Il ciclo di Maria de' Medici
Alla fine del 1621, il Rubens riceve, da Maria de' Medici,
madre del re francese Luigi XIII, l'incarico di dipingere una
serie di quadri monumentali per ornare la galleria del Palazzo
del Luxembourg con un ciclo allegorico-encomiastico che
illustrava la vita e la concezione politica della committente.
Il ciclo, completato nel 1625 e realizzato nei modi tipici
della pittura secentesca (unendo allegorie e ritratti),
rappresenta non un avvenimento storico lontano nel tempo, ma un
capitolo recente della politica francese: Maria de' Medici nei
suoi sette anni di reggenza tra il 1610 e il 1617, aveva cercato
di assicurare la pace con l'impero asburgico, e, attraverso i
matrimoni dei figli (Elisabetta di Francia col re spagnolo
Filippo IV e Luigi XIII con Anna d'Austria, sorella del re
spagnolo), aveva cercato di porre le basi per una pace duratura
con la potenza spagnola.
All'interno la sua politica volta alla pacificazione, venne
sostenuta da concessioni politiche e finanziarie ai suoi rivali,
affidando gli affari al suo favorito italiano Concino Concini.
Nel 1617, con l'assassinio di quest'ultimo, il diciassettenne
Luigi XIII assunse la reggenza, Maria fu allontanata da Parigi e
costretta dal re a risiedere nel castello di Blois; nel 1619
fuggì da quest'ultimo per rifugiarsi presso il duca di Empernon,
guida dei ribelli, schierandosi con questi. Dopo vari negoziati,
nel 1620 si riconciliò definitivamente col figlio e con la pace
di Angers ottenne di essere prosciolta da ogni accusa.
Probabilmente Maria decise allora di giustificare il suo
operato attraverso un grande ciclo pittorico: tornata a Parigi,
prese un primo accordo col pittore che prevedeva quattordici
quadri raffiguranti scene della gioventù di Maria e della sua
vita come moglie di Enrico IV:
- La nascita della regina, a Firenze il 26 aprile 1573;
- L'educazione della regina;
- Enrico IV riceve il ritratto di Maria de' Medici e si
lascia disarmare dall'Amore;
- Il matrimonio per procura di Maria de' Medici e
Enrico IV, a Firenze il 5 ottobre 1600;
- L'arrivo della regina a Marsiglia, il 3 novembre 1600;
- L'arrivo della regina a Lione, il 9 dicembre 1600;
- La nascita del Delfino, futuro Luigi XIII, a
Fontainebleau, il 27 settembre 1601;
- L'incoronazione della regina all'abbazia di
Saint-Denis, il 13 maggio 1610;
- Apoteosi di Enrico IV e la proclamazione della
reggenza, il 14 maggio 1610;
- La presa di Jülich, il primo settembre 1610;
- La pace della reggenza
- Il consiglio degli dei per il matrimonio della
Francia e della Spagna.
Vennero anche progettati tre o quattro dipinti con ritratti
allegorici sul tema del doppio matrimonio tra la Francia e la
Spagna, ovvero sui matrimoni fra Luigi XIII e Anna d'Austria e
Filippo IV e Isabella di Francia, infine La maggiore età di
Luigi XIII, il 20 ottobre 1614.
Realizzate le prime nove scene, si decise di limitare ad una
sola tela le Le Nozze spagnole, realizzando la scena con
Lo scambio delle due principesse di Francia e Spagna sulla
Bidassoa a Hendaye, il 9 novembre 1615. Per iniziativa di
Nicolas de Peiresc, prima dell'Incoronazione, venne dedicato un
quadro alla consegna della reggenza da parte di Enrico IV a
Maria prima della partenza del primo per la guerra contro Jülich,
il Rubens realizzò la tela con i Preparativi del re per la
guerra, o La regina riceve la reggenza, il 20 marzo 1610.
Apportate queste variazioni rimasero libere cinque zone, il
26 agosto fu il Peiresc stesso a comunicare i restanti temi,
invitandolo a trattarli «con figure mistiche e con ogni rispetto
al figlio»: La partenza di Maria da Parigi,
successivamente rimosso, e sostituito per volontà del re Luigi
XIII, con la tela con La felicità della Reggenza, La
regina fugge dal castello di Blois nella notte tra il 21 e il 22
febbraio 1619, Il trattato d'Angoulême, il 30 aprile 1619,
Il rinnovato inizio delle ostilità presso Pont de Cé,
soggetto abbandonato, ma ancora menzionato nella corrispondenza
dell'artista dell'agosto 1622, e La conclusione della pace ad
Angers, il 10 agosto 1620, con questo il ciclo doveva
concludersi facendo retrocedere la Maggiore età di Luigi XIII
al quattordicesimo posto.
Questi temi, ad una prima lettura, possono apparire
problematici, per i delicati equilibri politici, tra la regina e
il figlio: il primo narra la precipitosa fuga di Maria dalla
capitale francese a seguito di una sollevazione provocata dal
pessimo governo del suo favorito e il suo confinamento nel
castello di Blois ad opera del re, nel secondo la fuga da Blois
significava l'aperta ribellione al re, nel terzo è l'accordo di
Angoulême, che se non aveva fatto finire la guerra civile, aveva
almeno gettato un ponte per un primo accordo, nel quarto, mai
realizzato, le truppe di Maria erano sonoramente battute.
La scelta di questi temi ad una lettura più attenta e tenendo
conto dell'influsso allora esercitato dal cardinale Richelieu,
allineato durante la ribellione dalla parte delle regina,
successivamente relegato da Luigi XIII ad Avignone, dove accolse
positivamente la notizia della riconciliazione fra madre e
figlio, adoperandosi prima nelle trattative di Angoulême poi di
Angers, tendono a presentare Maria de' Medici come incolpevole,
la sua temporanea inimicizia col figlio come opera dei nemici
della Francia e a sottolineare la loro nuova intesa come opera
del Richelieu. Secondo le Memorie del cardinale fu il
favorito del re il Conestabile Luynes il vero responsabile
dell'inimicizia tra la madre e il figlio, infatti nella
Galleria, l'ultimo quadro eseguito successivamente dal Rubens,
venne intitolato Riconciliazione della regina col figlio dopo
la morte del Conestabile di Luynes, il 15 dicembre 1621.
Anche se la Partenza da Parigi, venne successivamente
rimossa, nelle Memorie del Richelieu la fuga da Parigi
viene spiegata come necessità in seguito alla morte di Concino
Concini, la fuga da Blois, venne lasciata in quanto la regina
voleva conservare almeno in un quadro il ricordo delle
sofferenze subite, La Pace di Angoulême, narrava le
trattative svolte a Angoulême tra la regina e il
plenipotenziario del re, queste rimaste senza risultati videro
l'attiva partecipazione del Richelieu che ottenne per questo
l'abito cardinalizio. Tra il 1621 e il 1622, preparò i cartoni
per dodici arazzi con la Storia dell’imperatore Costantino,
su commissione di Luigi XIII.