MELCHIORRE TRIGILIA LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI Se l'argomento è di tuo gradimento aiutaci a divulgarlo tramite Facebook, Twitter o altri strumenti di social Network: |
IV PARTE
V PARTE
97) Serapias orientalis subsp. siciliensis
99) Serapias vomeracea ssp. laxiflora
100) Serapias vomeracea ssp. vomeracea.
Sinonimi Neotinea commutata - Neotinea tridentata - Orchis tridentata Scop. subsp. commutata (Tod.) Nyman. Galesi. Fior III-IV. Cespuglietti, garighe, prati. Endemica Sicilia Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Chiaramonte. Diffusa nella Sicilia occidentale.
Nome volgare: Orchide screziata. Morfologia : Geofita bulbosa perenne alta 14-45 cm; foglie basali ampie, le cauline più strette; brattee uninervie lunghe come l'ovario o poco più brevi; infiorescenza con fiori ravvicinati, globosa; tepali esterni conniventi e formanti un casco insieme a quelli interni, stretti, lunghi ed acuminati, di colore roseo-violaceo con nervature più scure; labello trilobo rosa-violaceo chiaro, ornato da numerosi punti porporini; lobi laterali divaricati; il mediano più lungo, a sua volta diviso in due lobi uguali, spesso separati da un dente; sperone lungo come l'ovario, arcuato verso il basso, con apice leggermente conico.
Neotinea commutata (Sin.) (Tod.) R.M.Bateman, 2003 , Pridgeon & M.W.Chase 1997. Specie quasi completamente uguale a Orchis tridentata Scop., dalla quale si differenzia per l'infiorescenza più conica, i fiori più grandi, i tepali leggermente più lunghi ed acuminati e per il numero cromosomico doppio, e della quale è vicaria per il territorio dell'isola. Predilige i suoli calcarei, da 0 a 1500 m di altitudine. Tassonomia. Questa specie, descritta per la prima volta nel 1842 dal botanico siciliano Agostino Todaro (1818-1892) con il nome di Orchis commutata, fu successivamente declassata, nel 1882, al rango di sottospecie come Orchis tridentata subsp. commutata. Nel 1997 ne è stato proposto lo spostamento all'interno del genere Neotinea come Neotinea tridentata subsp. commutata. Recenti studi filogenetici hanno evidenziato significative differenze tra N. tridentata e N. commutata, sancendo nuovamente la elevazione di quest'ultima al rango di specie a sé stante.
Orchis tridentata Scop. 1772. Etimologia: riferita alle tre punte acuminate del casco. Distribuzione: euromediterranea a baricentro orientale, dai Pirenei alla Germania e al Caucaso. In tutte le regioni italiane. Habitat: praterie, garighe, macchie e boschi radi pref. su terreni calcarei, fino >1600 m di quota. Fioritura: IV-VI. Caratteri essenziali. Fusto gracile e angoloso in alto, pianta slanciata h.15-40 cm. Foglie ovate-lanceolate, le basali 3-5 in rosetta, 1-2 erette. Brattee subuguali all’ovario. Infiorescenza breve, inizialm. conica, poi subglobosa; fiori bianco-rosei striati di porporino. Perianzio: casco ovoide con punte acuminate e divergenti; sepali lanceolati, petali lineari-lanceolati. Labello piano, lungo come il casco, lobi laterali aperti e più brevi del mediano, appena bilobato e spesso con dentino centrale.
Sperone subuguale all’ovario e rivolto in basso. Osservazioni: Impollinata da Imenotteri e Coleotteri. Le popolazioni siciliane differiscono dal tipo, non tanto per la morfologia (infiorescenza più conica e fiori più grandi, con tepali più lunghi e acuminati), quanto per il numero cromosomico: 2n = 84: per questa ragione alcuni le hanno considerate una nuova specie: N. commutata (Tod.) R.M.Bateman 2003 (bas.: Orchis commutata Tod.), considerandola la vicariante sicula di N. tridentata. Questo inquadramento però non sembra trovare recenti conferme: se proprio non si vuole far rientrare le popolazioni siciliane nella variabilità del tipo, ci sembrerebbe più appropriato inquadrarle nel rango sottospecifico: subsp. commutata (Tod.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase 1997, oppure varietale: var. commutata (Tod.) Kreutz 2007.
Orchis commuatata
Orchis commutata
ssp. fragrans (Pollini) Sudre. (Brullo…). V Anacamptis coriophora.
Orchide cimicina profumata. Pianta alta 15-35 cm, scapo eretto, verde o sfumato di porpora in alto, ricoperto di foglie superiori; foglie inferiori lineari- lanceolate, verdi, canicolate, le superiori più corte, acute, inguainanti lo scapo. Infiorescenza di forma cilindrica, molto densa, costituita da 15-30 fiori ravvicinati; brattee lenceolate verdastre o leggermente rosate, con nervatura centrale verdastra. Fiori di colore variabile dal verde al porpora, con odore intenso di vaniglia sepali e petali saldati tra loro a formare un cappuccio; labello trilobo con labello mediano più lungo dei laterali che appaiono dentati al margine; il colore del labello è molto variabile; sprone conico, parallelo e di lunghezza uguale all'ovario. Fiorisce aprile - giugno. Prati umidi e suoli calcarei.
Orchis coriophora ssp. fragrans
Galesi. Fior IV-VI. Cespuglieti Euromedit. Rinv.: Cava Grande, Pantano Longarini (Ispica-Pachino). Giardina. V. sopra.
Orchis fragrans
(Albo, Delpinoa, 322) (Giardina). Sin. Neotinea maculata: v. sopra.
Orchis intacta
Poir. 1798. Galesi Fioritura: marzo-maggio. Habitat: Cespuglietti, pascolo, ampelodesmeti. Stenomedit. Valle Anapo, Vizzini, Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Chiaramente, Acate, Gela,
Palazzolo.
