10 – 13 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio"[5]. Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore sopra la cavità stigmatica che in questa specie è chiara e allargata. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole. L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme; non è contorto. Fioritura: da marzo ad aprile. Il frutto è una capsula deiscente: a maturità la capsula si divide lungo la circonferenza per lasciare uscire i semi. Il colore del frutto è inizialmente verde, poi a maturità si colora di marrone chiaro. I semi sono numerosi, molto minuti e piatti. Sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione entomogama: l'insetti impollinatori sono generalmente imenotteri apoidei del genere Andrena (in questo caso specifico si tratta della specie Andrena flavipes) che riconoscono (o credono di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tentano una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo emesso dall'orchidea imita i ferormoni dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli” e il tipo di impollinazione viene definita come impollinazione a pseudo-copulazione in posizione addominale. La successiva germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume). La disseminazione è di tipo anemocora; per via vegetativa in quanto uno dei
due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Tipo corologico Steno-mediterraneo. Distribuzione: In Italia questa orchidea è presente solo in Sicilia. Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono le garighe, le macchie di tipo mediterraneo, i prati su substrato calcareo in zone generalmente soleggiare. Distribuzione altitudinale: sui rilievi collinari fino a 600 m s.l.m.
Ophrys caesiella
It. Ofride dai fiori belli. Brullo e Giardina. Sin. Arachnites o holoserica ? Gariga, prati asciutti e cespugli spinosi. Rinv. : Pachino, Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Niscemi, Buccheri, Caltagirone, Palazzolo, Valle Ippari, ma Molto Rara. Endemica Sicilia Specie VU (vulnerabile). In Minissale e Sciandrello (p. 150): “ Specie descritta nel 1997 (Bartolo & Pulvirenti), si localizza nelle schiarite delle gariche e della macchia su suoli di natura calcarea molto superficiali, con rocce affioranti”.
Ophrys callianta
Brullo. Est Medit. Prati asciutti dal livello del mare alla media montagna. Sicilia e siracusano (Bartolo & Pulvirenti), ma il Giardina la esclude.
Ophrys holosericea subsp. candida Renz & Taub.
Ophris candida
Biv. Solo Brullo… Circum Medit.
Distribuzione: sulla penisola rarissima; Sicilia e Sardegna: localmente comune. Habitat: macchie, garighe, prati magri, cespuglieti, boschi luminosi, su suolo calcareo. Si spinge dal livello del mare fino a 1150 m di altitudine. Fioritura: fiorisce da marzo ad aprile.
Descrizione: pianta alta 5-25 cm; foglie basali oblunghe ad apice ottuso, foglie caulinari lanceolate ad apice acuto; infiorescenza rada, di solito pauciflora (2-8 fiori); ratei più lunghe dell'ovario; sepali oblunghi, ottusi, verdi con due striature bruno-rossiccie, i laterali patenti, il mediano ricurvo sul ginostemio con margine ispessito; petali lunghi circa 1/2 dei sepali, nastriformi, bruni, pubescenti, troncati all'apice; labello trilobo, lungo fino a 16 mm, interamente circondato da folti e lunghi peli bruno-rossastri, lobi laterali inseriti nella metà basale, più o meno triangolari, lobo mediano molto più grande, obovato, occupato quasi interamente dalla macula glabra, lucida, azzurro-violetta con riflessi metallici, con bordo giallo-aranciato; ginostemio corto, ottuso.
Ophrys ciliata
Guss Scoperta ad Avola dal Bianca nel 1842. Galesi. Fior. Mar. Apr. Garighe ed uliveti abbandonati; nella Sicilia sudorientale predilige suoli calcarei. Endemica Sicilia. Rinv. Vittoria, Valle dell’Anapo, Niscemi, Cava Grande, Chiaramonte, Melilli. Giardina : Gariga, prati asciutti, cespugli spinosi. Rara ma presente in molti luoghi, fra i quali: Sicilia sudorientale (Catania Siracusa e Ragusa), Valle dell’Ippari, Comiso, Cava Randello.
