Numeri della Rivista Heritage Sicilia. Numeri del 2013 Ignazio Caloggero: Qualità, Turismo e Gestione del Patrimonio Culturale

CENTRO STUDI HELIOS

Qualità, Turismo e Gestione del Patrimonio Culturale

(Qualità misurabile o aria fritta?)

di Ignazio Caloggero

HERITAGE SICILIA


 





































modello delle 4 P Ignazio CaloggeroPer circa 20 anni mi sono occupato di Qualità come consulente prima e come Ispettore per la certificazione ISO9001 poi. Ho deciso di utilizzare la mia ventennale esperienza nel settore per attivare un progetto, aperto alla collaborazione di tutti, per realizzare un nuovo modello di sistema di gestione per la qualità, mutuato dalla normativa ISO di settore e applicando i  concetti di “Quality Management”  semplificando e adattando il tutto al settore del turismo e della gestione del Patrimonio Culturale. In quest'area metto a disposizone un documento di sintesi sul progetto. Rimango a disposizione per charimenti o approfondimenti sugli argomenti trattati nel presente documento. (redazione@heritagesicilia.it)

 

1)     Obiettivi e Metodologia applicata

Obiettivi 

A)   LINEE GUIDA OPERATIVE

 Linee guida operative per la gestione di strutture turistiche e organizzazioni operanti nella gestione del Patrimonio Culturale

 B)    STRUMENTO DI VALUTAZIONE

 B1) Strumento di autovalutazione per la misurazione del livello qualitativo della propria organizzazione;

 B2) Strumento di valutazione da parte di organismi terzi per una eventuale certificazione della qualità raggiunta.

METODOLOGIA APPLICATA.

Concetti e metodologie associati al settore del Quality Management  e normativa della famiglia ISO9000, adattati ai settori turistico e della gestione del Patrimonio Unesco.

  

2) Perchè parlare di qualità nel settore del turismo?

Riporto in parte, quanto indicato nella premessa del Progetto Heritage Sicilia che ho reso pubblico nell'ottobre del 2012, in quanto le motivazioni che hanno portato alla nascita del documento che sarà presentato in questo e nei prossimi articoli sono le stesse.

 La Sicilia è la nostra terra, ricca di sole e mare,  di migranti e di sogni infranti. Questa terra spesso offesa, stuprata, ripudiata, deve il suo Patrimonio Culturale storico artistico al contatto, non sempre armonioso, con molti popoli: Sicani, Siculi, Greci, Romani, Bizantini,  Arabi, Normanni, Svevi, Francesi e Spagnoli. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le innumerevoli necropoli sparse in tutto il territorio siciliano, i grandiosi templi di Agrigento, Segesta e Selinunte, gli splendidi mosaici della Villa romana del Casale di Piazza Armerina, i superbi Duomi di Palermo, Cefalù e Monreale, il barocco siciliano, che non è solo quello del sito Unesco "Le città tardo barocche del Val di Noto", e tanto altro ancora, a testimonianza di un passato di cui essere orgogliosi, ricco di fede e amore per le cose belle.

E' noto a tutti che la Sicilia possiede un immenso Patrimonio Culturale, sopratutto se visto in tutte le sue forme da quello tangibile (beni culturali storico-artistici, paesaggistici e naturali) a quello intangibile (tradizione, folklore, arte, enogastronomia, artigianato tipico).

Senza parlare di percentuali, legate più a luoghi comuni che ad altro, è indubbio che la Sicilia sia la regione con un’altissima presenza di beni culturali; dei 49  siti Unesco italiani, ben 6 sono in Sicilia e nei prossimi anni potranno diventare almeno 8, se consideriamo che altri siti sono in attesa di riconoscimento da parte dell'Unesco: "Palermo Arabo Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale" e "Taormina e l'Isola Bella" . Altri siti potrebbero in futuro aggiungersi (vedi Scala dei Turchi) senza contare i siti Unesco immateriali che potrebbero aggiungersi al già noto “Opera dei Pupi” e ai siti inseriti nel Registro delle Eredità Immateriali (REI) e ai Luoghi dell’identità della Memoria di Sicilia .  (LIM).

 

Sono molti gli aspetti interessati per una corretta promozione del territorio (tutela, informazione, infrastrutture, sicurezza, fruibilità, ecc), bisognerebbe inoltre applicare in modo significativo il concetto di filiera del turismo: il turista dovrebbe godere dei nostri beni storico-artistici e naturalistici e allo stesso tempo gustare i nostri prodotti tradizionali, conoscere il nostro folklore, la nostra storia, i nostri miti (possibilmente pagando anche un prezzo equo).

Un contributo alla valorizzazione del territorio può essere dato dando maggior spazio alla qualità complessiva dell'offerta turistica. 

Se si vuole puntare  sulla qualità evitando di dare un significato astratto al termine è necessario applicare in modo scientifico e con competenza tecnica i concetti e le metodologie associate al settore del “Quality Management”; è importante seguire un processo che, attraverso una opportuna successione di fasi, ci permetta di raggiungere livelli qualitativi di eccellenza. Per un processo così complesso, sarà opportuno utilizzare un approccio di tipo incrementale, si renderà necessario applicare quella che viene chiamata la "Filosofia del Kaizen".  

 Prima di andare avanti è giusto che spieghi cosa significhi la parola Kaizen, essa è una parola giapponese è può essere tradotta con la frase “miglioramento continuo”. Applicare la filosofia del Kaizen significa utilizzare una  metodologia che, grazie a dei piccoli passi, costanti nel tempo, permette di raggiungere gli obiettivi prefissati.

E’ necessario quindi partire dalle basi, dallo stesso significato formale di qualità, cosa significa applicare la qualità nei vari settori che sono di nostro interesse e, soprattutto, come si coniugano i termini: Qualità, Turismo e Patrimonio Culturale.

3. Per una nuova definizione di qualità

4. Fattori e indicatori di qualità nel Turismo e nella gestione del Patrimonio Culturale

5. Il modello delle 4 Q ed il ciclo della qualità

6. Un esempio di fattori e indicatori della qualità

7. Qualità e Turismo Accessibile

8. Cultura della Qualità e Sviluppo Turistico

  

 

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