L'orchide italica è nota volgarmente come uomo nudo. Come ricorda l'epiteto specifico è una delle più diffuse orchidee selvatiche in Italia. Deve il nome comune alla forma del labello del fiore che sembra imitare il corpo di un uomo, compreso il sesso; ma questa sola caratterizzazione potrebbe portare a confonderla con la Orchis simia; ma si distingue, principalmente, per avere il labello con i lobi laterali "arricciati" e di colore porpora abbastanza carico (in contrasto con la rimanente parte che è biancastra. Pianta è alta da 20 a 50 cm, ma può eccezionalmente arrivare anche ad 80 cm. L'apparato radicale è costituito da due rizotuberi di forma ovoidale, che possono talvolta essere suddivisi in due lobi secondari. Le foglie basali, disposte a rosetta, lunghe circa 10 cm, hanno forma ovata, margini fortemente ondulati e sono talvolta maculate. L'infiorescenza è densa con fiori color rosa chiaro. I sepali sono rosei con evidenti striature purpuree, i petali leggermente più scuri. Il labello è trilobato, bianco-rosaceo, punteggiato di porpora, con lobi laterali sottili e appuntiti e lobo mediano, lungo circa il doppio dei laterali, diviso in due lacinie lineari-acute tra le quali vi è un'appendice sottile: nell'insieme la forma ricorda la sagoma di un uomo. Lo sperone è sottile e discendente, leggermente bilobo all'apice. Ne esiste una forma apocromatica interamente bianca. Fiorisce tra marzo e maggio. Distribuzione e habitat. Si trova nei paesi del Mar Mediterraneo; in Italia è diffusa nelle regioni centro-meridionali ed in Sicilia, manca nelle regioni settentrionali ed in Sardegna. Preferisce i prati aridi, le garighe, la macchia mediterranea o i boschi luminosi con predilezione per i suoli calcarei, da 0 a 1300 metri sul livello del mare.
Orchis italica
Poiret. Galesi. Fior III-IV. Cespuglieti. Stenomedit. Niscemi, Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Vizzini, Melilli.
Nome volgare: Orchide aguzza Morfologia : Geofita bulbosa perenne di piccole dimensioni (10-20 cm.). Fusto eretto, robusto, rigato. Foglie basali ovato-lanceolate, quelle caulinari guainanti il fusto. Inflorenzenza ovoidale-cilindrica, compatta, con numerosi piccoli fiori, o talvolta più o meno lassa e pauciflora. Brattee più corte dell'ovario, acuminate. Tepali interni ed esterni chiusi a formare un casco, con apici acuminati, esternamente di colore biancastro con nervature verdi, internamente con nervature rosso purpuree; labello trilobato, pendulo, leggermente convesso, di colore bianco rosato, punteggiato da macchioline roseo-purpuree più accentuate sui lobi e più rade nella parte centrale, lobo mediano a sua volta diviso in due lobi spesso con dente centrale; sperone cilindrico, ricurvo verso il basso, più corto dell'ovario. Habitat: Prati magri, garighe, machie. Periodo di fioritura : marzo – aprile.
Orchis lactea
Galesi. Fior IV-VI. Prati umidi. Medit_Atl. Rinv. Buccheri. Nota. Specie rarissima che deve essere protetta.
Sin. Anacamptis laxiflora (Lam.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase - Orchide acquatica, Galletto di palude Forma Biologica: G bulb - Geofite bulbose. Descrizione: pianta con due tuberi sessili, subglobosi, sormontati da poche radici secondarie, lineari ed ispessite. Il fusto eretto, robusto, liscio, glabro, angoloso, alto (20)30-60(80) cm, è verde e sfumato in alto di porpora scuro, dove porta l'infiorescenza a spiga cilindrica, allungata e lassa, con 3-10(20) fiori sessili, bratteati e ampiamente distanziati che si aprono dalla base all'apice. Foglie di colore verde pallido, le basali lunghe anche 25 cm, le cauline inguainanti il fusto, tutte lineari-lanceolate, strette ed acute, generalmente canalicolate e con evidenti nervature sulla pagina inferiore. Brattee dell'infiorescenza lanceolato-acute, violacee, con 5-8 nervature, sono lunghe quanto o poco più dell'ovario del fiore adiacente.
I Fiori di colore porporino violaceo scuro hanno il labello pendulo, trilobo, più largo che lungo, con il lobo mediano (a volte nullo) più chiaro, bianchiccio nella parte centrale e raramente puntato di rosso, poco più corto dei laterali che sono, arrotondati, più o meno crenati e ripiegati longitudinalmente verso il pedicello. I due tepali esterni laterali, sono ovato-triangolari, ottusi, concavi, liberi, patenti e in genere rivolti all'indietro, quelli interni più piccoli, ripiegati in avanti formano una specie di un cappuccio unitamente al tepalo mediano esterno. Lo sperone concolore, cilindrico, più corto di circa un terzo della misura dell'ovario, ottuso o leggermente bifido alla sommità, è rivolto verso l'alto o patente. Gimnostemio diritto e biancastro, antera ovoide ottusa, ovario glabro. Il frutto è una capsula fissuricida con 6 costolature che deisce numerosi semi piccolissimi. Fioritura: da Aprile a Giugno.Tipo corologico: Euri-Medit. (area della Vite e dell'Olivo). Distribuzione
in Italia: assente in Val d'Aosta e da molto tempo non rinvenuta in Trentino Alto Adige, è presente in tutte le altre regioni. A causa dei recenti periodi di siccità, del prosciugamento, drenaggio o danneggiamento delle praterie umide il suo sviluppo è fortemente minacciato. E' segnalata nella lista rossa nazionale. Habitat: pascoli umidi, terreni paludosi, prati acquitrinosi, rive dei corsi d’acqua, dune, su terreni neutri o acidi, fino a 1.200 m
Orchis laxiflora
(Albo, delpinoa, 322) (Loisel) W.Greuter. Forma Biologica: G bulb - Geofita bulbosaOrchide bratteosa. Pianta alta da 20 a 80 cm, con due rizotuberi grossi, di forma ovoidale. Scapo robusto, verde chiaro, talvolta violetto nella parte apicale. Foglie inferiori lucide, ovate od ovato-lanceolate, verde-giallognole; le superiori più strette ed avvolgenti lo scapo. Infiorescenza molto ricca di fiori, inizialmente conica poi cilindrica a maturità. Brattee lanceolato acuminate, più lunghe dei fiori, le superiori progressivamente decrescenti, colore verdastro con sfumature violette. Fiori profumati, grandi, sepali ovati, petali verde chiaro con apice ricurvo verso il basso, labello trilobo di colore violaceo o bianco-violaceo e fauce biancastra; margine del labello tipicamente crenulato; sprone a forma di sacco, leggermente conico, ginostemio robusto con pollini di colore scuro. Fiorisce da gennaio a maggio. La barlia è una delle prime orchidee a fiorire, molto appariscente, viene spesso raccolta come fiore reciso o con tutti i bulbi come pianta da vaso, per questo motivo è stata inserita tra le specie a rischio di estinzione.