Distribuzione: Sicilia sudorientale e nordoccidentale: RARISSIMA. Habitat: prati magri, garighe, pinete luminose. Si spinge dai 50 m fino ai 650 m di altitudine. Fioritura: fiorisce da marzo ad aprile. Descrizione: pianta altra 10-25 cm; simile a Ophrys oxyrrhyncos, ne differisce per sepali e petali sempre rosa o biancastri con nervatura centrale verdina, i fiori meno grandi, il labello decisamente convesso, spesso con un margine giallo più o meno ampio e con la macula relativamente ridotta e poco ramificata.
Ophrys discors Bianca
Ten. Galesi. Fior. Mar. Apr. Cespuglietti. Endemica (Sicilia e Calabria). Rinv.: Pineta Vittoria Niscemi, Cava Grande, Chiaramonte, Ragusa, Licodia Eubea, Gela, Caltagirone, Acate. Giardina aggiunge: gariga, prati asciutti, cespugli anche su basse montagne. Valle Ippari, Caltanissett e Montagna della Ganzaria.
È una pianta erbacea alta 20-50 cm. I fiori sono riuniti in infiorescenze abbastanza dense (da 4 a 15 fiori) e presentano sepali rosa o biancastri (raramente verdi), con evidenti venature verdastre e petali glabri, oblunghi, di colore dal giallo-verdastro al rossastro, più scuri dei sepali, a margini ondulati. Il labello, marcatamente convesso, è di colore bruno-rossiccio, con macula basale a forma di H o X; ha margini pelosi e gibbosità appena ac-
cennate. La cavità stigmatica è piccola, dello stesso colore del labello, con pseudo-occhi delimitati da un bordo chiaro; il ginostemio è corto, le masse polliniche sono di colore giallo. Fiorisce da marzo ad aprile. Si riproduce per impollinazione entomogama ad opera dell'imenottero apoideo Colletes cunicularius (Colletidae). Distribuzione. È una pianta distribuita nella parte nord-occidentale del bacino del Mediterraneo. È endemica dell'Italia meridionale, Sicilia e Calabria. Habitat. Cresce in prati aridi, garighe, macchie e radure boschive, in piena luce o mezz'ombra, da 0 a 1.100 m di altitudine. Tassonomia. Appartiene al gruppo Ophrys sphegodes , gruppo polimorfo assai complesso, che in Italia è rappresentato da numerose entità di carattere quasi sempre locale, considerate come en-
tità di livello sottospecifico o specifico, o talora come semplici varietà.
Ophrys exaltata
Galesi. Fior. Mar. Gariga ed aree soggette a pascolo, su suoli calcarei. Endem Sicilia. Rinv. Gela, Siracusa, Vittoria e Niscemi. Localizzata e rara.
Descrizione. È una pianta erbacea alta 10–30 cm. L'infiorescenza, lassa, raggruppa da 2 a 5 fiori, più piccoli rispetto a quelli della Ophrys bertolonii subsp. bertolonii, con sepali, ovato-lanceolati, e petali, acuti e triangolari, di colore dal bianco al rosa. Il labello è a forma di sella, meno incurvato rispetto a quello della sottospecie nominale, ricoperto da una fitta peluria bruno-nerastra, con una macula glabra, lucida, di colore grigio-violaceo; presenta una appendice apicale verdastra, anch'essa glabra e rivolta verso l'alto. Il ginostemio è allungato e appuntito, con cavità stigmatica più larga che alta. Altro carattere distintivo rispetto alla sottospecie nominale è la posizione degli pseudo-occhi, collocati a ridosso della cavità stigmatica. Fiorisce da marzo a metà aprile, 2-3 settimane in anticipo rispetto alla sottospecie nominale. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera dell'imenottero Megachile sicula (Megachilidae). È una specie endemica della Sicilia, ove è segnalata nei dintorni di Palermo e nella Sicilia sud-orientale. Habitat. Cresce su garighe e praterie, da 0 a 800 m di altitudine, prediligendo i suoli calcarei. Tassonomia. Descritta originariamente come una mera varietà di Ophrys bertolonii (O. bertolonii var. explanata Lojac., 1908), questa entità è considerata da Pierre Delforge (2006, op. cit., p.621) come una specie a sè stante (Ophrys explanata). Il Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee (GIROS) in una recente pubblicazione la riduce al rango di sottospecie con il nome di Ophrys bertolonii subsp. explanata.
