GIAN LORENZO BERNINI

GIAN LORENZO BERNINI

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Bernini AutoritrattoGian Lorenzo Bernini, (7 dicembre 1598 - 28 novembre 1680) è stato un architetto, scultore e pittore italiano.

Bernini nacque il 7 dicembre 1598 a Napoli, città nella quale il padre Pietro, anche lui scultore, si era da poco trasferito con la moglie, la napoletana Angelica Galante, per lavorare nel cantiere della Certosa di San Martino. Nel 1606 tornarono a Roma e Pietro ottenne la protezione del cardinale Scipione Borghese ed ebbe l'occasione di mostrare il precoce talento del figlio.

Infatti Gian Lorenzo si era formato alla bottega del padre e i primi suoi lavori furono realizzati in collaborazione tra i due (a questo periodo risalgono le opere il “Putto con il dragone” e la “Fontana con il satiro e la pantera”). Mentre le opere create dal solo Gian Lorenzo sono: “La Capra Amaltea” terminata nel 1615 che si rifà all'ellenismo alessandrino, il “Priapo” e la “Flora”.

Nel 1618 Gian Lorenzo realizza molte opere da solo tra queste troviamo: il “San Lorenzo sulla Graticola”, il “San Sebastiano”, il “Putto morso da un pesce” ed “Anima beata e Anima dannata”, probabilmente un suo autoritratto.

Lo studio dell'antico che fece Gian Lorenzo fu base insostituibile per il seguito: alcuni restauri ne indicano il gusto e gli intenti precisi, volti a una interpretazione originale dell'ellenismo. Nel decennio 1615-25 seguirono queste opere fondamentali: il piccolo busto di "Paolo V" (1620) ; il gruppo con il "Ratto di Proserpina" (1620-23); il "David" e infine il gruppo dell'"Apollo e Dafne" (1624-25). Le opere del Bernini definiscono la sua personalità, forte degli insegnamenti del padre ma nello stesso tempo innovatore dello spirito di tutta una generazione.

Nel 1621 ottiene la Croce dell'Ordine di Cristo per aver eseguito il “Ritratto di Gregorio XV”.

Due anni dopo il papa Urbano VIII gli commissionò il “Baldacchino” di San Pietro che eseguì tra il 1624 ed il 1633.
Questa opera si erige sulla tomba di Pietro ed è sostenuto da quattro colonne tortili che si rifanno alle colonne del II secolo d.c. che la basilica aveva ricevuto in dono da Costantino e che l'artista colloca a sostegno delle edicole centrali delle Logge delle Reliquie.
Queste logge furono realizzate da Gian Lorenzo subito dopo il “Baldacchino” (tra il 1633 ed il 1641) e servivano a mostrare le reliquie custodite: la Lancia di San Longino, la testa di Sant'Andrea, il Volto Santo ed una parte della Croce.

Nel 1629 Papa Urbano ottavo nominò il giovane architetto sovrintendente alla Fabbrica di S. Pietro.

Sempre per il papa eseguì la “Fontana della Barcaccia” in Piazza di Spagna (insieme al padre) e la “Fontana del Tritone” in Piazza Barberini a Roma.

Tra il 1628 ed il 1647 realizzò la “Tomba di Urbano VIII” nella Basilica di San Pietro.
Sempre in questo periodo realizza i busti di Scipione Borghese e di Costanza Piccolomini Bonarelli.

Nel 1630 si incominciano i lavori per la facciata di Palazzo Barberini (portata fra continui scambi con il Borromini, con conseguenti e reciprochi attacchi e polemiche).

Con Urbano ottavo crebbe la fortuna del Bernini, che fece incidere le stampe per le edizioni delle poesie latine del pontefice nel 1631. Nel 1640 risale la bellissima "Fontana del Tritone", la prima delle sue fontane: un insieme di motivi classici e secenteschi in una fantasia del tutto barocca.

Quando morì Urbano ottavo (1644), si scatenarono le gelosie rivali del Bernini, e quindi gli succedeva Borromini .

Quelle persecuzioni ingiuste ispirarono allo scultore uno dei gruppi più felici e forti tra le sue opere: la "Verità scoperta dal tempo", rimasta però incompiuta con la sola figura della "verità". Si iniziava così uno dei periodi più favorevoli per le meditazioni del Bernini che, nel 1647, portò a termine la Cappella Cornaro con la raffigurazione dell'Estasi di Santa Teresa.

Intanto il Papa Innocenzo X dava al Bernini il suo appoggio e gli permetteva la decorazione del braccio lungo della Basilica di San Pietro.