Orchis longibracteata
Poiret. “O. cornuta. G. bulb.1-3 dm. Foglie basali 5-7, oblanceolato-lineari (1-1.5 x 3-10), acute; foglie caulinelungamente guainanti, libere solo all’apice. Infior. 5-15 flora, abbastanza densa; brattee generalmente più brevi dell’ovario; tepali esterni conniventi, con nervature rilevate; labello a 3 lobi, i lat. Più lunghi del med. E sempre riflessi fino quasi a toccarsi; sperone curvato in alto lungo fino al doppio della lamina del labello; colorazione variabile: labello di solito purpureo scuro con linea med. Bianca punteggiata o meno; tepali esterni purpuree con venature più scure. – Boschi, prati umidi (0-1200). Fi. III-IV – Steno-Medit. Occid.” (Pignatti).
Orchis longicornu
(Albo, delpinoa, 322).
Sin. Orchis italica, Orchis longipetala, Serapias longipetala.
orchis longicruris
Orchis longipetala
Galesi. Fior IV. Formazioni erbacee, colline calcaree, pietraie, garighe. Europ.-Caucas. Canicattini, Buccheri. Molto rara; potrebbe essere una forma estrema di Orchys longicornu.
L'Orchide minore (Anacamptis morio (L.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1997).
Nota anche come Giglio caprino, è un'orchidea appartenente al genere Anacamptis. È una delle più diffuse orchidee selvatiche in Italia infatti quasi in ogni regione esiste un nome diverso per questo fiore. Pur sempre riconoscibile, presenta una notevole variabilità nel colore dei petali. È una pianta erbacea alta 10-35 cm, con fusto cilindrico di colore verde, violaceo verso la sommità. L'apparato radicale è composto da due rizotuberi rotondeggianti. Le foglie sono da ellittiche a lanceolate; quelle basali sono riunite a rosetta mentre quelle cauline inguainano il fusto. Le brattee sono lanceolate, verdi, talora macchiate di porpora alle estremità. I fiori, di colore dal rosa al viola (ma non sono rare le forme albine), sono riuniti in infiorescenze oblunghe, più o meno dense. I sepali sono ovato-oblunghi, i petali un po' più stretti. Il labello, leggermente trilobato, con labello mediano più grande dei laterali, ha margini crenulati; la parte centrale è in genere più chiara e presenta una punteggiatura violacea. Lo sperone è cilindrico, orizzontale o ascendente, più corto dell'ovario. Il ginostemio è a becco corto, con logge dell'antera color porpora e masse polliniche verdastre. Alcuni autori hanno descritto una forma di colore più chiaro e con fusto più gracile come una specie a sé stante, denominata A. picta; recenti ricerche basate su marcatori molecolari sembrano contraddire, almeno per le forme presenti sul territorio italiano, tale inquadramento. Fiorisce da aprile a giugno. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera di imenotteri del genere Bombus. Distribuzione. Si trova quasi in tutta Europa e nei paesi del bacino del Mediterraneo. In Italia è presente su quasi tutto il territorio, con l'eccezione della Sardegna. Il suo habitat va dai prati magri, alle garighe, alle radure di macchia, ai boschi luminosi, con preferenza per i terreni leggermente acidi, alla luce piena del sole o in mezz'ombra. Cresce da 0 a 1900 m di altitudine.Tassonomia. Descritta da Linneo come Orchis morio questa specie è stata recentemente assegnata al genere Anacamptis.
Orchis morio
ssp. picta (Brullo…). V. sopra.
Orchis morio picta
Galesi. Fior V. Luoghi paludosi. Euro-medit. Nota Specie da considerare estinta per la bonifica delle aree paludose. Secondo il Galesi “l’ultima citazione per la Sicilia si ha in Albo (1917), il quale la segnala per Siracusa, nei pressi del fiume Anapo”. Ma l’Albo nel libro del 1919, non 1917!, p. 61, n. 308 ha: “P. Jacq. Lojac. Fl. Sic.. It. Orchidea di palude. Sui margini erbosi dei pantani costieri, Vendicari, Marza, Morchella. Apr.Mag. In Giardina invece diverse segnalazioni antiche e recenti: Pantani di Siracusa (Bianca, non Albo), Augusta (Lojacono, 1909), Cava d’Aliga, Vendicari, Pantano Longarini (1972-74-82), Cava d’Aliga (1994)”. Ma dopo il ’94 non è stata più rinvenuta.
L'orchidea di palude (Anacamptis palustris (Jacq.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1977) è una pianta erbacea geofita bulbosa con fusto alto 20-60 cm, verde alla base, violaceo all'apice. L'apparato radicale è costituito da due rizotuberi tondeggianti. Le foglie, da 3 a 5, sono strette e lanceolate e inguainano parzialmente il fusto; le brattee, lanceolate, sonoverdastre consfumature violacee. I fiori, da 10 a 30, di colore dalporpora al viola, sono riuniti in infiorescenze cilindriche. I sepali laterali sono allungati ed eretti, mentre il sepalo mediano è unito con i petali a formare un casco che cinge il labello. Quest'ultimo è trilobato, con lobo mediano più lungo dei laterali, talora bifido, con una striscia centrale più chiara, punteggiata di viola. Lo sperone è orizzontale o ascendente, robusto. Il ginostemio è corto, con antera violacea e masse polliniche verdastre. Fiorisce da aprile a maggio. L'impollinazione è entomofila ad opera di imenotteri del genere Bombus (Apidae).