Ophrys explanata
P. Delforge, Kreutz, 2004. Giardina. Gariga, prati asciutti calcarei, dalla costa alla montagna. Monte Lauro, Valle Ippari, Iblei, varie località. Rara.
È alta 15-40 cm. I fiori sono riuniti infiorescenze dense, da 3 a 9 fiori. I sepali sono verdi, ovato-triangolari, conbordi revoluti; i petali sono verde-giallastri, più stretti e più corti dei petali. Il labello, lungo 12-17 mm e largo 10-14 mm, convesso trasversalmente, è di colore bruno-scuro, con un sottile bordo laterale giallo, talora tendente al rossastro; la macula è bilunulata, di colore grigio-violaceo; la pelosità del labello è violacea. Distribuzione e habitat. È una specie endemica della Sicilia. La sottospecie è distribuita in tutta l'isola, anche se non molto comune. Popola praterie ad Ampelodesmos mauritanicus, garighe e macchie, con predilezione per i suoli calcarei, da 40 a 1350 m di altitudine. Tassonomia. Questa entità è stata descritta nel 2000 da Pierre Delforge come ''Ophrys flammeola'' e successivamente riclassificata da Kreutz, nel 2006, come sottospecie di ''Ophrys subfusca''. Fiorisce da marzo ad aprile.
Ophrys subfusca flammeola
Albo 1919. Altopiano di Modica, pendici erbose della valle del fiume medicano, valle dell’Irminio.
Si tratta o di Habenaria furcifera Lindl., Gen. Sp. Orchid. Pl.: 319 (1835); o più probabilmente di Ophrys fuciflora (F. W. Schmidt) Moench.
Etim. Fuciflora deriva dal latino fucus (fuco) e flos (fiore), di significato intuitivo. È usato anche il più recente sinonimo Ophrys holoserica, dal greco "tutto" e "di seta", per l'aspetto del labello che appare come "tutto di seta". Inquadramento: è la figura centrale di un gruppo comprendente diverse entità minori che si sono separati da Ophrys fuciflora; vanno sottolineati i suoi complicati rapporti con altri gruppi vicini (soprattutto quelli di Ophrys sphegodes, Ophrys tenthredinifera, Ophrys bornmuelleri), che hanno portato alla formazione di un gran numero di entità originate per la maggior parte da fenomeni di i-
bridazione e introgressione, o per isolamento ecologico e adattamento ad impollinatori diversi. Se a tutto ciò aggiungiamo la gran variabilità morfologica d'Ophrys fuciflora, possiamo capire la difficoltà di definire i vari taxa (anche in questo caso un tentativo organico di sistemazione è in DELFORGE, 1994). Distribuzione: il gruppo d'Ophrys fuciflora è essenzialmente italiano e centroeuropeo; la specie tipo e presente, ma non frequente, in quasi tutta l'Italia (meno comune in Sardegna). Habitat: preferisce suoli alcalini e non raggiunge in media i 1000 m d'altitudine; il suo habitat è simile a quello d'Ophrys apifera (con la quale si è ritrovata spesso, anche nel nostro territorio, a condividere gli stessi ambienti: ossia radure, prati e pascoli aridi, cespuglieti). Fioritura: da aprile a giugno.
Descrizione: pianta alta da 10 a 50 cm; foglie basali ovate; le cauline più acute e amplessicauli; brattee più lunghe dell'ovario (e a volte anche dei fiori); infiorescenza con 2-10 (a volte più) grandi fiori; tepali esterni patenti e larghi, tra bianchi a rosei con venature verdi; tepali interni più piccoli, pubescenti, di colore variabile dal rosa al rossastro al bianco al verdastro; labello appariscente, bruno e vellutato, intero, talora con due gibbosità alla base; specchio con disegni variabili, ma simmetrici; evidente appendice rivolta in avanti, spesso tridentata; ginandrio simile a Ophrys apifera, ma con rostro più breve (G.I.R.O.S.).
