Bernini nacque il 7 dicembre 1598 a Napoli, città nella quale il padre Pietro, anche lui scultore, si era da poco trasferito con la moglie, la napoletana Angelica Galante, per lavorare nel cantiere della Certosa di San Martino. Nel 1606 tornarono a Roma e Pietro ottenne la protezione del cardinale Scipione Borghese ed ebbe l'occasione di mostrare il precoce talento del figlio.
Infatti Gian Lorenzo si era formato alla bottega del padre e i primi suoi lavori furono realizzati in collaborazione tra i due (a questo periodo risalgono le opere il “Putto con il dragone” e la “Fontana con il satiro e la pantera”). Mentre le opere create dal solo Gian Lorenzo sono: “La Capra Amaltea” terminata nel 1615 che si rifà all'ellenismo alessandrino, il “Priapo” e la “Flora”.
Nel 1618 Gian Lorenzo realizza molte opere da solo tra queste troviamo: il “San Lorenzo sulla Graticola”, il “San Sebastiano”, il “Putto morso da un pesce” ed “Anima beata e Anima dannata”, probabilmente un suo autoritratto.
Lo studio dell'antico che fece Gian Lorenzo fu base insostituibile per il seguito: alcuni restauri ne indicano il gusto e gli intenti precisi, volti a una interpretazione originale dell'ellenismo. Nel decennio 1615-25 seguirono queste opere fondamentali: il piccolo busto di "Paolo V" (1620) ; il gruppo con il "Ratto di Proserpina" (1620-23); il "David" e infine il gruppo dell'"Apollo e Dafne" (1624-25). Le opere del Bernini definiscono la sua personalità, forte degli insegnamenti del padre ma nello stesso tempo innovatore dello spirito di tutta una generazione.
Nel 1621 ottiene la Croce dell'Ordine di Cristo per aver eseguito il “Ritratto di Gregorio XV”.
Due anni dopo il papa Urbano
VIII gli commissionò il “Baldacchino” di San Pietro che
eseguì tra il 1624 ed il 1633.
Questa opera si erige sulla tomba di Pietro ed è
sostenuto da quattro colonne tortili che si rifanno alle
colonne del II secolo d.c. che la basilica aveva
ricevuto in dono da Costantino e che l'artista colloca a
sostegno delle edicole centrali delle Logge delle
Reliquie.
Queste logge furono realizzate da Gian Lorenzo subito
dopo il “Baldacchino” (tra il 1633 ed il 1641) e
servivano a mostrare le reliquie custodite: la Lancia di
San Longino, la testa di Sant'Andrea, il Volto Santo ed
una parte della Croce.
Nel 1629 Papa Urbano ottavo nominò il giovane architetto sovrintendente alla Fabbrica di S. Pietro.
Sempre per il papa eseguì la “Fontana della Barcaccia” in Piazza di Spagna (insieme al padre) e la “Fontana del Tritone” in Piazza Barberini a Roma.
Tra il 1628 ed il 1647 realizzò
la “Tomba di Urbano VIII” nella Basilica di San
Pietro.
Sempre in questo periodo realizza i busti di Scipione
Borghese e di Costanza Piccolomini Bonarelli.
Nel 1630 si incominciano i lavori per la facciata di Palazzo Barberini (portata fra continui scambi con il Borromini, con conseguenti e reciprochi attacchi e polemiche).
Con Urbano ottavo crebbe la fortuna del Bernini, che fece incidere le stampe per le edizioni delle poesie latine del pontefice nel 1631. Nel 1640 risale la bellissima "Fontana del Tritone", la prima delle sue fontane: un insieme di motivi classici e secenteschi in una fantasia del tutto barocca.
Quando morì Urbano ottavo (1644), si scatenarono le gelosie rivali del Bernini, e quindi gli succedeva Borromini .
Quelle persecuzioni ingiuste ispirarono allo scultore uno dei gruppi più felici e forti tra le sue opere: la "Verità scoperta dal tempo", rimasta però incompiuta con la sola figura della "verità". Si iniziava così uno dei periodi più favorevoli per le meditazioni del Bernini che, nel 1647, portò a termine la Cappella Cornaro con la raffigurazione dell'Estasi di Santa Teresa.
Intanto il Papa Innocenzo X dava al Bernini il suo appoggio e gli permetteva la decorazione del braccio lungo della Basilica di San Pietro.
Inoltre gli permise nel 1644 di realizzare la “Fontana dei quattro fiumi” a Piazza Navona a Roma.
In seguito realizzò: il “Monumento di Suor Maria Raggi”, la “Verità” custodito nella Galleria Borghese e i busti di Innocenzo X, custodito nella Galleria Doria Pamphili, ed il busto di Francesco I D'Este nel Museo Estense di Modena.
Durante il pontificato di
Alessandro VII Chigi, Bernini lavora la zona dell'abside
in San Pietro.
Tra le grandissime paraste finge un'apertura con nuvole,
raggi ed angeli, al centro vi pone la “Colomba dello
Spirito Santo”, mentre sul davanti la grandiosa “Cattedra”
viene sorretta dai quattro “Padri della Chiesa”.
Nel 1656 progetta il colonnato di S. Pietro, compiuto nove anni dopo con le novantasei statue del coronamento. Gian Lorenzo riprende lo spirito dell'architettura imperiale, dandole vita con le colonne e aggiungendo dei particolari scultorei. Nello stesso anno amplia il Palazzo Pontificio al Quirinale.
Nel 1665 si reca in Francia per
eseguire il busto di Luigi XIV.
Pur destando ammirazione a Versailles, la fama
dell'artista generò nell'ambiente accademico un clima di
diffidenza che farà naufragare ogni sua aspettativa,
compreso il grandioso progetto per il Louvre di Parigi.
Tornato in Italia realizzò il monumento che si trova al centro di piazza della Minerva e poi la cappella del Perdono del Duomo di Siena con le sculture di San Girolamo e la Maddalena.
Nel 1667 a Papa Alessandro VII Chigi successe Clemente IX Rospigli che gli affidò la sistemazione del ponte davanti a Castel Sant'Angelo; Bernini eseguì due dei dieci angeli che dovevano decorare il ponte, ma furono giudicati talmente belli che vennero collocati nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte per proteggerli dalle intemperie.
L'attività dell'artista si
conclude sotto il pontificato di Innocenzo XI Odescalchi
e l'ultima sua scultura è il "Salvatore" che si
trova custodita nel Museo Chrysler di Norfolk in
Virginia.
Gian Lorenzo morì nel 1680.
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