Distribuzione e habitat. A. palustris è diffusa nel bacino del Mediterraneo e in Europa centrale e settentrionale. In Italia è in forte regresso: progressivamente scomparsa in numerose regioni, sopravvive con piccole popolazioni la cui sopravvivenza è legata alla tutela dei biotopi idonei alla sua crescita. Il "Libro rosso delle piante d'Italia" la classifica come specie vulnerabile (VU). Il suo habitat naturale sono le paludi e gli acquitrini salmastri, da 0 a 500 m di altitudine. Tassonomia. Descritta nel 1786 come Orchis palustris dal botanico olandese Nikolaus Joseph von Jacquin, è stata recentemente assegnata al genere Anacamptis.
Orchis palustris
ssp. grandiflora (Boiss.) Baumann H. Sin. Anacamptis papilionacea - Galesi. Fior IV-V. Cespuglieti. Euromedit. Occ. Vittoria, Sortino, Niscemi, Vizzini, Cava Grande, Buccheri, Buscemi, Chiaramonte, Lentini, Caltagirone, Gela, Palazzolo. Nota: Presenta labelli grandi con base cuneata; alcuni individui hanno labello più lungo che largo.
Nome volgare: Orchide a farfalla. Morfologia: Geofita bulbosa perenne, simile alla precedente dalla quale si differenzia per i fiori provvisti di labello più ampio e disposto a ventaglio con striature porporine, e dai tepali dalla forma più tozza. Habitat : Garighe, macchie e prati aridi. Periodo di fioritura : aprile-maggio. Distribuzione nella Sicilia Occidentale : Monte Genuardo; Rocca Vuturo presso Montevago (AG). Note : Secondo recenti ricerche questa entità sarebbe da considerare non sottospecie della precedente ma soltanto una forma dovuta al polimorfismo della specie Orchis papilionacea L.
Orchis pauciflora è una pianta endemica del bacino del Mediterraneo.
È una pianta erbacea con fusto alto 10-30 cm. L'apparato radicale è formato da due rizotuberi tondeggianti. Le foglie sono ovate, con apice acuminato, inguainanti il fusto, di colore verde chiaro, privo di maculature. Le brattee sono piccole e di colore giallastro. I fiori, biancastri, sono riuniti in infiorescenze pauciflore, da cuil'epiteto specifico. I sepali laterali sono eretti, il mediano congiunto ai petali, più piccoli, ripiegati verso la base del labello; quest'ultimo è trilobato, con margine crenulato, di colore giallo finemente macchiettato di bruno nella parte mediana. Lo sperone è cilindrico, arcuato, ascendente. Fiorisce da marzo agli inizi di giugno. È molto somigliante a Orchis provincialis da cui si distingue per le foglie non maculate. È una specie con areale mediterraneo la cui presenza è limitata a Corsica, Italia centro-meridionale, Dalmazia, Grecia e Creta. Prospera su suoli calcarei rocciosi, prati magri, cespuglieti e radure di macchia, da 0 a 1800 m di altitudine.
Orchis pauciflora
Galesi. Fior IV-V. Boscaglie e cespuglieti. Stenomedit. Buccheri, Vizzini
Orchis provincialis Balb. ex Lam. & DC., 1806. Orchidea gialla. È una pianta erbacea alta 20-40 cm, con foglie inferiori oblungo-lanceolate, riunite a rosetta, verdi maculate di bruno, foglie cauline inguainanti il fusto e brattee lanceolate giallastre. L'infiorescenze raggruppa da 5 a 30 fiori di colore dal bianco crema al giallo chiaro, con sepali laterali ovati, eretti e sepalo mediano leggermente proteso in avanti, e petali conniventi, più corti dei sepali.
Il labello, trilobato, presenta lobi laterali riflessi e lobo mediano di colore giallo zolfo nella zona centrale, con una fine punteggiatura di colore dall'arancio al porpora; lo sperone è cilindrico arcuato e ascendente, più lungo dell'ovario. Il ginostemio è breve, ottuso, con masse polliniche di colore giallo pallido. Ha un areale mediterraneo: In Italia è comune in tutta la penisola e nelle isole maggiori. Predilige i suoli leggermente acidi di prati, cespuglieti e boschi, da 0 a 1750 m di altitudine. Fior. IV-V.
Orchis provincialis
Sin. Anacamptis collina V.
(Albo) Fiori con sperone, rossiccio-violetti. Feb. Mar.
SERAPIAS
(Nome derivato dalla dio egiziano Serapide). – “Sono O. mediterranee di probabile origine orientale; a differenza delle Ophrys esse però risultan relativamente poco differenziate (solo 10 specie, 6 delle quali in Italia). Caratteristica per le S. è invece la straordinaria variabilità nell’ambito delle singole specie, ulteriormente complicata dalla frequente presenza di ibridi intergenerici (tra le specie di questo genere) o intergenerici (con specie vicine di altri generi)” (Pignatti).
Genere caratterizzato dal labello senza sprone, dai pollini stipitati e dal ginostemio munito alla sommità di un’appendice mediana prolungata. Le cinque specie della regione mediterranea sono esistentin in Italia: S. longipetala,(Tenore) Pollini, la più diffusa; S. lingua,L., S. cordigera L., S. parviflora Parl., S. neglecta D.Ntrs.
Orchys saccata
(Vendicari) (Giardina).