Ophrys furcifera
Galesi. Fior. Gen. Mag. E’ la specie con il più lungo periodo di fioritura.Cespuglietti e pascolo. Syenomedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Licodia, Buscami, Buccheri, Pedagaggi, Chiaramente, Ragusa, Vizzini, Melilli, Acate, Caltagirone, Gela, Palazzolo. Nota. Questa specie è stata smembrata in diverse specie. La variante a labello molto piccolo è riconosciuta come entità a sé stante.
L'Ophrys fusca Link, 1799 è una pianta alta 10-30 cm, con foglie inferiori larghe e corte disposte a rosetta e 1-2 foglie cauline inguainanti il fusto. L'infiorescenza, lassa, comprende da 2 a 8 fiori con sepali verdastri ad apice arrotondato e petali di colore da giallo a bruno, oblunghi, a margini ondulati, con apice ottuso o tronco. Il labello è trilobato, convesso, brunastro, con un sottile margine glabro di colore giallastro, e un disegno ampio, bilobato, di colore da grigiastro a bluastro. Il ginostemio è corto, con apice ottuso. Fiorisce dalla fine di gennaio a metà giugno. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera di imenotteri del genere Andrena (A. ovatula, A. nigroaenaea, A. flavipes). È diffusa in Europa meridionale. In Italia è diffusa su quasi tutta la penisola (eccetto le regioni nord-orientali), in Sicilia e in Sardegna. Habitat. Predilige macchie, garighe e prati assolati, dal livello del mare fino a 1450 m di altitudine. Tassonomia. È una specie assai polimorfa di cui è stata recentemente proposta la scissione in varie entità, sulla base di differenze morfologiche, fenologiche e di identità degli insetti impollinatori. Secondo alcuni autori si tratterebbe di una entità distinta da O. lupercalis. La maggior parte degli Autori comunque ritiene ingiustificata una divisione in più specie e propende per la individuazione di alcune sottospecie.
Ophrys fusca
(Giardina). Gariga, prati asciutti, cespuglietti. Siracusa. Non comune.
Tassonomia. O. fusca subsp. sabulosa fa parte del gruppo Ophrys funerea della sezione Pseudophrys. Pierre Delforge ha descritto una entità molto simile, presente in Sicilia nel siracusano, da lui battezzata Ophris gackiae, che si differenzia da questa sottospecie per una minore altezza (10-20 cm), un labello più piccolo ed una fioritura anticipata di circa due settimane; l'insetto impollinatore di questa entità sarebbe Andrena florentina. Secondo alcuni autori tale entità andrebbe posta in sinonimia con O. fusca subsp. Sabulosa (Paulus & Gack ex P.Delforge) Kreutz, 2004. È una pianta erbacea geofita bulbosa, con fusto alto sino a 25-30 cm. Presenta 3-5 foglie disposte in rosetta basale e 2 foglie cauline lanceolate. L'infiorescenza, abbastanza lassa, è formata da 3 a 8 fiori con sepali grandi, ovali, giallo-verdastri, il dorsale arcuato in avanti sul ginostemio, e petali di colore giallastro, mediamente più piccoli dei sepali. Il labello è bruno e pubescente, trilobato, bordato da un margine glabro di colore giallo vivo. Presenta una marcata scanalatura centrale e una macula ampia, bilobata, di colore da grigiastro a bluastro. I lobi laterali sono arrotondati e ripiegati all'indietro. Fiorisce da marzo ad aprile. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera dell'imenottero apoideo Andrena sabulosa (Andrenidae), a cui deve il suo epiteto specifico. Questa specie è endemica della Sicilia. Habitat. Cresce su prati aridi e garighe, da 0 a 1300 m di altitudine.
Ophrys grackie
Fior. Mag. Ampelodesmeti, gariche e macchie. Areale: Sardegna, Sicilia, Algeria, Marzocco, Tunisia. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Buccheri, Buscami, Monterosso, Vizzini, Chiaramente, Caltagirone. Nota: Entità distinta da Ophrys sicula, perché più robusta e con più fiori; labello convesso, bruno bordato di giallo; il lobo mediano non ha la tipica V capovolta.