Inoltre gli permise nel 1644 di realizzare la “Fontana dei quattro fiumi” a Piazza Navona a Roma.

In seguito realizzò: il “Monumento di Suor Maria Raggi”, la “Verità” custodito nella Galleria Borghese e i busti di Innocenzo X, custodito nella Galleria Doria Pamphili, ed il busto di Francesco I D'Este nel Museo Estense di Modena.

Durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, Bernini lavora la zona dell'abside in San Pietro.
Tra le grandissime paraste finge un'apertura con nuvole, raggi ed angeli, al centro vi pone la “Colomba dello Spirito Santo”, mentre sul davanti la grandiosa “Cattedra” viene sorretta dai quattro “Padri della Chiesa”.

Nel 1656 progetta il colonnato di S. Pietro, compiuto nove anni dopo con le novantasei statue del coronamento. Gian Lorenzo riprende lo spirito dell'architettura imperiale, dandole vita con le colonne e aggiungendo dei particolari scultorei. Nello stesso anno amplia il Palazzo Pontificio al Quirinale.

Nel 1665 si reca in Francia per eseguire il busto di Luigi XIV.
Pur destando ammirazione a Versailles, la fama dell'artista generò nell'ambiente accademico un clima di diffidenza che farà naufragare ogni sua aspettativa, compreso il grandioso progetto per il Louvre di Parigi.

Tornato in Italia realizzò il monumento che si trova al centro di piazza della Minerva e poi la cappella del Perdono del Duomo di Siena con le sculture di San Girolamo e la Maddalena.

Nel 1667 a Papa Alessandro VII Chigi successe Clemente IX Rospigli che gli affidò la sistemazione del ponte davanti a Castel Sant'Angelo; Bernini eseguì due dei dieci angeli che dovevano decorare il ponte, ma furono giudicati talmente belli che vennero collocati nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte per proteggerli dalle intemperie.

L'attività dell'artista si conclude sotto il pontificato di Innocenzo XI Odescalchi e l'ultima sua scultura è il "Salvatore" che si trova custodita nel Museo Chrysler di Norfolk in Virginia.
Gian Lorenzo morì nel 1680.

 

Tratto da Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. (In attesa di elaborare una nostra scheda)

 

 

Bernini san pietro

S. Pietro: i piloni della navata decorati da Bernini

Bernini altare maggiore

L'altar maggiore di Sant'Andrea al Quirinale

Bernini Montecitorio

Palazzo Montecitorio

OPERE

Il Baldacchino di San Pietro

Con l'elezione di papa Urbano VIII nel 1623 Bernini ottenne la prima grande commissione pubblica, il “Baldacchino”, un monumentale impianto architettonico ideato per segnare il luogo del sepolcro di San Pietro.
Fu adottata la struttura a dorso di delfino sostenuta da quattro colonne tortili, derivate da quelle del presbiterio costantiniano in parte riutilizzate nelle circostanti Logge delle Reliquie (1628-1641).
I lavori iniziarono nel luglio 1624 e si conclusero nel 1633

Bernini Baldacchino di san pietro

Baldacchino di San Pietro

Bernini Apollo e dafne

Apollo e Dafne (Bernini - Galleria Borghese, Roma)

Bernini Ratto di proserpina

Ratto di Proserpina

Apollo e Dafne

Questa opera è stata creata per il cardinale Scipione Borghese e raffigura la metamorfosi in alloro della casta ninfa Dafne, inseguita invano da Apollo.
È realizzata in marmo a grandezza naturale tra il 1622 ed il 1625; era collocata nella tessa stanza della Villa, ma in origine stava su una base più bassa e ristretta, appoggiata alla parete verso la scala così Apollo figurava di spalle mentre correva verso la ninfa in fuga in un crescendo della metamorfosi fino a quando la corteccia ricopre completamente il corpo di Dafne.
Quando nel 1785 Marcantonio IV Borghese desiderò collocare l'opera al centro della sala, Vincenzo Pacetti gli disegnò l'attuale base ed aggiunse un altro cartiglio con l'aquila Borghese.

Plutone e Proserpina

Questa opera raffigura Plutone, potente dio e re degli Inferi che rapisce Proserpina, figlia di Cerere.
La madre, intercedendo presso Giove, ottenne il permesso di far tornare per metà dell'anno la figlia sulla terra per poi passare il resto dell'anno negli Inferi.
La scultura fu eseguita tra il 1621 ed il 1622 per volere del cardinale Scipione che la regalò al cardinale Ludovisi per poi essere acquistata dallo Stato Italiano nel 1908; era è custodita nella Galleria Borghese di Roma.

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