La Serapide di Bergon (Serapias bergonii E.G.Camus, 1908) è una pianta erbacea alta da 10 a 40 cm con foglie basali in rosetta e arcuate. L'epiteto specifico è un omaggio al botanico francese Paul Bergon (1863-1912). Presenta una infiorescenza costituita da 4-10 piccoli fiori..Le brattee, purpuree sfumate di grigio-argenteo, sono ovato-lanceolate. Il labello, bipartito e di colore bruno-rossastro scuro, si presenta peloso al centro e con 2 callosità basali scure lucide appena divergenti; l'ipochilo è racchiuso nel casco tepalico e presenta due lobi laterali più scuri, l'epichilo, di forma lanceolata, si distingue da quello di S. vomeracea per le minori dimensioni (10-18 mm X 3,5-7 mm). L'ovario è sessile, le masse polliniche da gialle a olivastre. Fiorisce da marzo ad aprile. La specie ha un areale stenomediterraneo orientale. È presente in Italia meridionale (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Il suo habitat sono le praterie aride (xerogramineti) e le garighe, da 10 a 1000 m di altitudine. Fa parte del gruppo Serapias vomeracea.
Serapias bergonii
L., 1753. Galesi. Fior III-IV. Formazioni erbacee. Stenomedit. Cava Contessa, Niscemi. Albo 1919: Spiaggia dell’Ambra, Marza, Cava d’Ispica, Scicli, Altopiano di Modica, Ragusa. Luoghi fertili, erbosi, suolo calcareo con humus. Giardina: Gariga, prati asciutti, cespugli spinosi. Non comune ma in tutta la regione. Castello Eurialo.
Il nome specifico deriva dal latino cor=cuore e gerere=portare, con riferimento alla morfologia cuoriforme dell'epichilo del labello. È una pianta erbacea geofita bulbosa, con fusto alto 20-50 cm, verde alla base, soffuso di rosso alla sommità. L'apparato radicale è costituito da 2, in rari casi 3, rizotuberi. Le foglie, lineari o lanceolate, sono di colore verde con striature violacee. Le brattee sono argentee con venature porporine.
I fiori, da 5 a 10, rosso-brunastri, sono raggruppati in una infiorescenza densa. I sepali e i petali sono uniti a formare un casco che avvolge quasi interamente la base del labello; questo è bipartito in un ipochilo quasi interamente ricoperto dal casco tepalico, dotato di due callosità basali lucide, purpureo-nerastre, divergenti, ed un epichilo largo (19-32 mm x 12-23 mm), cuoriforme, rivolto verso il basso, con parte centrale densamente pelosa. Il ginostemio è purpureo, i pollinii giallo-verdastri. Fiorisce da aprile a giugno. Ha un areale atlantico-mediterraneo. In Italia si trova soprattutto nelle aree costiere tirreniche e sulle isole, rara sul versante adriatico, eccetto che in Puglia ove è abbastanza comune. Dubbia la presenza in Sicilia. Predilige prati umidi, castagneti e querceti, sino a 1100 m di altitudine. Come la maggior parte delle specie di Serapias si riproduce per impollinazione entomofila grazie all'opera degli insetti pronubi cui offre riparo all'interno del casco tepalico. La specie appartiene al gruppo Serapias vomeracea (sezione Bilamellaria).
Serapias cordigera
(L., 1753) Galesi. Fior III-V. Cespuglietti, in stazioni sia aride che umide. Stenomedit. Niscemi, Cava Grande, Buscemi, Vizzini, Melilli, Lentini, Caltagirone.
Albo 1919: Capo Passero, Maucini (Pachino), Vendicari, sui margini erbosi e sui colli presso il pantano; Cozzo S. Lucia, suolo basaltico umoso, in luoghi erbosi freschi; altopiano di Modica, Valle dell’Irminio, Scicli, sulle pendici erbose incolte. Minissale…(p. 205) conferma la presenza a Vendicari e indica l’Albo come il primo che la segnalò.
Ha fusto alto da 10 a 40 cm, di colore verde chiaro che sfuma verso il rosso all'apice. Le foglie sono lanceolate e di color verde glauco. Presenta una infiorescenza costituita da pochi fiori (pauciflora). Le brattee fiorali, verdi o roseo-porporine, sono lanceolate e concave. Il labello, trilobato e lungo circa il doppio dei petali, presenta alla base dell'ipochilo un grosso callo violiniforme, indiviso, di colore rosso-porporino, che costituisce un carattere distintivo di questa specie; l'epichilo, più lungo dell'ipochilo, si presenta ovato lanceolato e pendente verso il basso. Il ginostemio è stretto, di colore giallo, con pollinii anch'essi gialli. Periodo di fioritura: da aprile a maggio. La specie ha un areale steno-mediterraneo. In Italia è comune nelle regioni meridionali, in Sicilia e in Sardegna, più rara nelle regioni centrali, assente a nord del Po. Orchidea diffusa nei prati aridi, nelle garighe, in ambienti disturbati, da quote assai modeste fino a 1500 m di altitudine. Predilige un terreno argilloso-marnoso o tufaceo ricco di humus. La specie si riproduce comunemente per impollinazione entomofila, ad opera degli imenotteri apoidei Ceratina cucurbitina e Xylocopa iris. Può riprodursi anche per moltiplicazione vegetativa, con formazione di nuovi individui a partire da una suddivisione dei rizotuberi. È la specie tipo del genere Serapias.
Serapias lingua
(Bianca e Brullo…)
Serapias vomeracea ssp. longipetala (Ten.) H.Baumann & Künkele. Somiglia alla subsp. bergoni ed alla subsp. vomeracea, ma ha il labello molto più stretto. Presente nell'Italia peninsulare, cresce da 0 a 1300 mt. s.l.m., fiorisce da Aprile a Giugno.
Serapias vomeracea longipetala
Bartolo & Pulv., 1993) è una pianta endemica della Sicilia. Fior. III-IV. Boscaglie e radure. Rinv. Nisce-mi, Sampieri.
Descrizione.