Ophrys galilaea
Galesi. Fior. Mar. Apr.. Cespuglietti e uliveti abbandonati. Stenomedit. Occid. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, B Vizzini, Acate, Caltagirone, Gela.
Sistematica: la distinzione fra O. garganica e O. sphegodes è basata su caratteri piuttosto labili ed incostanti; inoltre, le due entità non sono differenziate né a livello geografico né a livello ecologico: al contrario, si trovano spesso assieme, talvolta con esemplari dalle caratteristiche intermedie. Descrizione: Differisce da O. Sphegodes per il labello ovale, ampio, arrotondato, rosso-bruno con globbosità basali generalmente assenti, peloso al margine. Disegno rossastro, spesso con ramificazioni basali nette,: Sepali verdastri, petali più larghi e spesso anche più scuri che in sphegodes, verde-bruni. Inoltre gli ocelli sono di colore blu-nero anziché verde. Periodi fioritura Mar.-Mag. Habitat: Prati magri, garighe, macchie, cespuglietti, fino a 1000 m.
Ophrys garganica
(Giardina) Gariga, prati asciutti e montani. Siracusa. Comune.
Ophrys tenthredinifera subsp. grandiflora (Ten.) Kreutz (sin.: Ophrys grandiflora)
Presente in Calabria e Sicilia, caratterizzata da fiori più grandi, con labello trapezoidale.
Descrizione. È una pianta erbacea alta da 5 a 25 cm, con foglie basali ovato-lanceolate, disposte a rosetta, e brattee larghe, sfumate di rosa. L'infiorescenza raggruppa da 2 a 10 fiori. I sepali sono di colore dal bianco al rosa, con una sfumatura mediana verde. I petali più piccoli e più scuri, sono cuoriformi, pubescenti. Il labello è giallo-brunastro, villoso e di colore più chiaro al margine, con un disegno centrale a forma di U o di H, bruno con margini bianchi; l'apice è globoso, ottuso, ricoperto da fine peluria. Il ginostemio è corto
con apice ottuso. La cavità stigmatica è ampia, di colore bruno scuro. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera di imenotteri apoidei del genere Eucera (E. algira, E. nigrilabris). Habitat. Cresce in praterie e garighe, fino a 1200 m di altitudine.
Ophrys grandiflora
(Burm.f.) Greuter, 1967. Sin.: Ophrys fuciflora (F.W.Schmidt) Moench. Galesi. Fior. IV-V. Pascolo, garighe e uliveti abbandonati. Endem. Sicilia. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Buccheri, Vizzini, Acate, Caltagirone, Gela. Nota. Specie simile a O. oxyrrhinchos per le dimensioni del labello e la forma dello speculum, ma se ne discosta per i sepali bianchi o rosa, il colore più vivo del labello, le gibbe ben evidenti e la fioritura più tarda.
Descrizione: La pianta, alta 10–15 cm, presenta una notevole variabilità di forme e colori. Il fiore misura 15–20 mm. Petali e sepali presentano una forte variabilità di colore, dal bianco al rosa. Ancor più marcata è la varietà di disegni del labello, molto allargato, intero, convesso di forma trapezoidale, con evidenti gibbosità laterali e munito di un'appendice evidente, spesso tridentata, orientata in avanti, che permette di riconoscerla facilmente. Rappresenta un esempio di mimetismo, poiché imita le sembianze di un bombo femmina, e a questo pare aggiunga l'emissione di feromoni con lo scopo di attrarre i bombi maschi ai fini dell'impollinazione. Distribuzione e habitat. Il suo areale comprende gran parte dell'Europa continentale, comprese le isole Baleari, Corsica, Creta, Sicilia e Sardegna. Non teme l'aridità e predilige i terreni calcarei. Riproduzione. Si riproduce per impollinazione entomofila. Tra gli insetti pronubi è stata segnalata la 'Xylocopa violacea'.
Ophrys holoserica
Bianca. ex Tod., 1842. Sin.: Ophrys sphegodes subsp. Atrata.Scoperta da Bianca ad Avola nel 1842. Giardina. Vittoria, Cav Grande, Modica, Vizzini, Buccheri, Buscami, Chiaramente, Acate, Melilli, Caltagirone, Gela, Ragusa.
Descrizione. È alta 20-50 cm, con fusto slanciato, eretto. I fiori, da 3 a 8, hanno sepali verdi, ovato-lanceolati, e petali verde-giallastri o bruni, lanceolati e con estremità tronca. Il labello è di colore bruno-rossiccio scuro, vellutato, con macula grigio-bluastra, lucida, a forma di H; presenta una fitta peluria marginale e due gibbosità laterali pronunciate con superficie interna glabra. La cavità stigmatica è dello stesso colore del labello con fondo ornato da una macchia biancastra e pseudoocchi neri, bordati di blu o bianco; il rostro del ginostemio è corto e acuto, le logge polliniche sono di colore rossiccio. Riproduzione. Si riproduce ad opera dell'imenottero ''Andrena morio''. Distribuzione e habitat. È una specie a distribuzione euro-mediterranea.. In Italia è presente in tutto il territorio, Sicilia e Sardegna comprese. I suoi habitat sono le garighe, i prati aridi, le macchie, dal livello del mare fino a 1200 m di altitudine.
Ophrys incubacela
Lojacono. Brullo…. Giardina. Prati asciutti, cespuglietti. E’ esclusa dal Deforme; da verificare.
Etimologia. Il primo nome specifico (''iricolor'') fa riferimento al labello, la parte più vistosa delle pianta, per i suoi colori iridescenti; il secondo è in onore al botanico siciliano M.Lojacono Pojero (1853 – 1919).
Descrizione. È alta fino a 30 cm. Le radici sono secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. Fusto: la parte sotterranea (epigea) del è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondata; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte epigea è breve, semplice, eretta ma esile. Il colore è verde. Le foglie principali sono disposte in una rosetta radicale ed hanno una forma oblungo-lanceolata. Possono essere presenti anche alcune foglie cauline ma più brevi, a portamento amplissicaule e progressivamente di aspetto bratteale. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica del tipo spiciforme) con pochi (3 – 10) fiori in disposizione lassa. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare e scanalata, che sono lunghe più o meno come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici. Perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo (Pignatti|Vol. 3 p. 700). Il perigonio è composto da 2 |verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono concavi e patenti a forma ovato-lanceolata. Quello mediano (centrale) è incurvato, ossia ripiegato a cappuccio a protezione del ginostemio. I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono più piccoli a forma strettamente oblunga, quasi lineare (sono più o meno tre volte più lunghi che larghi) e con bordi ondulati. Colore dei tepali esterni: verde; colore dei tepali interni: verde-ocra. Il labello è ampio, carnoso e brevemente pubescente (quasi vellutato); si presenta con un portamento semi-pendente con margini incurvati. La parte terminale è formata da tre lobi, i due lobi laterali esterni sono piccoli e arrotondati, mentre quello centrale, molto più grande, è a sua volta suddiviso in due parti. In questa specie non è presente lo Sperone. Colore del labello: bruno all'esterno, violaceo chiaro (o grigio) al centro con macchie più scure. I bordi di tutto il labello sono glabri e colorati di verde-giallo chiaro. Lunghezza del labello: 12 – 13 cm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore e in questa specie è molto breve e non è rostrato. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera; queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole. L'Ovario sessile in posizione infera, è formato da tre carpelli fusi insieme; inoltre non è contorto. Fioritura: da febbraio ad aprile. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche; questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici. Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. Le radici sono secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondata; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte aerea è breve, semplice, eretta ma esile. Il colore è verde. Le foglie principali sono disposte in una rosetta radicale ed hanno una forma oblungo lanceolata. Possono essere presenti anche alcune foglie cauline ma più brevi, a portamento amplissicaule e progressivamente di aspetto bratteale. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica, del tipo spiciforme, con pochi (3 – 10) fiori in disposizione lassa. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare e scanalata; sono lunghe più o meno come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con endotrofiche; questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici. Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio (Strasburger, vol. 2 - p. 808). La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie insetti pronubi, che sono generalmente imenotteri apoidei del Genere ''Andrena'', che riconoscono (o credono di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tentano una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo emesso dall'orchidea imita i ferormoni dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare, per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli”. La successiva germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici. La disseminazione è anemocora; per via vegetativa, in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Distribuzione e habitat Endemica della flora italiana: si trova in Puglia, Calabria e Sicilia e sono considerate rare. L'habitat di questa pianta sono i prati sia umidi che asciutti, le garighe e i margini delle strade e sentieri. Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 600-1000.