Presenta una infiorescenza densa, con 3-9 fiori. I sepali e i petali sono riuniti a formare un casco. Il labello è di colore bruno-rossastro, talora tendente al purpureo, con ipochilo reniforme, racchiuso solo in parte nel casco tepalico, ed epichilo lanceolato o cuoriforme, lungo 23-30 mm e largo 13-18 mm, densamente ricoperto da una peluria biancastra. Si differenzia dalla sottospecie nominale (S. orientalis subsp. orientalis) per l'ipochilo più corto e l'epichilo più lungo e più largo. La sottospecie S. orientalis subsp. apulica ha invece un labello di maggiori dimensioni, con epichilo più lanceolato, decisamente più stretto dell'ipochilo. Fiorisce da marzo ad aprile. Ha un areale ristretto alla Sicilia sud-orientale, ove è presente in un numero limitato di stazioni, con una popolazione complessiva di circa 1.500 esemplari. Cresce in garighe a cisto, praterie ad ampelodesma, radure di sugherete, su substrati di arenaria calcifica, da 0 a 450 m di altitudine. Come la maggior parte delle specie di Serapias si riproduce per impollinazione entomofila grazie all'opera degli insetti pronubi cui offre riparo all'interno del casco tepalico. Tassonomia. Questa entità è stata descritta per la prima volta nel 1993 dalle botaniche siciliane Giuseppina Bartolo e Santa Pulvirenti. È una sottospecie riconosciuta dall'autorità tassonomica dei Royal Botanic Gardens di Kew e dal Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee (GIROS), mentre Delforge la considera una semplice varietà. Appartiene alla sezione Bilamellaria - gruppo Serapias vomeracea, insieme di entità contraddistinte da callosità basale del labello divisa in due parti divergenti.
Serapias orientalis siciliensis
Parl. Fior. IV-V. Aree adibite a pascolo.. Medit. Atl. Rinv. Vittoria Niscemi, Cava Grande, Pantano LOngarini, Vizzini, Caltagirone, Gela, Acate. Giardina. Gariga, prati asciutti, cespuglietti. Presente in Sicilia ma non molto comune.
La Serapide minore (Serapias parviflora Parl., 1837) è una specie che, rispetto alle altre del genere Serapias, presenta i fiori più piccoli e i pollinii incoerenti sin dai bottoni fiorali; carattere quest'ultimo responsabile dell'autogamia di questa entità. Pianta alta 20-30 cm, con foglie lanceolate-lineari e carenate. L'infiorescenza, lassa e pauciflora, porta da 4 a 8 fiori. Il labello, rosso-brunastro, è trilobato; ipochilo provvisto alla base di due callosità parallele e rossastre; epichilo lanceolato-acuminato di colore rosso scuro e peloso al centro. Il ginostemio è stretto, bruno-rossastro; i pollinii sono di colore giallo. Epoca di fioritura: da marzo a maggio. Specie a distribuzione steno-mediterranea. In Italia è comune nelle regioni meridionali e in Sicilia e Sardegna, più rara nel resto della penisola ove è presente sul versante tirrenico sino alla Liguria e su quello adriatico sino alle Marche. Cresce su prati umidi, garighe, radure delle macchine, dal livello del mare fino a 1200 m di altitudine. Predilige i terreni calcarei. Può riprodursi grazie all'impollinazione entomofila o per cleistogamia, una forma di autoimpollinazione che ha luogo prima ancora dell'apertura del fiore. S. parviflora fa parte della sezione Bilamellaria, raggruppamento del genere Serapias caratterizzato da callosità basale divisa in due parti divergenti; la sezione comprende a sua volta due gruppi: il gruppo Serapias parviflora e il gruppo Serapias vomeracea.
Serapias parviflora
(Soó) Gölz & H.R.Reinhard;. Fior. III-V. Aree adibite a pascolo e cespuglietti. Euro-Medit. Rinv. Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Vizzini, Caltagirone, Chiaramente, Melilli, Gela, Palazzolo. Giardina. Gariga, prati asciutti, cespuglietti. Presente in Sicilia ma non molto comune.
Serapias vomeracea laxiflora
(Burm. f.) Briq., 1910. Giardina, Pino d’Aleppo, p. 32.
La Serapide maggiore (Serapias vomeracea (Burm. f.) Briq., 1910) è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidacee. L'epiteto specifico fa riferimento alla forma a vomere di aratro del labello. È una geofita bulbosa. I fiori sono formati da 2 tepali esterni, lanceolati e saldati a formare un casco tepalico acuto e da 2 tepali interni che vanno a formare una specie di elmo. Il labello, trilobato e di colore rosso scuro, è privo di sperone; la parte esterna del labello (epichilo) è ripiegata all'indietro con una forma che ricorda il vomere dell'aratro, e misura 17–35 mm di lunghezza per 9–14 mm di larghezza (tra i più grandi del genere Serapias). L'ovario è di colore verde chiaro, il ginostemio rosso scuro, i pollinii gialli. Periodo di fioritura: da marzo a maggio. È la specie più diffusa tra le entità del genere Serapias, è distribuita in gran parte delle regioni europee e mediterranee. In Italia è comune in tutto il territorio. Si può trovare nei prati assolati e umidi, ai margini di sentieri, negli ambienti cespugliati, dal piano fino a 1200 m di altitudine. La specie appartiene al gruppo Serapias vomeracea (sezione Bilamellaria), che con 18 specie è il raggruppamento più numeroso del genere Serapias; le specie di questo gruppo sono caratterizzate: da una callosità basale del labello nettamente suddivisa in due distinte lamelle da petali con base orbicolare.
Serapias vomeracea ssp. vomeracea
(L). Chevall. Galesi. Fioritura: settembre-ottobre. Fior. IX-X. Habitat: Boscaglie, cespuglieti, pascolo. Rinv. Vittoria, Cava Grande, Caltagirone. Giardina. Gariga, prati asciutti, sulle coste. Piccola pianta; fiorisce Ag.-Set.