Sistematica. Questa orchidea appartiene al gruppo denominato ''”Group of Ophrys fusca and Ophrys lutea”'' e al sottogenere ''Pseudophrys''. La caratteristica principale di questo gruppo è data dall' impollinazione in posizione addominale da parte degli insetti pronubi.
Ophrys iricolor
Lojac. Galesi. Fioritura: marzo – giugno. Habitat: praterie e garighe a substrato calcareo.. Formazioni erbacee e garighe. Esclusiva della Sicilia e Italia merid. Tirrenica. Rinv.: Cava Grande, Buccheri, Buscami, Palazzolo. Nota: Specie rara e localizzata, rinvenuta per la prima volta da De Langhe e D’Horse nel 1985.
L'ofride di Lacaita (Ophrys lacaitae Lojac., 1909). Il suo nome è un omaggio al botanico inglese, di origine italiana, Charles Carmichael Lacaita (1853-1933).
Descrizione. È alta 15-40 cm. I fiori sono riuniti in infiorescenze in numero da 4 a 10 e presentano sepali di colore bianco con sfumature verdastre, lievemente ricurvi al indietro.
I petali, bianchi, sono corti e stretti con apice ottuso. Il labello è giallo chiaro di forma
trapezoidale, con bordi rialzati e smarginati, pressoché glabro tranne che sulle gibbosità basali, con una macula basale a forma di H, lucida e circondata da una limitata zona brunastra, e una caratteristica appendice rivolta verso l'alto. Fiorisce da marzo a giugno. Riproduzione. Si riproduce ad opera dell'|imenottero apoideo ''Eucera eucnemidea'' (Apidae). Distribuzione e habitat.Questa specie fu descritta inizialmente come un endemismo siciliano ma successivamente fu segnalata anche in diverse zone di Puglia, Basilicata, Calabria, Lazio e Molise, nonché a Malta e a Cipro. Il limite settentrionale del suo areale è rappresentato dai Monti Lepini nel Lazio. Cresce su praterie e garighe soleggiate, con predilezione per i terreni calcarei.
Ophrys lacaitae
Galesi. Fior. V. Formazioni erbacee su vulcaniti. Endemismo esclusivo degli Iblei. Rinv.: Monte Lauro Buscemi, Vizzini. Nota: Ha fusto molto corto, meno di 10 cm, con 2-3 foglie di taglia media;
labello separato da un ampio solco, coi margini glabri, bordati di giallo vivo e più o meno ricurvi. Specie rara, VU (lnerabile).
L'Ofride del Monte Lauro (Ophrys subfusca subsp. laurensis (Geniez & Melki) Kreutz, 2006) è una pianta erbacea spontanea in Italia (endemica della Sicilia), appartenente alla famiglia delle Orchidaceae. Etimologia.