La Viticcini autunnali (nome scientifico Spiranthes spiralis (L.) Chevall., 1827) è una pianta con la particolare infiorescenza disposta a spirale. Il nome (sia generico Spiranthes che specifico spiralis) deriva dalla forma dell'infiorescenza. Infatti dal greco sappiamo che ”speira” = spira e ”anthos” =fiore. Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Ophrys spiralis, proposto dal botanico e naturalista svedese Carl von Linné (1707 - 1778) in una pubblicazione del 1753, modificato successivamente in quello attualmente accettato (Spiranthes spiralis), proposto dal medico e botanico francese François Fulgis Chevallier (1796-1840) in una pubblicazione del 1827. È alta da 6 a 30 cm. Le radici sono secondarie da rizoma. Sono del tipo fascicolato e si trovano nella parte superiore dei rizotuberi. La parte sotterranea del fusto consiste in un corto rizoma terminante in due tubercoli allungati le cui funzioni sono quelle di alimentare la pianta, ma anche di raccolta dei materiali nutritizi di riserva. Questa pianta non è stolonifera. Dimensione dei rizotuberi: 5 – 8 cm. I fusti aerei sono sottili, gracili, ascendenti, eretti e semplici. Il fusto è pubescente ed è privo della rosetta basale (la rosetta basale è decidua appena nasce il nuovo fusto; le foglie presenti vicino al fusto sono quelle della pianta del prossimo anno). Foglie basali: la rosetta foliare basale secca usualmente prima della fioritura; al momento dell'antesi sono presenti alcune foglie (da 3 a 7) in una rosetta laterale, dalla quale emergerà, l'anno seguente, un nuovo fusto fiorifero. Le foglie sono intere a forma ovale allungata o ellittiche con apice acuto. La pagina è percorsa da deboli venature longitudinali (foglie di tipo parallelinervie) ed è lucida. Dimensioni delle foglie: larghezza 7 – 11 mm; larghezza 12 – 25 mm. Foglie cauline: sono progressivamente ridotte a delle squame patenti simili a brattee. L'infiorescenza è una spiga sessile e unilaterale. La disposizione dei fiori (da pochi fino a 20) è a spirale. I fiori sono posizionati alle ascelle di brattee pubescenti e lunghe come l'ovario; sono inoltre resupinati, ossia ruotati di 180° per cui il labello si trova in posizione bassa. Dimensione dell'infiorescenza: 3 – 15 cm. I fiori, piccoli quasi labiati, sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[2]. Dimensione dei fiori: 4 – 7 mm. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I vari tepali (a parte il labello) sono più o meno uguali (a forma ovato-lanceolata), tutti ottusi e conniventi alla base. Quelli interni insieme a quello dorsale esterno formano una specie di cappuccio a protezione degli organi riproduttivi (ginostemio). I due tepali laterali esterni sono invece patenti. Il colore dei tepali è bianco.
Il labello è semplice (non formato da due parti distinte) e privo dello sperone. La forma è allargata nella parte terminale, mentre alla base i margini sono ripiegati all'interno così da contenere lo ginostemio. La parte terminale è increspata. Il colore del labello è bianco ai bordi e verde al centro. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato ginostemio[4]. Il polline è conglutinato in pollinii (o masse polliniche) collegati direttamente (senza caudicole) al retinacolo (una ghiandola vischiosa sporgente che ha la funzione di catturare il polline). L'ovario, infero e sessile, è formato da tre carpelli fusi insieme[5]. L'ovario è inoltre fusiforme e pubescente. Fioritura: da agosto a novembre. È una delle poche (forse l'unica) orchidea a fiorire in autunno. Il frutto è una capsula più o meno ovoidale con alcune coste. E' deiscente lungo tre di queste coste. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi (sono probabilmente i semi più piccoli della famiglia delle Orchidee). Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine del genere Rhizoctonia). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi (imenotteri) in quanto è una pianta provvista di nettare; ma la germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra); per via vegetativa in quanto i rizomi possono emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui. Distribuzione: il tipo corologico (area di origine) è Europeo - Caucasico. In Italia è comune su tutto il territorio (più rara al nord). L’Habitat tipico sono le pinete e i prati aridi; ma anche le praterie rase, le zone semi-pietrose e i querceti, castagneti, carpineti e i betuleti. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo, con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido. Queste piante si possono trovare fino a 900 m s.l.m.
Spiranthes spiralis
Todaro A., Orchideae siculae sive enumeratio orchidearum in Sicilia hucusque detectarum, ex Empedoclea Officina, Palermo 1842. Indica 53 entità con notizie sulle località di rinvenimento e l’habitat; 21 sono indicate presenti nella Sicilia sud-orientale.
Gussone J, Florae siculae synopsis I – “(1) – 2(2). Napoli, 1843 – 1844 – 1845. Annovera 60 entità; 25 nella Sicilia sudorientale
G. Bianca, Flora dei dintorni di Avola.- Atti Accad. Gioiena Sci. Nat., ser. I, Mem. I-10 1839-57.
Id. Elenco delle Orchidee dei dintorni di Avola (dopo il 1844) comprendente 27 specie (ms.inedito scoperto da Aurichia in Nello Gaudioso, p. 92s.). L’Autore descrisse due nuove specie che portano il suo nome: Ophrys discors Bianca e Ophrys incubacela Bianca. Contributi di G. Bianca si trovano in Gussone e Todaro.
Tornabene F., Flora sicula viva ed exsiccata. Catania 1887. Indica 62 specie in Sicilia.
Taranto, E. & Gerbino, Catalogus plantarum in agro Calato-hieronensis collectarum. Fasc. 1, Catania. X 1845. Indicano 25 entità, 18 negli Ibli, di cui 5 segnalate per la prima volta.
Lojacono Pojero, Flora sicula 1(1) – 1(2), Palermo, 1889 – 1891.
Albo Giacomo, La vita delle piante vascolari nella Sicilia Meridionale-Orientale, Parte II – Flora, Ragusa 1919, pp- 58-61; Riporta 25 specie di orchidee: 14 Ophrys, 9 Orchys, 2 Serapias.
Id. Biologia delle Piante dei Piani e dei Colli Iblei, in Delphinoa n.s. vol. 2, pp. 193-390, Palermo 1961, altre due specie: Ophrys rosea (p. 322) e Orchys palustris (p. 335)
Kunkele S. – Lorenz R., Zum Stand der Orchideenkartierung in Sizilien. Ein Bertrag zum OPTIMA Project “Kartierung der mediterranean Orchideen”. Jber. naturwiss. Ver. Wuppertal, 48, 21-115, 1995
De Langhe & D’Hose. Nel progetto OPTIMA, Distribuzione geografica delle orchidee nella regione mediterranea, (1985-89), effettuarono nella Sicilia sudorientale un’indagine su 49 entità differenti di orchidee.
Nello Gaudioso, Cava grande del Cassibile – Il parco delle orchidee selvatiche – I fiori della metafora, Siracusa 1996; 37 specie descritte e illustrate.
Bartolo, G. & Pulvirenti S. A checklist of Sicilian Orchids, Bocconea, Palermo 1997.
S. Brullo, M. Grillo, A. Guglielmo, Considerazione fitogeografiche sulla flora iblea, in “Flora e Vegetazione degli Iblei”, pp. 89-91, Siracusa 1998. 59 specie.
Galesi R., Le orchidaceae (Monocotyledones, Gynandtrae) della Sicilia sud-orientale, in “Flora e Vegetazione degli Iblei”, pp., 225-262, Siracusa 1998. E’ questo lo studio scientifico più ampio e completo, che consideriamo come testo base; il “contingente orchidologico dell’area iblea comprende 50 entità afferenti a 13 generi. Le schede floristiche comprendono: il periodo di fioritura, l’habitat, l’areale, i luoghi del rinvenimento, le note. Nelle pp. 248-51, sono elencati 39 ibridi rinvenuti. Nell’introduzione si accenna agli studiosi che si sono interessati delle orchidee della Sicilia e nelle pp. 259-61 c’è la bibliografia.
Id. Le orchidaceae della Riserva Naturale Orientata “Pino d’Aleppo” (Ragusa Sicilia meridionale). J. Eur. Orch. 31(2), 297-328, 1999.
G. Maugeri A. Cristaudo, Vegetazione e flora, in “La Riserva Naturale di Cava Grande del Cassibile”, pp. 33-88, Siracusa 1999. Sono censite 24 entità, comprese due endemiche sicule, Ophrys lunulata e O. (discors) Bianca; l’O. vermixia non è censita dagli altri botanici.
G. Iacono, Le riserve naturali della Provincia di Ragusa, Palermo 2004.
Delforge P., Guide des Orchidées d’Europe, d’Afrique et du Proche-Orient. 2eme ed. – Lausanne & Paris 2001. 3eme ed. – Paris 2005. Pierre Delforge, Orchids of Europe, North Africa And the Middle East, Timber Press, 2006. ISBN 0881927546.
Vito Campo, Il parco delle orchidee, in “Il Parco degli Iblei in provincia di Ragusa”, pp. 103-120, Ragusa 2006; 17 foto.
G. Giardina, F. M. Raimondo & V. Spadaio, A catalogne of plants growing in Sicily, Palermo 2007. E’ il catalogo più ampio e aggiornato della Flora Sicula. Sono registrate 80 specie di Orchidee. 20 specie in più rispetto a quelle indicate in Kunkele… op. cit.
G. Giardina, R. Cundari, F. Fontana. La Flora vascolare della riserva naturale orientata Pino d’Aleppo. Vittoria, 2008.
G. Giardina, Conoscere le piante dei Nebrodi, Messina 2008. 320 specie tutte illustrate. Solo 5 specie di orchys e 2 dactylorhiza, romana e saccifera saccifera, non presenti negli Iblei.
G. Giardina, Piante rare della Sicilia – Testi e immagini di 500 entità endemiche e rare dell’Isola e dei territori limitrofi, Palermo 2010.
P. Minissale S. Sciandrello, Flora e vegetazione terrestre della Riserva naturale di Vendicari (Sicilia sud-orientale), “in “L’Area protetta di Vendicari”, Siracusa 2010. Per le numerose associazioni del territorio sono evidenziate ecologia, struttura e dinamismo. Completa e aggiornata la bibliografia. Nell’ Elenco floristico (p.204s.) sono elencate 24 specie di Orchidaceae: 1 Barlia robertiana, 12 Ophrys, 7 Orchys e 4 Serapias.
“Prospetto dei taxa endemici presenti in Sicilia inseriti tra quellim”gravamente minacciati” (CR), “minacciati” (EN) e “vulnerabili” (VU), contenuto nel Suppl. ord. alla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana (p. I) n. 50 del 19-11-2004 (n. 34), pp. 16-19. Sono indicate come VU 12 specie di Orchidee sicule: Ophrys calliantha, O. lojacono Brullo; O. candida; O. discors Bianca; O. explanata; O. flammeola; O. lacaitae; O. laurensis; O. mirabilis; O. pallida; O. panormitana; O. sphegodes, subs. Garganica; e due Serapias: S. nurrica corrias e S. orientalis subsp. siciliensis.
Cfr. inoltre: Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982
Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009. (In internet ha curato “Le orchidee di Cava Grande del Cassibile”).
La rivista, Caesiana, Italian Journal of orchidology.
Cfr. in internet, la voce “Orchidee selvatiche in Italia e in Sicilia” e le singole specie in Wikipedia, l’Enciclopedia libera.
Carlo Cappelletti, Trattato di botanica Vol. II, Sistematica, geobotanica, / C. Cappelletti, A. Pignatti, 3a ed. Torino UTET, 1975, - XXIV, 1079 pp. Ill.; tav.
Schonfelder, Ingrid – Schonfelder Peter, La flora mediterranea. Ed. it. a c. di E. Banfi; introduzione di Erica e Sandro Pignatti. De Agostini, Novara 1996. Ill.
Eduard Strasburger, Trattato di Botanica, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007.
LE ORCHIDEE (in E.I.T.).
Pignatti Sandro, Flora d’Italia, Edagricole,Bologna 1982 e successive ristampe.
MELCHIORRE TRIGILIA: LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI
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