Il primo nome specifico (''subfusca'') deriva dalle parole latine ''sub'' (= sotto) e ''fuscus'' (= di colore scuro) e si riferisce al colore quasi nerastro o bruno scuro del labello. Il secondo nome specifico (''laurensis'') si riferisce al Monte Lauro, areale dei primi ritrovamenti di questo fiore. Descrizione. È una pianta non molto alta (massimo 15 cm). Le radici sono
fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale, arrotondati e di colore biancastro; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte aerea del fusto è semplice, eretta e robusta. Il colore è verde. Le foglie basali sono due a forma più o meno lanceolata. Quelle cauline sono pure due con portamenti distinti: una è eretta, l'altra è guainante il fusto. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). Il colore delle foglie è fondamentalmente verde. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme con pochi fiori (massimo 2 – 4 fiori) ravvicinati. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lanceolata con una scanalatura centrale; sono più lunghe dell'ovario, ma non del fiore. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici; perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato). Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono patenti (disposti a 90°) a forma ovale. Quello centrale è ripiegato in avanti a protezione degli organi di riproduzione (il ginostemio). I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono più stretti con margini debolmente ondulati e di colore più chiaro; sono disposti in modo alterno a quelli esterni e anche questi ripiegati in avanti. Colore dei tepali esterni: verdastri. Colore dei tepali interni: verde-giallastro. Il labello si presenta con un portamento pendente o sub-orizzontale. La forma è convessa e termina con alcuni lobi, glabri e di colore più chiaro (giallo). La parte basale si presenta con un solco incavato, ai lati del quale sono evidenti due gibbosità più chiare. Il colore prevalente è bruno scuro. La macchia centrale è grigiastra , quasi lucente, con bordi più chiari. Tutta la zona centrale del labello è densamente pelosa. Questa sottospecie è priva dello sperone. Lunghezza del labello: 10 – 14 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in
realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e lo |stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore in posizione eretta rispetto al labello. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole. L'|ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme. Fioritura: da aprile a maggio. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici. Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici. La disseminazione è di tipo anemocora; per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Impollinazione: avviene tramite un ben definito maschio di imenottero genere ''Andrena'', che riconosce (o crede di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tenta una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo (non
sempre gradevole per noi umani) emesso dall'orchidea imita i [[ferormoni]] dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli”. Inoltre dal momento che l'insetto è attratto solamente da una specifica femmina (e quindi da una specifica orchidea) si evitano così sterili impollinazioni. Distribuzione. Questa orchidea finora ha una sola stazione sul Monte Lauro del gruppo dei Monti Iblei nella Sicilia sud-orientale. Habitat: zone erbose su substrato basaltico. Distribuzione altitudinale: sui rilievi attorno ai 900 m s.l.m..
Ophrys(subfusca) laurensis
Giardina. Gariga, prati asciutti anche nelle basse montagne. Sicilia.
Il fior di luce (Ophrys fusca subsp. lucifera (Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz, 2004 è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, endemica di Toscana, Puglia e Sicilia. Tassonomia. Questa sottospecie di ''Ophrys fusca'' è stata originariamente descritta sul Monte Argentario nel 2000 come ''Ophrys lucifera'' (dal latino ''lucifer'' = portatore di luce, in riferimento alla luminosità del fiore. È stata successivamente declassata al rango sottospecifico. Descrizione. È una neofita bulbosa, con fusto esile, alto sino a 20 cm. Presenta da 3 a 4 foglie ellittiche riunite in rosetta basale, che seccano prima della fioritura. I fiori, da 2 a 4 per esemplare, sono riuniti in una infiorescenza apicale; i sepali sono di colore verde-giallastro, il mediano ripiegato a cappuccio sul ginostemio; i petali, più corti, sono di colore giallo-bruno, leggermente ripiegati in avanti. Il labello è trilobato, lungo sino a 20 mm, ricoperto da una fitta peluria di colore omogeneamente nero, bordato di giallo; presenta una macula basale relativamente corta, che non raggiunge i lobi laterali, con due lunule di colore blu iridescente, talora con sfumature bruno-rossicce. La cavità stigmatica è delimitata da una linea trasversale colorata di rosso o bruno. Fiorisce da marzo ad aprile. Distribuzione. Descritta inizialmente come endemismo del Monte Argentario è risultata presente in molte altre località della Toscana sul Gargano e in Sicilia. Habitat. Cresce in ambienti di gariga e macchia, spesso in presenza di cespugli di ''Rosmarinus officinalis'', con predilezione per i suoli calcarei asciutti, dal livello del mare sino a 1000 m di altitudine.
Ophrys lucifera
MELCHIORRE TRIGILIA: LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI
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